di Caterina Della Torre
Nella vita si possono cercare di vivere tante passioni, alcune si realizzano, altre no. Ma quando le hai raggiunte con dedizione, sforzo e disciplina e ti vengono sottratte per un desiderio di veridicità, ti senti tradito dalla sorte e non solo.
E’ quello che è accaduto a Mariafrancesca Garritano calabrese del ’78. Talento precoce, già a tre anni indossa le scarpette da danza, come accade a molte piccole ballerine che hanno fatto della danza la loro professione oltre che il loro amore.
Arriva a Milano a 16 anni, da Cosenza dove aveva già praticato la danza.
Ammessa alla Scuola di Ballo della Scala, dopo anni di sacrifici entra nel Corpo di Ballo del teatro scaligero rimanendovi per 16 anni dal ’96 al 2011. E smetterà perchè riceve una lettera di licenziamento per giusta causa, per fine del rapporto fiduciario che lega un datore di lavoro al dipendente. Infatti Mariafrancesca nel 2010 scrive un libro La verità, vi prego, sulla danza! in cui racconta la sua esperienza sul palcoscenico del balletto classico, stigmatizzando il lato oscuro di un mondo che così ”puro” non è, riportando storie di corruzione e di compromessi per un posto sul palco e parlando velatamente dell’ossessione per il corpo perfetto.
Cosa hai narrato nel libro?
Il mio punto di vista sul mondo della danza e le mie riflessioni. Non è un libro scandalo o sull’anoressia, come molti lo descrivono senza averlo letto. E’ stato nell’intervista al noto domenicale inglese “The Observer” che ho confermato quanto gli studi medici esistenti sui DCA nella danza siano veri così come le statistiche, perché purtroppo anche io ho sofferto di anoressia per circa 2 anni e le conseguenze del disturbo alimentare si trascinano nel tempo, se crea dei danni irreparabili.
Le azioni che hai intrapreso come sono state recepite, se non sono state accolte?
Ora è in atto una battaglia legale, certo ho fiducia nella giustizia e mi auguro di essere reintegrata. Forse aver avuto il supporto di tutto il corpo di ballo avrebbe aiutato le istituzioni a capire, ma sapevo che era un’utopia, e non mi ero sbagliata!
Tornassi indietro vorresti nuovamente fare la ballerina?
Certo, è un dono che Dio mi ha dato, non l’ho scelto, sono nata sapendo che avrei fatto la ballerina, ho amato la danza da sempre, con tutto quello che ne conseguiva. La danza è stata un mezzo per poter essere una persona migliore.
Ed ora cosa fai, lavori? E dove?
Continuo a ballare per chi me lo chiede e mi invita, nessuna compagnia a cui mi sono rivolta fino ad ora mi ha offerto contratti; comprensibile direi, ho 34 anni e di solito si preferiscono i giovani al di sotto dei 25 anni. La mia carriera è stata arrestata violentemente, ero appena stata promossa solista, ma ho ballato molti ruoli principali e quindi cerco di ricordare che in qualche modo il sogno è diventato realtà! Ultimamente sono tornata in scena a Milano con “Mi nutro di Arte” presso il Teatro Leonardo da Vinci, dove il 15 Marzo abbiamo sostenuto la 2a Giornata Nazionale del fiocchetto lilla, contro i Disordini Alimentari. L’iniziativa è partita da “Mi nutro di Vita” associazione che mi ha nominata Socio Onorario, a seguito del mio licenziamento. Il 15 marzo è la data in cui il Presidente di Mi nutro di vita ha perso sua figlia Giulia a soli 17 anni, per bulimia. C’è gente che muore per questi disturbi ed io non lo sapevo, l’ho scoperto dopo il licenziamento, ma è la verità e Gesù diceva che “la verità ci renderà liberi”… Mi piace credere che nulla accade per caso, che tutti impareremo qualcosa da questa storia e che il sacrificio di alcuni sia servito a dare speranza a chi ne ha bisogno.