Un’altra volta multitasker: Elisa Fangareggi avvocato, mamma e volontaria
di Valentina Generali
Da avvocato a co-founder di Time4life e non di meno, mamma. Elisa Fangareggi è una trentenne modenese mamma di tre bimbe che non ha paura di portare avanti i suoi ideali e la sua attività sfidando il suo ruolo e prendendosi cura in prima persona delle proprie figlie.
Elisa, partiamo dall’inizio. La tua carriera lavorativa comincia come avvocato.
Sì, dopo la laurea in giurisprudenza ho iniziato a lavorare come avvocato. Fino a poco tempo fa lavoravo in uno studio di 8 persone. Con l’arrivo di Time4Life e il crescente impegno e sviluppo dell’attività dell’associazione ho dovuto cessare l’attività in studio passando i clienti ai miei colleghi e anche a mio marito, avvocato pure lui, proprio perché non riuscivo più conciliare e gestire tutto. Il Lavoro, l’ associazione e ovviamente la famiglia. Quindi ho deciso dedicarmi alla mia associazione e alle mie figlie.
Raccontaci di Time4Life
Time4Life è l’associazione di volontariato di cui sono co-founder insieme ad un amico siriano che oggi in poco più di due mesi ha raccolto sette mila volontari in tutta Italia. E’ nata da un bisogno, da una richiesta di aiuto perché quando scoppiò il conflitto, oramai due anni fa, questo amico mi chiese supporto per portare dentro al confine siriano i medicinali che mancavano, gli antitumorali, il latte antireflusso per i suoi parenti che avevano bimbi piccoli. La gente vedendo quello che facevamo ha iniziato a farci nuove richieste e così abbiamo iniziato ad occuparci di un campo profughi, quello di Bab al Salam che si trova a Nord al confine con la Turchia. All’inizio riempivamo i nostri zaini solo con le cose donate da conoscenti e amici poi anche gli aiuti sono aumentati e abbiamo dovuto fondare un’associazione per regolarizzarci e per trasparenza. Così è nata Time4Life. Non siamo ancora una onlus ma siamo un’associazione di volontariato ufficiale. Oggi spesso con i quantitativi che portiamo riusciamo coprire le esigenze di un campo quasi.
Quindi da un lato l’associazione. Dall’altro la mammitudine e le tue figlie. Come gestisci il tutto?
Eh. Una è grande, ha già 14 anni quindi è autonoma e anzi mi aiuta con le due piccole che hanno una 2 anni e l’altra 3 anni. Le piccole vanno all’asilo ed escono alle 15.30 quindi fino a quell’ora sono coperta e riesco a portare avanti la mia attività poi al pomeriggio dalle 16 alle 20 stacco il telefono e mi dedico completamente a loro perché ne hanno bisogno. In missione, perché sto via 8 giorni al mese, in più ho qualche giornata di incontri con aziende farmaceutiche, medici, convegni. Quindi per me i pomeriggi con le mie bimbe sono sacri.
Altri supporti?
Per fortuna ho anche i nonni, i genitori di mio marito, che sono in pensione e se ne occupano per quei giorni in cui io sono via, aiutano il papà, c’è grande collaborazione.
Difficoltà?
La difficoltà più grande a casa è quando sono via, essendo tutti tesi, devono riuscire a non trasmettere la tensione alle bimbe piccole. La più grande sa ciò che faccio ed è serena. Ma se mi avesse detto di vivere male il fatto che ogni tot di tempo devo partire in missione mi sarei data un freno. Condivide ciò che faccio, mi dice “mamma vai” e mi aiuta quindi … questo mi tranquillizza.
Resta il fatto che vai in un paese non sicuro, come gestisci la paura?
Il paese non è sicuro è vero, ma quando sei lì ci sono talmente tante cose da fare che non hai tempo di pensare alla paura. Ci pensi prima di partire o dopo quando sei a casa, quando sei lì non hai tempo.
