di Lucilla Salerno DonnaTV
Intervista a Vandana Shiva
Nel suo libro Earth democracy lei parla di tre differenti tipologie di economia: naturale, di sussistenza e di mercato, sostenendo che l’economia di mercato fagociterà le prime due.
Ci spiega come accade o accadrà tutto ciò?
Arrivo proprio ora dal Kerala, una regione che ha ridotte entrate economiche. In compenso il suo è un ecosistema molto florido; le persone vestono bene e abitano in case bellissime. Il Kerala è uno stato in cui l’economia di mercato è molto limitata, mentre sopravvivono bene sia l’economia naturale che quella di sussistenza.
L’altro volto dell’economia indiana è rappresentato da stati come il Punjab, ottimo esempio di studio. In questa regione l’economia di mercato è molto florida, si muovono grandi capitali, avvengono quotidianamente molte transazioni finanziare. Ciò potrebbe far pensare ad una situazione di benessere diffuso, invece la terra del Punjab è esausta, l’acqua scarseggia, c’è un’alta incidenza di malati di cancro, e i contadini affogano nei debiti. In questa regione l’economia di mercato ha distrutto l’economia locale di sopravvivenza, e sfruttato al massimo le risorse naturali. Questo perché chi controlla l’economia di mercato, le multinazionali, e gli uomini che le guidano, che spesso si nascondono dietro la facciata degli aiuti umanitari, sono attenti solo agli indici di mercato e al loro profitto, non importa quanta natura possano distruggere. Ma la salute della natura è anche la misura della salute di una società. Ecco perchè anche se l’indicatore generale dell’economia indiana segna una crescita annua del 9% come media nazionale, proprio ora si riscontra un aumento allarmante dei bambini indiani che si ammalano e muoiono per cause legate alla denutrizione: sono oggi più di quanti siano mai stati nel passato, più che nella stessa africa subsahariana. Ed altrettanto evidenti sono le ripercussioni negative sull’ambiente. In India oggi ogni fiume è inquinato, si stanno verificando gravi mutamenti climatici, come ad esempio la mancanza di piogge nel periodo dei monsoni: in generale piove sempre di meno. Abbiamo problemi molto gravi da affrontare, causati da un eccessivo ed incontrollato sviluppo dell’economia di mercato.
Secondo la sua personale opinione qual è in India il ruolo delle donne nei movimenti a difesa dell’ambiente e delle risorse naturali?
Tutti i movimenti ecologisti sono avviati dalle donne. Io sono laureata in Fisica alla West Ontario University, e lì ho preso il mio dottorato, sempre in Fisica, ma poi mi sono “laureata in ecologia nell’“università di Chipko, vale a dire nel movimento creato e condotto dalle donne per proteggere gli ecosistemi della loro terra, l’Himalaya.
Un altro esempio sarebbe l’acquacoltura, che le donne praticano ancora oggi nelle coste indiane. La coltura degli scampi aveva creato delle colture estensive molto saline che rovinavano la terra e l’acqua. C’è stato poi il movimento contro la fabbrica della Coca-Cola, in una regione dell’India, e sono state di nuovo le donne che si sono opposte perché la Coca-Cola ha sottratto loro l’acqua: le donne doveva fare un cammino di oltre 15 kilometri per arrivare all’acqua. L’acqua veniva utilizzata per la produzione della Coca-Cola e quella che veniva rilasciata era acqua sporca. Grazie a questo movimento la Coca-Cola ha dovuto chiudere. Questa fabbrica ancora oggi è chiusa. Siamo di fronte a un movimento portato avanti dalla donne per ragioni molto sostanziali, radicate, legate alla vita, alla società e alla terra di cui fanno parte. Per cui io direi senz’altro che il successo dei movimenti contro l’inquinamento o dei movimenti ecologisti contro la distruzione della terra sono tutti successi delle donne.