di Caterina Della Torre
Se in Italia la percentuale di matrimoni tra due etero va sempre più diminuendo, la richiesta di unione tra gay è in aumento anche se la Chiesa continua a fare orecchio da mercante.
Afferma Sabina Ambrogi in un suo articolo recente su Goleminformazione ”paradossalmente questa grandissima conquista dei gay nata per affermare una libertà va a rafforzare invece l’istituto del matrimonio incardinando l’unione – di tutti, compresi gli etero- in uno schema sociale e patrimoniale, riaffermando così la necessità del vincolo matrimoniale”.
Ma quello che meraviglia è che l’opposizione della Chiesa potrebbe essere compresa anche se non condivisa, ma ciò che non risulta facile accettare è che l’ostacolo maggiore alle nozze omo venga frapposto da personalità che vivono in ”more uxorio”.
Quindi qui il problema, arriva da un’altra parte: maschilismo ancora attivissimo in Italia o difficoltà a comprendere le vie alternative dell’amore? Fatto sta che tra in giovani l’omosessualità è sempre più crescente e quindi accettata, ma nella società civile viene costantemente rigettata.
Fatto sta che per sposarsi tra omosessuali sia necessario ”emigrare” come dimostra il caso di Paola Concia e della sua sposa.
L’Italia dimostra ancora una volta di essere molto indietro rispetto della comunità europea per quanto riguarda i diritti dell’individuo.
1 commento
Secondo me è il forte retroterra maschilista. La donne viene ancora percepita come qualcosa di inferiore. Gli uomini omosessuali vengono visti come dei maschi che fanno le donne e, quindi, altrettanto inferiore. Poi mi chiedo come facciano a fare questo collegamento, perché è evidente che amare un uomo non fa crescere le tette. Per questo è anche vergognoso tutte quelle donne che non vogliono estendere il matrimonio ai cittadini omosessuali, non fanno che fondarsi sullo stesso maschilismo che le disprezza.