di Daniela Domenici
Un’artista dalle mille sfaccettature è Andrea Visalli. Per lei la materia prima deve essere pura e così i suoi spunti che vengono dalla natura stessa. Per arrivare anche al tatuaggio.
Vivi e operi da molti anni a Messina, da quanto esattamente? Di dove sei originaria? Cosa ti ha portato a vivere in Sicilia e in particolare a Messina?
Vivo in Sicilia da quasi 20 anni ma in realtà sono nata, consentimi di dirlo, in uno dei posti dove madre natura, a mio parere, si è soffermata più a lungo nel dipingere quei monti che la circondano, sto parlando di una vallata alle pendici delle Dolomiti. Diversamente da chi di solito emigra al nord la mia famiglia ha deciso di emigrare al sud, in particolar modo a Messina.
Sei un’artista assolutamente eclettica: sai lavorare il legno con cui crei delle splendide opere, dipingi, fai disegni a carboncino, crei monili con gli oggetti più disparati…hai fatto studi artistici oltre ad avere un innato talento?
Mi sono diplomata all’istituto d’arte all’età di 18 anni ma in realtà pur avendo compiuto studi artistici, io mi ritengo, con molta umiltà, un’autodidatta, in primis perché uso soprattutto materiali che si trovano in natura e si legano con il mio essere libera. Amo e faccio mia l’arte del riciclaggio, non oserei mai mettere sopra le mie opere in legno dei prodotti chimici perché per me anche il legno ha un’anima e perciò va rispettata, ogni piccolo spunto che vedo in natura grazie al mio estro lo trasformo in qualcosa che tutti possano amare, perché possano recepire la sensibilità che trasmetto con quello che creo.
Sei anche una tatuatrice; anche se personalmente non amo i tatuaggi devo oggettivamente riconoscere che i tuoi sono delle vere opere d’arte…quando , come e perché hai iniziato quest’attività?
Ti ringrazio molto per avermi definita una tatuatrice ma in realtà questo mio hobby è solo una passione tant’è che preferisco tatuare me stessa e li eseguo solamente ad amici veri e intimi che come me comprendono il significato di ciò che rappresenta un tatuaggio. In quanto è proprio di significati che si tratta e non di semplici scarabocchi come spesso vengono definiti.
Il tatuaggio ha una storia a volte bella a volte cruda, come non ricordare i campi di concentramento dove questo marchio sigillava la schiavitù di un popolo che dopo aver ricevuto il sigillo diventava solo un numero e poi le opere che alcuni carcerati, con molteplici difficoltà, hanno voluto marchiare sulla loro pelle come se si volessero attaccarsi ad una forza che dentro di loro si sprigionava a tal punto da diventare un opera d’arte che solamente la morte poteva cancellare. Mentre oggi, purtroppo, troppe volte vedo persone che usano il tatuaggio come moda disconoscendo l’importanza di ciò che si sta per fare e da questo tengo a dissociarmi. Spero di continuare a mantenere nel tempo questa mia idea così pulita ma, allo stesso tempo, misteriosa.
So che sei profondamente buddista; pensi che ci sia un legame tra la tua filosofia di vita buddista e il tuo essere artista?
Vedi, la parola stessa “budda” tradotta vuol dire proprio “illuminato/a” e come ben sappiamo è proprio grazie all’illuminazione che gli artisti riescono a realizzare i propri lavori o opere. Per quanto mi riguarda, se vogliamo entrare un po’ nello specifico della spiritualità, è proprio grazie alla pratica che spesso, anzi sempre, sono riuscita ad affrontare momenti di sconforto ed è per questo che mi ritengo io stessa una donna molto fortunata nell’averla incontrato.