di Caterina Della Torre
Daniela Brancati grande professionista, giornalista, scrittrice e comunicatrice oltre ad essere stata direttora del TG3 Rai ha coordinato la giuria del premio ”Le immagini amiche”. L’abbiamo intervistata per saperne di piu’.
Sei stata nella giuria del Premio ‘’Le immagini amiche‘’’. Pensi che possa incidere veramente sulla comunicazione pubblicitaria se non cambia la mentalità della clientela pubblicitaria?
Grazie per l’apprezzamento in effetti nella mia vita professionale ho sempre cercato di tenere insieme due interessi: quello per la comunicazione in generale e quello per la promozione dell’immagine femminile. O se vuoi per la rimozione degli enormi ostacoli che ancora oggi ci troviamo davanti. Non ci sono automatismi e sarebbe sbagliato crearne, ma non c’è dubbio che la pubblicità e la tv con la loro forza espressiva, la capacità di penetrazione e l’interattività inducano modelli sociali, vale a dire comportamenti che a loro volta, ripetuti, diventano costume corrente, opinione corrente, insomma plasmano la società.
Ci sono interi trattati di sociologia e psicologia sociale, inutile spiegare qui una cosa tanto evidente che il Parlamento europeo l’ha messa alla base di una propria risoluzione già nel 2008, intitolandola ‘impatto della pubblicità e del marketing sulla effettiva parità di genere’. Nulla incide in assoluto, ma il cambiamento è fatto di tante azioni piccole e grandi che vanno nella stessa direzione. il premio è una di quelle. Quest’anno abbiamo convinto le principali associazioni dei pubblicitari a sottoscrivere una lettera d’impegno a non usare stereotipi mortificanti per le donne. l’anno prossimo, chissà, magari riusciremo a fare lo stesso con gli utenti ovvero gli investitori. Certo nulla è risolutivo, ma le buone pratiche qualcosa fanno e il premio è una di queste. di anno in anno è cresciuto nell’attenzione dei media e questo è già un risultato: che se ne parli come di una cosa importante, un riconoscimento a cui la gente aspira
E le immagini premiate sono veramente quelle più esemplificative?
Devo fare una premessa sul meccanismo del premio. La giuria valuta solo sulla base delle segnalazioni giunte al sito entro un certo limite di tempo. questo risponde alla logica di coinvolgere il pubblico nella valutazione e selezione. se le persone si impegnano a segnalare spot amici delle donne comunque svolgono un’attività importante. Quindi forse ci saranno in giro immagini più significative di quelle premiate, ma i nostri criteri sono la segnalazione da parte del pubblico, l’efficacia della comunicazione e il non uso di stereotipi ecc. Ad esempio fra una trasmissione di nicchia fatta anche meglio e una che si rivolge al largo pubblico a parità di ‘amicizia’ verso le donne scegliamo la seconda, proprio perchè destinata a influire di più.
Ci puoi dire quali sono state le motivazioni dei vari premi?
TRg2 è il telegiornale che maggiormente si è distinto per uno sforzo di cambiamento, non ricorre all’uso di stereotipi nè nel linguaggio, nè nella rappresentazione del genere femminile. Inoltre dedica molto spesso gli approfondimenti della seconda parte a tematiche importanti, quali il lavoro e la creatività femminili, la battaglia culturale contro la violenza alle donne ecc. e spesso adotta una propsettiva di genere anche nell’affrontare tematiche generali
enel affronta la tematica della materia in chiave diversa dal solito, esaltando la potenza procreativa anon il ruolo stereotipo della donna/madre
Leroy merlin per la coerenza della sua comunicazione, che mette al centro figure di donne impegnate in lavori non tradizionalmente femminili. questo è particolarmente evidente nella pubblicità televisiva, ma si evince anche dalla campagna di affissione in cui le donne sono di varia età, vestite in modo normale e non con il glamour tipico della pubblicità e hanno in mano oggetti di idraulica esattamente come gli uomini.
Nuovo e utile. un prodotto che denota altissima sensibilità di genere unita a grande capacità comunicativa
Milano ha ricevuto una menzione alla pari con Reggio emilia. Non c’è scritto da nessuna parte che è la città con minore pubblicità sessita. Noi vogliamo premiare lo sforzo fatto tenendo presente i punti di partenza. E per quanto mi riguarda anche l’esigenza di scrollare di dosso alla città l’immagine di un femminile fatto di olgettine e di consigliere regionali elette per meriti da definire che sfilano per Parah e nel frattempo vanno a prendere minori in questura su incarico del presidente del consiglio. Nessuno è perfetto, Milano non lo è. ;a va dato atto alla giunta che su questo come su altri temi è in totale discontinuità. Reggio ha fatto un lavoro enorme.
Le immagini sessiste continuano a fioccare. Come si può reagire a questa comunicazione fatta con ‘’Occhi di Maschio’’ se sono spesso anche le donne ad avvallarla?
La semplice ‘’denuncia’’ e penalizzazione può fermarle? O ci vuole una legge più severa?
Grazie di aver citato il mio libro Occhi di maschio. Proprio lì c’è un capitolo che s’intitola ‘le donne non sono innocenti’. Non perché donne siamo al di sopra di ogni sospetto. O siamo consapevoli e artefici del cambiamento, oppure siamo complici. Ciascuno scelga in quale campo stare. Personalmente penso che la battaglia culturale – di questo si tratta – non si vince con le pene, ma con la tenace convinzione che dobbiamo portare dalla nostra parte il mondo della comunicazione nel quale, giusto ricordarlo, ci sono ormai tantissime donne. Il premio per esempio serve proprio a questo a far capire che un’altra comunicazione è possibile, vincente ed efficace. Basta fare uno sforzo di creatività.
Rai e MNediaset hanno le loro colpe, anche se ovviamente vanno messe su un piano diverso per il diverso ruolo che hanno. In entrambe manca il rispetto vero verso le donne e lo sguardo, il punto di vista femminile.