di Caterina Della Torre
Sì, Carlotta si sorprese enormemente. Le sembrava di aver riconosciuto quel ragazzo biondo, alto e occhi verde bosco che aveva incontrato una volta molto tempo prima…in un dipinto. O sarebbe meglio dire che le era sembrato essere uscito da un affresco in un un muro di una villa palladiana nel Veneto.
Vi era andata per viaggio di piacere e di cultura insieme. Una domenica che non sapeva come ‘spendere’ il tempo. Era sola, ma sapeva gestire bene la sua solitudine, anzi, quasi la entusiasmava. La mancanza di punti di riferimento fissi, amici, parenti, cose da fare e persone da trovare, le concedevano l’opportunità di allargarsi nel tempo e nello spazio e di vedere quello che al momento le sembrava più accattivante ed interessante. Sì sentiva libera come una farfalla e si poggiava dove le gradiva maggiormente. Per poi riprendere il volo per non sapeva dove…
Ma ricordava che quel giorno, forse lontano perchè lo aveva rimosso dalla mente, ma sostanzialmente vicino, solo qualche mese o un anno prima, stava visitando gli interni della bella villa Barbaro di Maser, costruita da Andrea Palladio e affrescata da Paolo Veronese e mentre ammirava un fantastico e gioioso ”tramp l’oeil” dipinto su uno dei muri le era parso davvero che da quel punto stesse uscendo un ragazzo che, aprendo la porta, lasciava intravvedere il retrostante atrio. Era in costume d’epoca, ma era ad altezza d’uomo, alto come lei e la guardava in viso. Si era soffermata a lungo su quella figura, flessuosa, snella, serena e ammiccante. L’occhio non voleva lasciare l’immagine, ma improvvisamente sentì una presenza alle spalle e si voltò.
Le sembrava proprio l’imagine riflessa del ragazzo nel dipinto sul muro. Si ricordò che vacillò, quasi a perdere i sensi, ma il ragazzo la sorresse tenendole la schiena con la mano destra.
”Alles gut?” le chiese in tedesco.
Carlotta lo masticava male allora, il tedesco, ma la sorpresa era ciò per cui era ammutolita così improvvisamente. Si staccò repentinamente dal ragazzo, gli toccò i vestiti ( un maglione di lana grezza ed una giacca di velluto a coste) e corse via, verso la scala d’uscita. Arrivata fuori riprese fiato. Si guardò nuovamente alle spalle per vedere se la figura l’avesse seguita. Ma non c’erano nulla e nessuno. Si affrettò ad uscire dalla sontuosa villa e a scomparire oltre il cancello.
Ecco la persona che aveva davanti ai suoi occhi allora nel bar viennese, era proprio quella che aveva incontrato nella villa canoviana, o almeno sembrava lui. Il ragazzo le sorrise e si avvicinò al banco prendere il caffè che aveva ordinato per lui e il suo amico: Karl.