La brezza leggera e frizzante fendeva l’aria salmastra creando imprecisi cerchi sulla superficie marina
Prima parte
La brezza leggera e frizzante fendeva l’aria salmastra creando imprecisi cerchi sulla superficie marina, le acque di una insolita sfumatura indaco, apparivano setose e silenziose a largo, mentre verso la riva iniziavano pian piano ad animarsi mutando il loro stato apparentemente inerme, in un burrascoso vortice dai tratti blu e turchesi che s’infrangeva violentemente sulle maestose parenti della scogliera Moher.
La nebbia ascendeva dalla superficie impedendo di vedere oltre l’orizzonte, in lontananza si riusciva a malapena a scorgere parte della spiaggia, ormai quasi sommersa dalle acque schiumose che si riversavano in essa con estrema violenza.
In lontananza il mare sembrava quasi gridare furioso e il vento non accennava a frenare la sua vorticosa e folle danza verso le aguzze rocce della riva.
Il cielo tumefatto da nubi pallide alternava i suoi colori dal grigio al viola, facendo presagire la tempesta imminente.
Lorelei semi immersa nelle gelide acque attendeva in silenzio il suo arrivo.
Più volte alzava il capo in cerca del vecchio peschereccio bianco, tuttavia non riusciva a scorgere nessuna sagoma all’orizzonte.
Ogni mattina lo attendeva arrivare dalla nebbia, il misterioso pescatore della baia ritirava le sue reti dal fondale, incurante della sua presenza.
Lei lo fissava ammaliata, studiava ogni suo gesto, ogni suo movimento.
Per anni aveva seguito ogni genere di imbarcazione, ammirava estasiata quelle strane creature attraversare il suo oceano, le sentiva parlare, ridere, a volte le aveva sorprese perfino a piangere in silenzio, ma ciò che adorava più di ogni altra cosa era sentirle cantare.
Durante tutto quell’arco di tempo passato ad osservare gli umani, aveva perfino imparato a capire la loro incomprensibile lingua e a distinguere i loro gesti ed emozioni.
Ogni essere era diverso e originale ai suoi occhi, Lorelei era stupita da i loro colori e dal loro modo di vivere così distante e differente dal suo.
Tuttavia nessuno l’aveva mai impressionata particolarmente, nessuno eccetto lui.
Un giorno era apparso dalla scogliera canticchiando sommessamente con la sua povera imbarcazione in cerca delle reti che un suo simile aveva gettato nelle acque il giorno prima.
La sua voce così melodiosa e profonda l’aveva attirata in superficie, soggiogandola completamente.
Quando il pescatore riuscì a ritirare a bordo della barca le reti, aveva sospirato rassegnato nel vederle completamente vuote.
In quel preciso istante Lorelei aveva percepito il suo dolore dentro di lei, dietro quello sguardo affranto si nascondeva una realtà più grande che se anche lei non riusciva ad immaginare, riusciva pienamente a comprendere senza un perché.
Addolorata da quella visione aveva fatto in modo di far trovare al pescatore una gradita sorpresa, l’indomani quando ancora una volta lui era ritornato a riprendere le reti vi aveva trovato un ricco banco di pesce.
Lui aveva sorriso trionfante suscitando in lei una inaspettata gioia che l’aveva indotta a far in modo che ogni giorno in quel preciso luogo, lui trovasse pesce in quantità.
Il sorriso che illuminava quel volto spento ogni mattina riempiva le sue giornate solitarie, e quei pochi momenti passati in compagnia di quell’uomo colmavano un vuoto che cullava dentro di sé da secoli.
Inconsapevolmente lui era diventato parte integrante della sua vita.
Lorelei trasalì quando il rumore di una barca accompagnato dal vento arrivò fino a lei.
Si nascose prontamente dietro uno scoglio sbirciando a tratti chi potesse essere, ma quando si rese conto che il suo uomo era arrivato a bordo del peschereccio, si nascose nuovamente soffocando una risata di gioia, era arrivato finalmente!.
Con estrema agilità il pescatore una volta spento il motore della barca, si diresse verso il ponte mettendo in funzione i vari macchinari di ritiro per le reti.
I suoi capelli dorati spettinati dal vento ondeggiavano contro le sue ampie spalle, quella mattina nonostante il freddo, indossava una camicia candida leggermente rotolata fino ai gomiti coperta solo da uno stretto gilet in lana scura, mentre dalla vita stretta scendevano aderenti calzoni anch’essi in lana grezza.
Le sue braccia erano cosparse di efelidi ambrate così come le sue grandi mani, i lineamenti del suo viso erano affilati ma al tempo stesso decisi e i suoi occhi sofferenti avevano le sfumature dell’acquamarina.
Lorelei lo contemplò estasiata da tanta bellezza, come avrebbe voluto avvicinarsi un po’ di più per scrutarlo da vicino, per memorizzare ogni particolare di quel viso che poteva ammirare solo in lontananza, ma il timore della reazione dell’uomo nel vederla era insormontabile, sospirò rassegnata accontentandosi di quel breve istante di piacere.
<<continua>>