di Antonio Turi
Ebbene sì, è accaduto ancora. Con l’elezione di Laura Boldrini alla presidenza della Camera dei Deputati ancora una volta siamo di fronte alla piena rappresentazione della commedia italiana di maggior successo, quel “Cambiare tutto per non cambiare niente” di gattopardesca memoria, per di più nel caso della Boldrini, un cambiamento timido, appena appena accennato, checché se ne voglia dire. Perché la vera rottura sarebbe stata metterla alla testa del senato, una donna, cioè non solo in un ruolo mai occupato fino ad oggi da una figura femminile, ma in quella che sembra essere sempre più la pool position per il prossimo presidente del consiglio, se non si andrà invece alle elezioni.
Invece niente. Col consueto modo timido e velleitario che caratterizza un partito senza più spina dorsale, Bersani ha fatto un accenno di rivoluzione, una rivoluzioncella, un inizio di mormorio di disapprovazione, insomma, ha messo una foglia di fico davanti alle parti più esposte del sistema di potere che governa il paese sperando che grazie alla curiosità per la novità nessuno vada a vedere cosa si nasconde dietro.
Sia chiaro, niente da dire su Laura Boldrini. Politicamente, mi chiedo quanto rappresenti quei valori di cambiamento proiettati nel futuro e quanto invece una indubbia pulizia e preparazione ma troppo legata a logiche di pensiero superate. Non sbagliate. Semplicemente superate. Ottime quando è stato il loro momento, oggi incapaci di portare il paese nel futuro, ammesso che ci si voglia andare veramente, nel futuro.
Quello che mi preme è invece far notare come l’entusiasmo per la novità e per la schiettezza della figura, così come nel caso di Grasso, serva solo a nascondere il fatto che dietro ci sono sempre i soliti. Che ancora una volta una donna, di valore, si sta prestando a reggere il gioco di un manipolo di vecchi boiardi che proprio non ne vogliono sapere di staccare il sedere dalle poltrone.
Peccato. Perché proprio in questo momento di grande crisi avremmo bisogno di un movimento di donne forti, non più disponibili a coprire i maschietti che hanno rubato la marmellata e che non sono nemmeno pentiti di averlo fatto, anzi, si stanno solo organizzando per continuare a prendersela. Un movimento di donne capaci di dire, ottima idea Laura Boldrini alla Presidenza della Camera. Ma, un attimo? Perché? Per fare che? All’interno di quale percorso di rinnovamento vero?
Invece pazienza. Dobbiamo solo preparaci ad assistere all’ennesimo episodio di una bella figura, questa volta femminile, stritolata dal drago che sperava di poter domare invece di tagliargli definitivamente la testa come andava fatto. Perché era proprio il momento giusto, questo.
3 commenti
Non trovo che una posizione come presidente della Camera sia da buttar via.Peraltro la Boldrini è la terza donna ad occuparla. Quindi è un passo avanti. L’unica cosa che mi preoccupa che con il suo buonismo nonsabbia tener testa agli squali del parlamento. E ce ne sono tanti.
Ma non è che ti brucia che il PD abbia veramente saputo rinnovarsi senza giocare con il pc? Il PD è un partito e non appartiene a nessuno. Invece il M5S appartiene a Grillo. E qui sta tutta la differenza.
Antonio Turi: e che ti parrebbe di Laura Puppato? – neanche la Boldrini è una foglia di fico, ma nel suo caso diciamo proprio che tende a mettere a nudo..
e infatti li pd non sembra proprio che sia capace né intenzionato a valorizzarla
il “dream team” di Bersani, poi.. come giustamente nota Lorella Zanardo, tutti maschi, roba da pazzi – fino a tirare fuori dal cappello Gabanelli (magari!)
Puppato dovrebbe essere la carta giusta almeno per il Ministero per l’ambiente, e invece zitti, come se non esistesse.
hai perfettamente ragione. per bersani e il suo team le donne sono solo una foglia di fico a dimostrazione che non gliene frega niente del cambiamento e l’unica cosa che vogliono è perpetuare il proprio sistema. valorizzare la puppato significa creare potenza alla opposizione interna, la gabanelli no. e allora avanti la gabanelli, se proprio serve una donna e non se ne può fare a meno 🙂
Cosa farà Laura Boldrini praticamente da sola? “La bidella” come quelle prima di lei. Non siamo davanti ad una svolta in senso femminile, ma al solito tam tam d’aiuto, e le donne si sa, rispondono, anche se sanno che durerà poco, che non riusciranno a parlare più di quello che sarà loro consentito, e al primo “svarione” verrà fuori per loro o la storiella della calza e dei fornelli, o quella della Mata Hari. Quando ce ne saranno tante, e che invece di Bersani, Grillo e il Berlusca, avremo tre donne a parlarsi con parole proprie, ci risentiamo per cantare l’alleluia.