di Luciano Anelli
Roberta Corradini è nella lista di Rivoluzione Civile Ingroia, come candidata per l’elezione alla Camera dei Deputati nel Trentino Alto Adige.
Nubile, impiegata per più di 27 anni, attualmente disoccupata, impegnata in associazioni come: SIL – Società Italiana Letterate, Coordinamento Donne di Trento, Toponomastica Femminile, ANPI, ARCI e fondatrice dell’Associazione ORA VEGLIA, di cui è Presidente, una onlus che promuove iniziative dedicate ai temi della memoria collettiva (con un’attenzione al genere) per rimettere al centro i valori sanciti dalla Costituzione italiana e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Laureata in Servizio Sociale alla Facoltà di Sociologia, Università degli Studi di Trento, e scrittrice per piacere, euforica per natura, ironica per cultura, sarcastica per caso, cerca di rappresentare la realtà con immagini incisive.
Qual è la tua esperienza in politica, nei partiti e nel sociale ?
La mia esperienza politica è recente: nel 2009 fui tra le fondatrici e i fondatori di Sinistra Ecologia Libertà del Trentino. Ho partecipato alle Amministrative di Arco nel 2010 con Sinistra Unita ma poi ho lasciato SEL, per il disincanto di fronte alla gestione locale e poi per alcune titubanze di fronte a certe decisioni di Vendola. Sono comunque rimasta in Sinistra Unita dell’Alto Garda, senza tessera di partiti. Seguo il gruppo di lavoro Bene Comune Alto Garda e Ledro, nato a fine 2010 (nell’ambito delle Comunità di Valle), che ante literam fu una rivoluzione civile, cioè l’unione delle esperienze partitiche e delle coscienze politiche che ora si ritrovano nel progetto di Rivoluzione civile di Ingroia.
Come sei arrivata a candidarti ?
Me lo hanno proposto sia esponenti della cd. Società civile, sia rappresentanti di Rifondazione Comunista e dei Verdi… una richiesta che mi ha sorpresa e mi ha fatto molto piacere: evidentemente chi sono e cosa faccio è apprezzato trasversalmente.
Cosa ti ha attratto di più: il programma del partito, la tua voglia di cambiare il fare politica, la speranza di essere eletta ? o cosa ?
Il programma della lista (non è un partito) e Ingroia. In “tempi non sospetti” mi sono dichiarata partigiana della Costituzione, schierandomi con lui quando nel 2011 fu attaccato dalla maggioranza parlamentare per il suo intervento al congresso dei Comunisti italiani.
Hai ricoperto mai cariche politiche ?
No, mai.
La politica si fa con le leggi del marketing ?
No, la politica si fa al servizio del bene comune.
Cosa ti aspetti dal dopo elezioni ? Un incarico specifico ? una soddisfazione personale ? una maggiore considerazione dalla gente e dai membri del tuo schieramento ?
Mi aspetto una rivoluzione civile, un segnale della ripresa della sovranità da parte del popolo, che sarà andato a votare, che sarà intervenuto per trasformare questo sistema. E’ necessaria una partecipazione condivisa, diffusa.
Per ciò che riguarda me? La fierezza di poter dire “Io c’ero e ci sarò ancora, se serve”.
Di cosa ti vorresti occupare se eletta o meno ? Pensi te lo lascino fare , in quanto donna ?
Ti dico, piuttosto, di cosa mi occupo e mi voglio occupare indipendentemente dall’esito elettorale. Ci sono tre fili rossi che mi rappresentano: la Costituzione della Repubblica italiana, i diritti sul lavoro e i diritti delle donne. Il primo filo è la base su cui possiamo costruire ogni cosa: c’è poco da inventare, basta applicare ciò che essa racchiude. Con l’associazione di cui sono Presidente ho creato diverse iniziative a riguardo, tra le quali un progetto (prima iniziativa del genere in Italia) iniziato da una ricerca sistematica e organica su giovani di diversa estrazione sociale e diverso capitale culturale, per valutare il loro grado di conoscenza, il livello di conoscenza percepito della nostra Carta costituzionale, il loro grado di condivisione di alcuni principi costituzionali e, inoltre, per apprendere i loro valori, ideali e orientamenti. Questa ricerca scientifica – fatta sottoponendo un questionario a un campione di indagine di più di 1100 tra studenti delle classi terze delle scuole secondarie di secondo grado, della formazione professionale e studenti delle facoltà universitarie – rappresenta il primo passo di un percorso democratico e didattico, uno strumento per immaginare e organizzare iniziative future che vedranno coinvolte/i istituzioni, docenti, studenti e cittadinanza. Lo scorso aprile abbiamo fatto un convegno per divulgare i dati ottenuti e per creare la prima occasione d’incontro e confronto con giovani, docenti, cittadinanza e istituzioni, per riflettere su come intervenire e su cosa proporre a livello scolastico per tutelare l’applicazione e la trasmissione dei principi sui quali la nostra democrazia si basa.
Il secondo filo rosso mi spinge verso una particolare tipologia di diritti allontanati: tre anni fa mi sono iscritta all’Università degli Studi di Trento, con l’intenzione di apprendere gli strumenti per aiutare chi vive il mobbing, perché la democrazia nei luoghi di lavoro non può prescindere dalla cultura dei diritti e dalla tutela del benessere psico-fisico di lavoratrici e lavoratori. Mi sono laureata lo scorso novembre ed ora sto cercando di creare una rete di professioniste/i che intervenga sul problema.
Il terzo filo è trasversale e attraversa vari ambiti della vita: è legato alle questioni di genere. Ho seguito e seguo studi di genere (la mia tesi di laurea è sulla violenza di genere), faccio parte del Coordinamento Donne di Trento, collaboro con la Società Italiana delle Letterate e sono la referente regionale del Trentino di Toponomastica femminile. Ho recentemente ultimato il corso Donne, Politica e Istituzioni, realizzato con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità e al momento coadiuvo il gruppo per l’organizzazione di V-Day, One Billion Rising.
A 65 anni dall’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica Italiana e – quasi – dalla firma della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, è preoccupante vedere quanto il principio di uguaglianza sia disatteso, assieme a quelli di dignità e libertà. E quando si parla di uguaglianza, il pensiero va – inevitabilmente – anche alla disparità di genere.
Cosa ti piacerebbe attuare per l’Italia, la tua Regione , la tua Città ? ed una cosa a cui nessuno mai ci abbia pensato o abbia attuato (neanche il tuo capolista e/o leader) ?
Mi piacerebbe attuare un cambiamento culturale, per fermare eredità intergenerazionali. E non posso e non voglio farlo da sola: servono più cuori, più teste, più saperi, in una condivisione che comprenda entusiasmo, generosità, umiltà. Partecipazione, non protagonismo.
Creerai una cordata al femminile , che possa portare anche altre donne vicino ai posti di decisione ?
E’ importante la partecipazione femminile ed è importante che chi arriva ai posti decisionali abbia le competenze adatte. Si tratta di pari opportunità.
Le donne possono essere o diventare un’occasione di svolta o non fanno la differenza in quanto donne ?
Le donne possono essere un’opportunità per migliorare la società.
Avresti voluto o desidereresti anche per il futuro vedere una premier Donna ???
Certo, se la Donna è all’altezza del compito. Non si tratta di genere, si tratta di competenze.