di Caterina Della Torre
Si avvicinano le elezioni. Anzi una valanga di elezioni, tutte insieme, politiche e regionali in alcune parti d’Italia dove le giunte sono cadute (Lombardia, Lazio, Molise ).
Da quando è stata proclamata la data (anche quella ha dovuto sottostare ad accordi litigiosi tra i maggiori i partiti) siamo stati letteralmente invasi e circondati da campagne elettorali dei candidati e candidate.
Le vere novità di queste elezioni sono due: l’entrata di nuovi movimenti non legati ai tradizionali partiti e la presenza di donne in numero molto maggiore che nel passato recente.
Le idee chiare? Qualcuno sì e qualcuno no e si dimena ancora nella nebbia.
Mia figlia diciottenne è felicissima di andare a votare per la prima volta. Accarezzava la sua tessera elettorale come fosse un pezzo della sua maturità o della sua vita da adulta appena cominciata. Però mi chiede: mamma ma quando vado a votare a chi dò il voto, al partito o alla persona?
Mi ha meravigliato molt0 perchè ”pischellina” seppure giovane, pensavo che il messaggio alle giovani generazioni dovesse essere arrivato. Ed allora mi sono messa a spiegarle che alla Camera (e meno male che lei non deve votare ancora al Senato) non può dare preferenze, ma che alla Regione può e deve far valere la sua preferenza.
E allora l’ho vista andare a vedere le varie presentazioni in piazza Duomo. Bersani, Vendola, Grillo e altro. E ogni volta tornava più confusa.
”Mamma, ma tu per chi voti?” mi chiede. Io so per chi voterò, nome cognome e partito, ma non ho voluto influenzarla. Le ho proposto di continuare a vedere, sentire, consigliarsi con amici e compagni.
”Ma i tuoi compagni per chi votano?” le chiedo, cosciente che a quella età si dà più ascolto ai compagni che ai genitori.
”Alcuni dicono che non voteranno, preferiscono andare a giocare a calcetto i maschi e magari a sciare le femmine”
”Ma il voto è un nostro dovere di cittadini” – e mentre finivo di pronunciare la frase mi sono resa conto che parlavo con la voce di altri tempi. Ero superata. Forse per sentirsi cittadini bisognerebbe avere altro. Ma da qualche parte si deve pur cominciare no?
Diamo ai nostri figli quello che abbiamo tolto loro: un futuro e dei sogni in cui credere che si possano avverare:)
Quindi andiamo a votare anche se siamo scossi dai dubbi. Meglio votare che dire ”governo ladro”, perchè quel governo l’hai scelto anche tu con il tuo non voto, lasciando che siano altri a decidere per te.
4 commenti
che bella cosa hai scritto Caterina…
e sei anche una fantastica mamma
Non è rivolto ai figli, ma alle madri e padri..:)
Brava Caterina, brava anche come mamma ed educatrice.
Brava Caterina, mi sa che dovevi fare anche l’insegnante delle superiori, oltre che Dol’s. I ragazzi avrebbero proprio bisogno di persone come te! La politica oggi, è scoraggiante, e i giovani sicuramente si sono accorti che le loro direttive di voto vengono sistematicamente stravolte, dopo, con vari mezzucci, spred, alleanze strane, vari problemi inesistenti creati perchè si possano risolvere a beneficio di alcuni…così, se ne disinteressano.. Però, proprio per questo, se io fossi un giovane, andrei a votare teatralmente e in modo oceanico, pretendendo dal sistema o politico da me eletto la realizzazione del programma concordato, e se questo non dovesse essere, lo cancellerei alle prossime elezioni, senza pregiudizio e senza pietismi. Si creerebbe così la mentalità di una politica come servizio, a tempo, con poca possibilità di creare circoli viziosi. Noi del sessantotto dicevamo “siate realisti chiedete l’impossibile” chissà, adesso i tempi potrebbero essere quelli della realizazione, anche perchè molti di noi, quelli che non si sono mai lasciati stritolare dagli ingranaggi, e sono ancora qui a protestare e lottare nelle piazze, abbiamo allevato degli spiriti liberi e onesti che adesso sono tanti, e potrebbero davvero cambiarei l mondo, se solo prendessero fiducia nella propria esistenza e nella propria forza.