di Livia Capasso e Maria Pia Ercolini
Basta con mimose e cioccolatini! L’8 marzo non è la “festa della donna”, ma la “giornata della donna”, una giornata per riflettere sui temi e le realtà che coinvolgono un genere.
Il gruppo Toponomastica femminile romano quest’anno ha celebrato la giornata con mostre di fotografie e biografie, curate da alunne e alunni di tre istituti superiori di Roma (liceo Lucrezio Caro, Istituto Superiore di Via di Saponara, ex Verne, Liceo Socrate) sulle targhe delle “Donne del ‘900 nelle strade di Roma”. Da febbraio ad aprile, grazie al sostegno di Monica Cirinnà e Gemma Azuni (Commissione delle elette del Comune di Roma), esposizioni itineranti attraversano la capitale e i suoi dintorni: dai corridoi della Sapienza alla biblioteca di Aprilia, dai centri culturali di periferia (Gabriella Ferri, Aldo Fabrizi, Elsa Morante) alle biblioteche cittadine.
Aderendo all’iniziativa di Toponomastica Femminile, le celebrazioni hanno assunto molte forme.
Grazie all’impegno di Roberta Cacalloro, agente di polizia, nativa di Bolsena e attiva toponomasta, nonché alla sensibilità del sindaco Paolo Dottarelli, il Comune di Bolsena (VT), il giorno 8 marzo, ha intitolato due strade a due donne: una è Anna Briscia – cittadina bolsenese insignita del premio rilasciato nel periodo fascista a sostegno delle famiglie numerose – e l’altra è Emanuela Loi, agente della polizia di stato, uccisa in servizio, con la scorta di Borsellino, il 19 luglio 1992.
L’amministrazione comunale di Albano Laziale (RM) ha voluto ricordare Vittoria Caldoni intitolandole la scalinata dei giardini della stazione: un omaggio a una figura femminile che ha reso famosa la città. Vittoria infatti, nata ad Albano nel 1805, figlia di un locale vignaiolo, era di “una bellezza così perfetta come non s’è vista dagli albori dell’umanità”, da essere ritenuta la modella più celebre e ricercata dagli artisti più insigni degli ambienti culturali romani.
Nelle Marche si sono avute per l’8 marzo due diverse intitolazioni femminili.
La prima riguarda il Comune di Fermo, che ha omaggiato con due strade Joyce Lussu, scrittrice, partigiana e medaglia d’argento al valor militare, e Ada Natali, prima sindaca italiana, eletta a Massa Fermana. La seconda interessa il Comune di Monterubbiano (FM), che per iniziativa di Meri Marziali, assessora alla cultura e presidente della Commissione provinciale Pari Opportunità, ha dedicato la giornata e la sala grande del Polo Culturale San Francesco a Rosa Calzecchi Onesti, grande maestra di cultura, spiritualità e didattica, che riposa oggi nella terra dei suoi padri.
L’evento creato dal gruppo Toponomastica femminile su fb “Una strada per Rita Levi Montalcini nella mia città”, ha avuto l’adesione di più di 800 persone. Uno dei primi comuni italiani ad aver dedicato uno spazio pubblico alla scienziata, grazie a Vania Piovosi, guida della Commissione Pari Opportunità, è stato Montevarchi (AR): a Rita, scomparsa nel dicembre 2012, è stata intitolata la passeggiata del Colle dei Cappuccini.
Ma anche Scandicci (FI) ha risposto all’appello, impegnandosi a intitolarle nelle prossime settimane, la via d’accesso alla rotonda 17 marzo: Agostina Mancini, assessora alle Pari Opportunità e alla Toponomastica, aveva già mostrato sensibilità verso il tema della memoria femminile proponendo recentemente di dedicare tre aree di circolazione a Miriam Mafai, Oriana Fallaci e Lina Merlin.
E così Bisignano (CS), che ha intitolato 2 vie e una piazza a Rita Levi Montalcini, Maria Montessori e Suor Elena Aiello, e Foggia (FG), che ha omaggiato di due strade Rita Levi Montalcini e Nilde Iotti, prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei deputati.
Anche la Commissione Toponomastica di Modena ha approvato l’intitolazione di un’area pubblica a Rita, premio Nobel per la medicina, anche se non ha ancora identificato il luogo adatto. E cammineremo per via Rita Levi Montalcini in cinque Comuni del Veronese che hanno da poco annunciato la loro intenzione odonomastica: sono Castelnuovo, Legnago, Sona, Valeggio sul Mincio e Zevio.
Buone nuove in Sicilia, dove il gruppo delle toponomaste è molto attivo e numeroso.
Piazza Armerina (EN) ha aderito alla campagna di Toponomastica femminile grazie all’evento “Le vie della parità”, organizzato dall’associazione “DonneInsieme – Sandra Crescimanno”, che ha invitato la cittadinanza a una passeggiata storica tutta al femminile, e ha allestito un banchetto per informare il pubblico sulla disparità odonomastica di genere e su dieci nuove proposte di intitolazione, dirette oltre che a Rita Levi Montalcini, a Sandra Crescimanno (prima vittima locale di femminicidio), Felicia Bartolotta (madre di Peppino Impastato), Ilaria Alpi, Maria Montessori, Sorelle Mirabal, Sibilla Aleramo, Ottavia Penna Buscemi, Alda Merini , Ipazia.
