di Rita Cugola
Quando il suo nome è inaspettatamente emerso dalle urne, molti hanno reagito con stupore e scetticismo, altri invece con un sentimento di speranza. La neo presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini è infatti un’outsider dei giochi politici: eletta tra le file di Sel apporta oggi una ventata di cambiamento nell’inaffondabile Transatlantico, costantemente in balìa delle ondate d’instabilità ma apparentemente inaffondabile.
Maceratese, classe 1961, è ritenuta da sempre paladina da sempre dei diritti umani Per oltre venti anni infatti, recita la sua biografia, ha collaborato con l’Onu, svolgendo svariate missioni in territori problematici quali Ex-Jugoslavia, Afghanistan, Pakistan,’Iraq, Iran, Sudan, Caucaso, Angola e Ruanda. Successivamente, in veste di” portavoce dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR) per l’Europa meridionale”, si è attivata per l’accoglienza degli immigrati
Nella sua lunga militanza al servizio dei disagiati non ha tuttavia mai dimenticato di sottolineare l’importanza del ruolo primario rivestito dalle donne in ogni angolo del mondo.
Con questo ricco bagaglio culturale ed esperienziale Boldrini si prepara adesso a conquistare il cuore e la fiducia degli italiani. Donna semplice e determinata, sensibile alle differenze che contribuiscono alla grandezza dell’umanità, ha da subito fatto trapelare i suoi obiettivi politici, volti alla sobrietà nello stile di vita, al ridimensionamento dei costi nell’attività parlamentare e all’eliminazione di ogni elemento ritenuto superfluo. L’immensa dignità degli umili di cui è stata testimone nel corso dei lunghi anni al servizio degli ultimi hanno rafforzato queste sue convinzioni. Così, tanto per offrire a tutti un esempio concretoe in perfetto accordo con il nuovo presidente del Senato Pietro Grasso ha deciso di rinunciare da subito ad almeno il 30% del proprio stipendio. Resta da vedere quanti la seguiranno in un simile percorso, ma questa è un’altra storia.
Da Laura Boldrini è dunque lecito aspettarsi un vero sconvolgimento dei valori tradizonali e tradizionalisti della cultura italica: la la sua nomina lascia insomma filtrare un barlume di speranza nella cortina d’impenetrabilità che tuttora circonda coloro che finora hanno dovuto tacere e subire, socialmente e giuridicamete. Donne comprese.
Come lei stessa ha ribadito più volte, “in Italia il ruolo delle donne è ancora debole e secondario. Lo è nel lavoro, nelle istituzioni, nella politica“. E non ci sono dubbi sul fatto che si renda necessario “contrastare quella sottocultura maschilista che persiste in Italia (…). La rappresentazione mediatica delle donne degli ultimi anni ha denigrato la figura femminile come mai era avvenuto nella storia repubblicana. È tempo di riaffermare un modello di donna forte che rivendichi un ruolo centrale nella società.
Poichè, secondo Boldrini (ed è opinione pienamente condivisa) “la conseguenza estrema di questa sottocultura è una violenza che arriva al femminicidio“, un fenomeno “di emergenza sociale che chiede risposte urgenti in termini di prevenzione e di tutela. Non ultima, va proseguita e inasprita la lotta contro la tratta delle migranti e contro il loro sfruttamento sessuale e lavorativo“.
Ma dall’enorme responsabilità che a livello europeo riveste il nostro martoriato paese non può però prescindere alcuna azione svolta al suo interno: “Dobbiamo rafforzare il processo di integrazione europea su base politica e sociale, non solo monetaria e finanziaria”, è il Boldrini-pensiero, ” ribadendo la centralità della solidarietà e del welfare. Il nostro Paese ha una vocazione naturale per svolgere un ruolo di ponte con il Nord Africa, il Medio Oriente e i Balcani. In questo particolare momento storico abbiamo l’occasione di rilanciare le politiche multilaterali nel contesto euro-mediterraneo“.