di Caterina Della Torre
La carriera il potere che a questa consegue, non è tutto e lo dice colei che lo ha a lungo perseguito ed ottenuto. E le lotte di potere alla fine stancano. Ce lo racconta Isabella Ghislandi. Laureata in Economia alla Bocconi, da 3 anni, ormai, si è ritirata dal mondo del lavoro per scegliere la qualità della vita e fare ciò che aveva rimandato perché impegnata nel lavoro e nel crescere i figli.
”Ho sempre dichiarato di voler “ mollare” presto, ma nessuno ci ha mai creduto, sottovalutandomi.
Finchè ho lavorato, l’ho fatto con grande passione , la stessa che metto oggi nel volontariato.” (parole di I. Ghislandi)
Bergamasca del ’53, divorziata, con 2 figli: uno di 27 anni vive e lavora a Praga, e l’altra 24 anni che vive a Milano sta per laurearsi alla specialistica in Agraria
Dopo la Laurea nel 1976 lavora per Caleppio ( casalinghi di plastica che sembra legno a marchio Robex) ufficio pubblicità e marketing , Boston ( responsabile DIY per Bostik colle e nastri adesivi), STAR. Nel 1990 approda in SMH (ora SWATCH) finalmente dirigente, direttore divisione OMEGA e PIERRE BALMAIN ( erano gli anni della follia Swatch ) e poi finalmente nel 1995 diventa direttore generale di Chantelle ( lingerie francese di qualità ) e nel 2005 lascio proprio quando inizia la banalizzazione del settore ( Intimissimi etc); approda in Swarovski come direttore Generale CGB
e ci rimane fino a che, sopravvissuta a guerre di potere, denunce in casa mdre, lettere anonime e tutto il male possibile, non riescea farmi preparare no scivolo in attesa della pensione anticipata.
Ci parli della tua attività lavorativa? Qual è stata l’azienda dove hai lavorato con maggiore piacere?
Mi posso definire un ‘esperta in beni di consumo avendo lavorato sempre in aziende BTC. Ho fatto tutto il percorso tradizionale da Product manager a Direttore Marketing,poi direttore commerciale, poi direttore di divisione, poi direttore generale, cambiando aziende e mercati di riferimento
L’azienda in cui ho lavorato con maggiore piacere è stata la Chantelle perchè il prodotto ( lingerie di alto di gamma) era affascinante, perchè era la prima volta che facevo il “capo” della filiale , alla casa madre erano molto disponibili e il fatto di andare a Parigi molto sovente mi faceva piacere
La carriera, quanto contava per te?
La carriera, in quanto misura della proprie capacità e competenze, ha sempre contato abbastanza
Da da 1 a 10?
8 otto tuttavia mi fa piacere dire che la mia vita è sempre stata divisa in 3 parti di peso variabile a seconda dei periodi : famiglia, lavoro, montagna
Era più importante la posizione o fare qualcosa che ti realizzasse?
Tutti e due, mi spiego meglio: la posizione è la misura ufficiale ed universalmente riconosciuta del tuo valore, quindi se sei inserita nel sistema tanto vale usare le sue unità di misura e quindi più in alto sei nella scala professionale e meglio è.
Lavorare mi piaceva molto ,comandare anche , lo facevo con passione e mi sentivo realizzata. Ho sempre cercato di essere un capo aperto ai suoi collaboratori, non ho mai usato quelle stupide tecniche di dimostrazione del potere: riunioni alle 13 o alle 18, negazione delle ferie etc però non sono mai stata la “mamma” dei collaboratori, non avevo un confessionale aperto ed ero esigente con me e con gli altri.
Perchè hai lasciato l’attività nel settore commerciale per dedicarti alla solidarietà? Interesse, moda, cambiamento di valori?
Sono sempre stata una persona che si annoia facilmente, molto più proiettata nel futuro che nel presente o nel passato, ad un certo punto la lista delle cose da fare al difuori del lavoro è diventata più attraente del lavoro stesso, quindi mi sono preparata uno scivolo di uscita e nel modo e nei tempi giusti ho potuto iniziare il mio progetto ” frigo” e ti assicuro che lo sto realizzando. Si chiama cosi perchè questa lista stava fissata con un magnete sul mio frigo.
Oggi, oltre a viaggiare moltissimo, sto facendo volontariato perchè sento che sia giusto dare o condividere con i più disagiati. Dopo aver vagato in diverse esperienze di volontariato credo di aver finalmente trovato il mio percorso: volontaria ABIO ( bambini in ospedale) e responsabile amministrativa di ITAMA( italiano per le mamme).
Ho deciso che non avrei percepito danaro a fronte del mio lavoro per cui oltre a fare il volontario faccio anche il consulente professionale però “retribuita” in cambio merce
Quanto pensi che i progetti sociali oggigiorno abbiano spazio nella nostra società e perchè?
Assolutamente si. Penso anche che visto che le istituzioni sono spesso un po’ carenti, l’attività di volontariato sia assolutamente necessaria. Anche se, dopo 3 anni di collaborazioni con ONLUS, mi rendo conto di quanto ci sarebbe da fare per superare la carenza di governance e l’elevato individualismo che affligge le piccole associazion. Esse si basano soprattutto sulla disponibilità di tempo offerto dai volontari , i volontari vedono esaurita la loro missione nella pratica e pochi sono quelli che considerano significativa la gestione strutturale dell’associazione
Se tornassi indietro rifaresti tutto?
Assolutamente no!!! nella mia vita ho fatto scelte molto precise che sono anche state fonte di grande sofferenza temporanea, ma mi penso come una donna realizzata e sono fiera di esserlo.