ALBERTO GIMIGNANI SI TINGE DI ROSSO S. VALENTINO
Nel cuore di Trastevere in un’assolata giornata primaverile avviene l’incontro con un bravo ed eclettico attore italiano: Alberto Gimignani. Alberto, fiorentino di nascita, romano d’adozione, è una persona affabile e simpatica, un grande professionista nell’ambito della recitazione, che si destreggia con abilità tra cinema e fiction, non solo in Italia, ma anche all’estero.
Alberto è tra i protagonisti di una fiction in onda da martedì 23 Aprile su Rai Uno: Rosso San Valentino, sei puntate targate Endemol per la regia di Fabrizio Costa.
Mi vuoi parlare di questo tuo ultimo lavoro televisivo? Di cosa tratta esattamente questa nuova serie televisiva?
Rosso San Valentino racconta una storia ambientata in Liguria, nel mondo dei profumi. E’ una saga familiare ricca di intrighi e grandi passioni. Tutto ruota intorno ad un profumo, in particolare, il “Rosso San Valentino”, un prodotto importante nel passato della prestigiosa azienda Danieli Cosmetici, che ritorna in produzione dopo diversi anni. C’è un grande complotto criminale, oscure trame, che finiscono per rompere un equilibrio. Uno strano incidente è la miccia che fa partire delle indagini a cui è a capo il PM Andrea Ruggeri, che sono io. Indagini che porteranno alla scoperta di torbidi eventi non solo relativi al presente, ma anche del passato. Diciamo che il mio personaggio è un po’ la chiave di questo giallo. Tra cospirazioni, imbrogli e scene d’azione, Rosso San Valentino, ci racconta anche la storia di un grande amore tra la giovane Laura, una chimica, di spiccato talento, specializzata in fragranze (Alexandra Dinu) e Giovanni Danieli (Luca Bastianello), fascinoso rampollo di buona famiglia, figlio del capostipite Guido Danieli (Andrea Giordana). Laura e Giovanni provengono da due mondi molto diversi e per il loro amore dovranno lottare contro tutto e tutti. La loro storia d’amore e passione nasce e si sviluppa in uno spietato mondo industriale.
Nella tua lunga carriera, ti è capitato di interpretare più volte un tutore dell’ordine, non è la prima volta che vesti i panni di un magistrato, ma in questa serie sarai meno “impettito” o sbaglio?
No, non sbagli. Quando Costa mi ha proposto il ruolo del Procuratore Ruggeri, parlandomi anche del suo aspetto, del suo abbigliamento, la cosa mi è piaciuta molto. Diciamo che Ruggeri a differenza di altri magistrati è un tantino “stravolto” nell’aspetto… lo vedremo in giacca e cravatta, ma non mancheranno anche mise diverse, più casual, come ad esempio un bel giubbottino di pelle.
Hai iniziato a Firenze studiando presso la Bottega di Gassman, poi subito lavori importanti con registi di un certo calibro come: Avati, Scola, D’Amelio. Non è da tutti avere questa fortuna. ? Come è stato partecipare al bellissimo film La Famiglia di Ettore Scola.
Devo dire che, sì, sono stato fortunato, probabilmente, in quegli anni nemmeno me ne rendevo conto, più di tanto. Ho iniziato con un piccolo ruolo nel film Impiegati di Pupi Avati e poi ho proseguito partecipando ad un grande lavoro di Scola, La Famiglia. Mi presentai, feci il provino e fui preso per il ruolo di Giulio da ragazzo. Il film, come tu ben saprai, attraversa circa 80 anni di vita di questa famiglia romana. Un’esperienza bellissima, un cast fantastico, stellare, io me la facevo sotto dalla paura…
Hai lavorato tantissimo in questi venticinque anni, sia nel cinema, che nella fiction, anche fuori dai confini nazionali. Mi vorrei soffermare un attimo sul tuo lavoro d’Oltralpe. In Francia hai recitato per il cinema e per la televisione e so che sei molto amato dai francesi. Tra i vari prodotti artistici a cui hai preso parte cito solo 2 film: “Salle Gosse” di Claude Mourieras, “Premier Cercle” di Laurent Tuel al fianco di Jean Reno. Una curiosità: come sei finito a Parigi?
Erano i primi anni novanta, parlavo già un po’ il francese, ero a Parigi insieme alla mia fidanzata e incontrai il suo agente, entrai in agenzia e iniziai a lavorare anche li. Sono passati diversi anni dal mio esordio francese, e continuo ancora a lavorarci. Mi piace molto Parigi e la Francia, mi piace il loro modo di lavorare. Da loro è ancora com’era qui da noi una quindicina di anni fa.
Non ti chiedo quali sono i tuoi progetti per il futuro, anche se so che ce n’è uno, ma che per scaramanzia ancora non vuoi rivelare. Prima di salutarci vuoi aggiungere qualcosa?
Si, che ci vediamo prestissimo con Rosso San Valentino, su Rai Uno.