Uomini che odiano/amano le donne (sottotitolo virilità, sesso/violenza, la parola ai maschi) è l’ultimo di libro di Monica Lanfranco che cerca di dare voce ad un’ altra parte maschile, diversa rispetto a quella presente nella cronaca nera o nella rappresentazione televisiva dei maschi mediatici.
Da cosa è nato questo libro e perchè?
Tutto comincia con un viaggio in treno e un articolo di Internazionale: la giornalista inglese Laurie Penny, (collaboratrice del Guardian) racconta di aver provato a fare alcune domande rivolte agli uomini sulla loro sessualità, chiedendo ai suoi contatti maschili, in forma anonima, se avessero avuto voglia di rispondere.
Ho voluto provare, qui in Italia: dal mio blog sul Fatto quotidiano ha lanciato sei domande, chiedendo agli uomini di rispondere alla mia email.
Le domande: 1) Che cosa è per te la sessualità? 2) Pensi che la violenza sia una componente della sessualità maschile più che di quella femminile? 3) Cosa provi quando leggi di uomini che violentano le donne? 4) Ti senti coinvolto, e come, quando si parla di calo del desiderio? 5) Essere virile: che significa? 6) La pornografia influisce, e come, sulla tua sessualità?
Per una volta, invece che parole di donne sulla sessualità e la violenza, si è chiesto agli uomini di esporsi, di mettersi in relazione, di soffermarsi a pensare su di loro, il loro corpo, il loro desiderio, i lati oscuri del loro genere.
Uomini che odiano amano le donne è il risultato del lavoro di raccolta e sistemazione delle oltre 200 risposte arrivate, ma non solo: è la testimonianza dell’esistenza di voci di uomini connotate da curiosità, voglia di capire e comunicare. L’intento del testo è di restituire questa interlocuzione, e di offrire a chi legge parole e riflessioni maschili su virilità, sesso, violenza, pornografia, desiderio.
Una riflessione sugli uomini o sulla vita?
Nessuna delle due cose: ho voluto testare se c’era disponibilità, anche da parte di uomini sconosciuti e fuori dai giri tradizionali delle reti politiche maschili, di fare quello che le donne praticano da oltre 40 anni di femminismo; il partire da sé, lo scoprirsi, il prendere parola sul corpo, non come si fa al bar o in caserma, ma sul serio e senza rete.
Pensi che gli uomini davvero odino le donne? O solo alcuni uomini?
Penso che il sessismo sia una malattia molto diffusa, e che se non la si cura insieme, donne e uomini, a cominciare dalla famiglia e dall’asilo, provochi certamente una escalation che arriva fino all’odio. Uomini che odiano amano le donne vuole mostrare, anche se un piccola parte, che ci sono anche uomini che prendono le distanze dal modello imperante che purtroppo nell’ultimo ventennio ha seminato stereotipi e pregiudizi, rinforzando il patriarcato nelle teste e nei cuori.
Perchè quella croce su odiano, in copertina?
Parafrasando il bel testo di Larsson ho voluto ricordare che accanto alla violenza che senza dubbio esiste ci sono anche uomini che accattano di interloquire. Ho dedicato, per questo, il libro ai miei due figli maschi: una piccola eredità, un viatico per la loro crescita questa volta fatta non di mie parole, ma del sentiero percorso di parole di uomini come loro, che ragionano, si aprono all’ascolto da parte di una donna che registra i loro pensieri.
Qual’ è la tesi del libro?
Mi sembra importante spiegare come ho pensato di proporre la lettura del materiale. Ho scelto, per ogni risposta, di dividere il materiale in due parti: prima le risposte più brevi, di una o due righe, poi quelle lunghe. Le risposte brevi sono state proposte, anche per scelta visiva, una dietro l’altra, a formare quasi una sorta di poesia/mantra, ispirandomi alla scelta fatta da Eve Ensler nella versione italiana del libro che contiene i testi del suo I monologhi della vagina.
Non ho omesso nessuna risposta: ho tolto i nomi, anche se come dicevo prima in moltissimi mi hanno detto che non avrebbero avuto nulla in contrario ad essere identificati.
Non è stato facile decidere se intervenire con commenti da parte mia sulle risposte; alcune persone, leggendo il testo, mi hanno consigliato di farlo.
Ho deciso invece di dare spazio alla voce maschile senza intervenire, a parte alcune minime correzioni puramente ortografiche o grammaticali, necessarie data l’immediatezza delle risposte e quindi alcuni inevitabili errori che esse avevano.
La scelta di non trattare il materiale come di solito si fa nei saggi socio – politici, che prevedono letture e interpretazioni necessariamente volte a sostenere l’una o l’altra tesi, è frutto di una lunga meditazione, ma anche di un impulso emotivo: quando la mia amica Francesca Sutti si è commossa mentre le leggevo una delle testimonianze ho capito che di certo ci sarebbero stati lettori e lettrici che avrebbero trovato noiosa, forse ripetitiva, a tratti, la narrazione come flusso, pure se diversificata tra
risposte breve e più lunghe.
Pazienza, mi sono detta. Se l’obiettivo di questa raccolta è quello (anche) di suscitare emozioni, oltre che dibattito, allora mi sembra di avere assolto al mio compito: quello di restituire ciò che ho ricevuto, e soprattutto di rispondere alla necessità di dare voce ad un’ altra parte maschile, diversa rispetto a quella tragicamente presente nella cronaca nera o nella ordinaria violenta e ottusa rappresentazione televisiva dei maschi mediatici.
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Per acquistare o prenotare il libro, scrivere a monica.lanfranco@gmail.com oppure guidettilaura07@gmail.com