Dora Russell –Mrs Bertrand Russell – Ipazia e la guerra fra i sessi un breve ma intenso saggio curato di Marina Calloni.
Ho letto oggi “Dora Russell –Mrs Bertrand Russell – Ipazia e la guerra fra i sessi”, un breve ma intenso saggio curato dall’amica Marina Calloni, prof. di filosofia politica e sociale all’università Milano-Bicocca.
Intenso come intensa è stata la vita di Dora Russell (1894-1986), una vita appassionata, che metteva in discussione le consuetudini e la morale del tempo.
Per lei l’amore era espressione di un’ unione libera, consapevole e responsabile tra individui autonomi e su questa concezione ha fondato la connessione pratica tra legame affettivo e libertà sessuale anche all’interno del matrimonio.
Dora Russel contestava la cultura corrente su maternità, contraccezione (fu co-fondatrice di un gruppo a sostegno della contraccezione, allora considerata un reato), matrimonio, educazione dei bambini, e soprattutto parlava del diritto delle donne al piacere e alla libertà sessuale (stupisce che anche Dora Black, coniugata Russell, abbia mantenuto il cognome del marito, che non abbia messo in discussione anche questa consuetudine).
La sua critica partiva dalla sua quotidianità intima e familiare ovvero facendo divenire il privato pubblico, slancio che avrebbe caratterizzato anche il movimento femminista degli anni ‘70.
Come sottolinea Marina Calloni, Dora è per un’uguaglianza complessa fra uomini e donne, nella piena accettazione delle diversità e (…) la sua lungimiranza sulle questioni di genere fa si che le sue parole ancora risuonino come attuali e necessarie.
Alcuni stralci degli scritti di Dora:
…Ci sono fin troppe prove del fatto che, al presente, anche il maschio che ci professa amicizia e parteggia per noi, sarebbe pur sempre pronto a fregarci il poco che abbiamo conquistato
…La giovane donna vittoriana (…) imparò che un sano appetito si addiceva tanto a un giovanotto che a una ragazza e smise di nascondersi per fare merenda, rendendo giustizia a un buon pasto consumato all’ora giusta.
…Alcuni hanno incolpato la scienza, altri la civiltà moderna, altri ancora il cartello degli allevatori ed i mugnai, ma il vero colpevole, come sempre, resta la Donna. Mille voci si sono levate per accusarla di non fare abbastanza figli, o di farne troppi, di essere una scimmiotta, o una bambolina in ghingheri, di essere una puritana, o una civetta di facili costumi, di essere incolta o di aver letto troppo. E come prima si insultava il suo copro soffocato nel corsetto, ora tocca alla sua magrezza efebica.
…E la ragione sta nel senso di inferiorità inculcato nelle donne da tanta oppressione, e il risultato inevitabile fu che il loro primo obiettivo, mentre combattevano dal basso, fosse quello di provare che valevano tanto quanto gli uomini. Il secondo fu invece di dimostrare che potevano spassarsela tranquillamente anche senza gli uomini. Esattamente come il lavoratore, avanzando nella scala sociale, cerca di provare a se stesso di essere un borghese. Entrambi gli sforzi sono sbagliati. Ciascuna classe ed entrambi i sessi hanno qualcosa di unico da dare al progresso, alla conoscenza, al pensiero di cui la comunità viene privata con questo scimmiottamento.
Oltre alle sue battaglie per i diritti delle donne, Dora Russell è stata un’attivista del movimento pacifista e ha occupato un ruolo importante nella cultura e nella politica britanniche.
L’attualità delle sue affermazioni sorprende non solo nelle questioni di genere, ma nel suo sguardo sulla vita, sulle questioni del mondo, ampiamente condivisibile.
scriveva nel 1927:
“Il processo di civilizzazione non procede imponendo proibizioni morali rispetto a istinti crudi e grezzi, ma rendendo la vita istintuale più duttile e variegata nella sua espressione, grazie a un’ ampia varietà di attitudini apprese mediante l’intelligenza. (…) La felicita umana, il perseguimento della conoscenza, l’espressione delle emozioni nell’arte devono essere gli obiettivi della civiltà e lo scopo per i politici”.
e nel 1973:
“L’ evento importante della nostra epoca non è il conflitto fra capitalismo e socialismo, ma il conflitto fra civiltà industriale e umanità. La sola cura definitiva della guerra è costituita dalla creazione di uno stato a dimensioni mondiali o super stato dotato di forza sufficiente per risolvere con mezzi legali tutti i contrasti fra le nazioni”.
e nel 1983:
“Se crediamo in noi stessi e assumiamo la responsabilità verso il pianeta al quale apparteniamo, allora noi potremo ancora avere un grande destino. Poniamo fine alle persecuzioni.
Accettiamo la liberta che ciascuno ha di pensare e credere, cosi come lui o lei desiderano. Per questo noi viviamo e amiamo”.
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