di Antonio Turi
In qualsiasi paese civile un candidato premier che sale su un palco e chiede alla donna che ha di fronte quante volte viene avrebbe perso rovinosamente le elezioni. Come che vadano le cose alla fine, sia pure nell’incertezza di questo momento, è ormai chiaro che questo non è successo nel nostro paese. Indipendentemente dal risultato finale, si apre una fase di ingovernabilità che non potrà che portare a un nuovo voto nel giro di poco tempo. E se andrà così, e io sono pronto a scommettere che sarà così, allora sarà il caso di non perdere ancora tempo e rilanciare una serie di domande che per quello che mi riguarda pongo da mesi.
Ma siamo un paese del cavolo perché c’è Berlusconi o lo siamo perché ci sono Berlusconi e questo Pd? La mia risposta è ancora la stessa: siamo un paese del cavolo perché ci sono Berlusconi e questo Pd. Perché a un leader malato di sesso, incapace di controllarsi, probabilmente anche un po’ malandrino ma che si è impadronito e ha fatto suoi (sia pure disattendendoli nella pratica) alcuni dei bisogni reali del paese, cioè la necessità di modernizzare, di ringiovanire, di combattere una classe politica malandrina, si oppone un Pd mummificato in una classe dirigente che non ne vuole sapere di andar via nonostante perde da secoli in ogni occasione possibile, una classe dirigente che non sa interpretare i bisogni del paese, e quindi non sa parlargli, semplicemente perché forte di una apparato spesso clientelare che garantisce una base minima di consenso, pretende di governare non con un programma ma costruendo la maggioranza in parlamento.
Le elezioni appena concluse hanno mostrato definitivamente, a tutti quelli che si battono a sinistra, che il re è nudo. Che bisogna cambiare il modo di fare politica in Italia e che per fare questo è necessario cambiare l’intera classe dirigente del Pd. Bisogna tornare a fare lavoro politico, quello che piaccia o no ha saputo fare Grillo. Lavoro politico nelle piazze, in ogni luogo pubblico e privato, per cominciare a trasformare il paese e, solo dopo, poter raccogliere il consenso che questa trasformazione porterà.
In mezzo, fra noi e il futuro, anni terribili. Ma anni di sudore finalizzato a una speranza, a un obbiettivo. Anni che se saremo bravi potranno portare a qualcosa.
In questo panorama desolante, una parte fondamentale potrà averlo il mondo femminile. Ma solo a una condizione, che sappia partire da una domanda essenziale: perché un uomo come Berlusconi viene ancora votato da una larga fetta del mondo femminile? Cominciare a rispondere a questa domanda non negandola o disprezzando le donne che hanno votato centrodestra, significa far partire una riflessione capace di mettere in crisi un modello di concezione del mondo femminile che è chiaramente non aderente alla realtà.
Certamente, la riflessione che le donne sapranno fare, se vorranno, sarà uno dei nodi centrali per disegnare un futuro che sia non solo diverso, ma migliore.
1 commento
mi permetto di rispondere con la leggerezza di una filastrocca inventata da me :
Mi son chiesta in questi giorni
dai più beceri contorni,
come mai abbiam sentito
che la “gnocca” ora è ” partito”.
….
Tutti quanti apron bocca
per gridare ” forza gnocca !”
e approfittan del momento
per il rincoglionimento.
…..
Or la “gnocca “, la sfigata,
si rifà alla patata
che oramai s’è rassegnata
a esser sempre associata
a una scemina
o a una vagina
….
Cio’ che spiegarmi non saprei
è perchè si ricorra a lei
se lo gnocco è maschile.
Forse perchè poco virile?
…..
Lo gnocco ,infatti,
si scioglie in bocca
morbidamente,
impotente
come emerito deficiente !
…..
Quindi chiudo questa
sciocca filastrocca
per dir che
se c’è una gnocca
è perchè c’è uno “gnocco”
vuoto in zucca e mammalucco.
ANNA DEMICHELE
MORALE : GLI IDIOTI NON HANNO SESSO !!!!