Poi c’è un fatto e cioè che per me essere genitore non è solo pensare ai propri figli per me significa anche occuparsi dei figli degli altri, è la solidarietà verso le mamme che si trovano in un campo profughi con i loro figli. Tante volte mi sono chiesta come vivrei se mi trovassi io da sola, fuori di casa all’improvviso in una tenda senza cibo né acqua per i miei bambini, se li vedessi come li vedono loro stare male, tossire, pieni di pidocchi, a volte morire per le malattie respiratorie o il freddo… quest’inverno abbiamo portato tantissimi vestiti dismessi ad esempio….quindi anche se rischi la vita e il rapimento resta il fatto che io mi sento di fare ciò che faccio. Ognuno è libero di fare ciò che vuole o che può o che sente. C’è chi aiuta il vicino di casa a fare i compiti, chi va a prendere il figlio del vicino a scuola, ognuno fa ciò che può. Io posso fare questo,mi sento di farlo e lo farò finché mi sarà possibile.
E tuo marito cosa ne pensa?
Quando mi ha sposata sapeva che ero un po’ così, magari non a questi livelli ma comunque lui arriva da una famiglia che andava in missione in vari posti del mondo quindi diciamo che un po’ ci è abituato. Ovvio che è preoccupato, mi dice di stare attenta 400 volte al minuto quando parto ma mi vede felice e penso che questa sia la cosa più bella di tutte.
Torniamo Time4Life. Ogni quanto partite?
Partiamo ogni due settimane stiamo in Siria 4 giorni, andiamo in aereo fino al confine turco. Abbiamo 48 kg disponibili come biglietto aereo. Andando in 10 – 15 persone portiamo circa una tonnellata alla volta di prodotti.
Avete avuto molte richieste di volontari interessati a partire?
Può partire chiunque? Di solito chi parte con altre strutture per queste missioni possiede delle competenze specifiche…
Sì molte richieste ma in effetti tanta gente non ha in mente la situazione. Molti pensano di andare in gita a fotografare i posti e le persone. C’è chi ci ha chiesto quanti soldi diamo se decidono di partire con noi o chi vuole il programma del viaggio… quindi reperire volontari non è proprio semplice. Inoltre la Farnesina ci ha chiesto di rallentare con il reclutamento dei volontari e di ingaggiare solo chi già conosce il territorio chi si sa muovere proprio per evitare rapimenti e dispiego di energie inutile.
Con noi ognuno si paga il volo, non c’è nessun rimborso spese perché io non posso spendere 300 euro di volo per una persona e sottrarli per esempio a del latte che avrei potuto comprare per il campo…quindi ognuno si paga il volo e tutto il necessario. I soldi raccolti servono solo per comprare il necessario per il campo. Quando siamo in missione lavoriamo 20 ore al giorno, la notte torniamo in Turchia e dormiamo 3 – 4 ore e al mattino ricominciamo. C’è il divieto di trascorrere la notte dentro al confine siriano per il rischio di sequestro. In Turchia organizziamo gli aiuti per il giorno successivo. Ci muoviamo in auto, con dei furgoni o dei pick up. Dal campo al confine sono circa 15 minuti di strada la distanza è comunque breve.
Quanti referenti avete in Italia e dove?
Siamo un gruppo su Facebook perché il social network è il modo migliore di collaborare. Scrivi in bacheca i post, puoi fare sottogruppi noi ne abbiamo di regionali, si creano vari punti di raccolta locali.
Cosa vi differenzia rispetto alle tante associazioni di volontariato?
Ma la nostra forza sta in primis nella trasparenza e nella documentazione di ciò che facciamo.
Chi fa la donazione o chi ci ha inviato i prodotti li vede nelle mani dei profughi perché spesso facciamo fotografie, documentiamo. La gente che ci aiuta vede che l’aiuto in effetti arriva nelle mani delle persone, la mamma vede il vestito di suo figlio addosso a un bimbo siriano, riconosce il prodotto che ha comprato… questo dà credibilità a noi e stimola ad aiutare i volontari. Oggi ci sono migliaia di associazioni diverse ma non sai mai dove finiscono i soldi che versi con messaggi ecc.
