di Caterina Della Torre
Uscita dal locale, la giovane italiana percepì che qualcosa era cambiato. In lei, nel mondo che la circondava, nelle cose in cui credeva e in cui avrebbe voluto credere per sempre. Forse erano sogni di ragazza quelli che aveva rincorso: un bello straniero a Milano, un affascinante giovanotto in un arazzo, e poi tanti amici, tante esperiense da scoprire e mondi da afferrare.
Ma forse lei voleva e cercava altro. La verità, non la fantasia, un rapporto sincero, vicino, umano, caldo e gioioso, forse non romantico, ma concreto e rassicurante. Cosa le stava proponendo il musicista austriaco? Un rapporto con sballo e poi cos’altro? Certo sarebbe stato forse bello, la incuriosiva non poco, ma temeva di lasciarsi andare e non riuscire a riprendersi in mano.
E quindi, una volta fuori dal locale, Carlotta prese una strada che la portava lontana dal locale, verso la verde collina che una volta aveva attraversato per sbaglio e che via via che si saliva si trasformava in una fragile boscaglia. Anche stavolta ci era capitata per caso seguendo i suoi pensieri aggrovigliati. E l’aria che emanava dalla fresca verzura le riempiva i polmoni.
No, non sarebbe tornata. Forse non ne valeva la pena. Sicuramente avrebbe fatto meglio ad utilizzare il suo tempo altrimenti….
Questo ed altro ricordava quando, affacciata al torrente che scorreva sotto di lei, pensava alla sua vita trascorsa, a quello che aveva visto e fatto ed a quello davanti al quale si era tirata indietro prima di… Ecco non riusciva ancora a pronunciarlo e preferiva accantonare quel pensiero molesto che le trafiggeva la mente ogni qual volta che gli lasciava il tempo di ritornare.
Ma forse era un problema irrisolto che doveva chiarire con se stessa una volta per sempre.
Sì, quello che aveva avuto, forse se lo era meritato, ma non riusciva a sentirsi pienamente colpevole. Se ora era ridotta ad una sedia a rotelle ed il suo bellissimo mondo era mutato tutto ad un tratto, qualcosa doveva aver causato la grave menomazione. Forse irreversibile