E dall’isola giungono altri contributi toponomastici.
Termini Imerese intitola a tre donne, esempi di impegno civico di particolare rilievo: Francesca Morvillo, Nilde Jotti e Giuseppina Abramo Battaglia, che in loco ha costituito e presieduto la Fidapa, federazione che si batte per i diritti delle donne.
Noto, città gioiello del barocco siciliano, ha dedicato il Teatro Comunale a Tina di Lorenzo, l’attrice drammatica che a soli 11 anni fu iniziata all’arte, recitando appunto in questo stesso teatro.
L’8 marzo a Catania, al Palazzo della cultura, si è tenuto l’evento “L’altra metà del cielo”, con l’intervento di Pina Arena, responsabile dei progetti didattici di Toponomastica femminile e l’intitolazione ufficiale di tre strade, che ricorderanno Indira Gandhi, Francesca Morvillo e Rita Atria, donne scelte da ragazze e ragazzi delle scuole che hanno preso parte al primo concorso indetto dal gruppo.
Ancora una volta si conferma che le buone pratiche di Toponomastica femminile contribuiscono a diffondere una democrazia paritaria e partecipativa.
A San Salvatore Monferrato (AL) il Comune, che intende dedicare la nuova area verde a lato della Chiesa della Beata Vergine Assunta a una donna distintasi per impegno sociale o per meriti in culturali, invita la cittadinanza a suggerire nominativi.
Un altro buon esempio arriva da Scilla (RC), dove la Commissione toponomastica propone sei strade per altrettante figure femminili: Giselda Macrì, giornalista pubblicista e dama di carità, il cui sogno era quello di fare di Scilla un riferimento culturale per l’area dello Stretto e di tutto il Meridione; Antonia Assunta Paladino, medico-psicologa e sindaca; Vittoria Martello, fondatrice di un ospizio per assistere persone malate e sole; Giuseppina Marzano, insegnante ed educatrice; Clara De Franco, professoressa, poetessa e scrittrice; Rosa Imbesi, farmacista e chimica.
Termoli (CB), invece, ha dato al piazzale antistante il cimitero il nome di Santa Madre Teresa di Calcutta, donna coraggiosa, la cui missione era quella di prendersi cura dei “più poveri dei poveri” e “di tutte quelle persone che si sentono non volute, non amate, non curate dalla società e che sono fuggite da tutti”. A Campobasso è stata richiesta una strada per Lea Garofalo, che sfidò la ndrangheta.
Non solo strade.
Il Comune di Bernalda (MT) ha aderito al progetto di Toponomastica femminile impegnandosi ad attuare, nel 2013, un percorso di buone pratiche a partire dall’8 marzo, in cui ha dedicato una targa a Nunziella Russo, già assessora alle politiche sociali del comune e ideatrice del centro assistenza per ragazzi disabili.
L’otto marzo conta anche l’intitolazione della biblioteca di Sanremo (IM) ad Alfea Possavino Delucis, fervida sostenitrice del rafforzamento del ruolo e della parità delle donne in ogni ambito. E un’altra biblioteca veste ora abiti femminili: è quella di Seziano (PV) dedicata alla poeta Alda Merini.
In Lombardia, anche Legnano (MI) rende omaggio alla ricorrenza intitolando una via a Madre Giuditta Baio, suora canossiana e cittadina benemerita.
Il Comune di San Gregorio nelle Alpi (BL) ha deciso invece di intitolare una via all’8 marzo, «per dare evidenza alla giornata della donna, ricorrenza che è universalmente identificata come momento di riconoscenza verso tutte le donne e di affermazione della loro dignità». La strada è di nuova costruzione.
Pescara, che aveva già aderito formalmente lo scorso anno all’iniziativa 8 marzo 3 donne 3 strade proponendo Filomena Delli Castelli – eletta all’assemblea costituente – Anna Maria Mozzoni – promotrice del movimento per il suffragio femminile – e Simone De Beauvoir, intellettuale e scrittrice femminista, ha omaggiato Filomena di una suo largo, mentre il Comune di Città Sant’Angelo le ha dedicato la nuova scuola dell’infanzia.
Un’enorme carrellata di proposte, che certamente non siamo riuscite ad esaurire in questo articolo, testimoniano che, dopo un anno di intenso lavoro da parte del gruppo di toponomastica femminile, molte amministrazioni hanno colto il significato dell’iniziativa: la memoria storica alimenta l’identità personale e collettiva e i nomi di strade, scuole e biblioteche, tramandano il ricordo di chi ha agito per il bene della comunità offrendo importanti modelli di identificazione alle nuove generazioni.
Continuiamo a lavorare in quest’ottica, affinché le donne escano simbolicamente dalle sfere private e rientrino nella polis, per scalzare dalle radici valori e atteggiamenti di cui si nutrono disagi profondi e tragedie quotidiane.
1 commento
Si aggiunge l’iniziativa TRACCE DI DONNE del Comune di Montagna in Valtellina (Sondrio), che per l’8 marzo invita la cittadinanza a segnalare, via mail, nomi femminili a cui intitolare strade, stadi, palazzi.
http://www.newsinfo.it/toponomastica_senza_donne_iniziativa_di_grosio_e_montagna-t3919/