Se volessimo lanciare un appello…
In realtà l’ideale è fare un versamento sul conto perché in questo modo possiamo giostrarci meglio sulle cose da comprare. Mi spiego. Magari arriviamo lì con tanto latte e scopriamo che qualche altra associazione lo ha già comprato e magari servivano altri pannolini. Se abbiamo i soldi li andiamo a comprare direttamente lì al posto del latte. Là per esempio i pannolini costano 2 euro al pacco quindi ne possiamo prendere molti di più sul posto rispetto all’Italia oltre al fatto che così facendo non abbiamo problemi poi di frontiera per il trasporto. In più in questo modo facciamo anche girare l’economia del paese, guadagna chi ti vende i pannolini. Il che non è poco. Per i viveri serve latte in polvere, latte condensato, cibi energetici, noccioline, arachidi, merendine facili da trasportare oltre che medicinali ovviamente tutto cio’ che serve per curare e nutrire bambini che spesso non mangiano da giorni…
Cosa viene raccolto:
– cibo: scatolette di tonno, sgombro, salmone rigorosamente in olio d’oliva
mandorle, noci, nocciole sgusciate;pistacchi, pinoli;
ceci, fagioli, lenticchie in buste sottovuoto; barrette iperproteiche tipo sesamo e miele, mandorle miele e cacao; latte condensato zuccherato in tubo, miele da 1 kg in busta di plastica; olio d’oliva in busta di plastica;biscotti, frutta disidratata,fichi secchi, datteri, maionese in tubo,tavolette di cioccolata, mousse di frutta
– salviettine umidificate per bambini ,assorbenti igienici da donna
– farmaci sia per bambini che per adulti anche campioni o parzialmente utilizzati, ed in particolare: sciroppi per la tosse, antibiotici, antiepiretici, antidolorifici, antidepressivi, fermenti lattici, vitamine
– creme di ogni tipo, idratanti, con ossido di zinco, dermatologiche
– campioni monouso di shampo, bagno schiuma e detergenti
– stampelle
– telefoni cellulari funzionanti che verranno convertiti in Turchia con latte in polvere
– borsoni da palestra che saranno utilizzati come culle per i neonati
Per la consegna o spedizione contattare “Time4life”
Come aiutare:
Per l’acquisto di latte in polvere e cibo in Turkia è possibile fare:
– una ricarica tramite paypal sull’account time4life4children@gmail.com
– un bonifico su IBAN IT81 M032 7812 9000 0000 0001 613 banca Emilveneta intestato a Time4life.
Paypal per le donazioni è donazioni@time4life.it
Valentina Generali – Milanese, 35 anni, consulente di comunicazione freelance.
Giornalista pubblicista ho collaborato con Gruppo Sole 24 ore, Class Editori, RadioLombardia, Sud Milano scrivendo di cronaca e lifestyle. Nel 2004 sono entrata nel team comunicazione di Ricoh Srl dove per due anni ho ricoperto il ruolo di communication assistant. Nel 2006 entro in MY PR agenzia di comunicazione dove per 6 anni svolgo attività di press office per diverse aziende.
Oggi lavoro come consulente di comunicazione freelance seguendo diverse realtà e continuo collaborare con testate on line su diversi argomenti, uno su tutti “mamme al lavoro” tematica che mi tocca in prima persona.
Proiprietaria del blog http://lamiamammaeroll.blogspot.it/
2 commenti
Pingback: Quando fare la mamma e l’avvocato non è abbastanza. Time4alife – Parla con noi - Blog - Repubblica.it
C’è un piccolo errore di battitura nel link al sito dell’associazione: non è Time4alife ma Time4Life. Il lik http://www.time4life.it è corretto 🙂
Una piccola aggiunta: l’account Paypal per le donazioni è donazioni@time4life.it
Grazie del bellissimo articolo.