di Caterina Della Torre
La sua via era stata sempre in fuga, alla ricerca di qualcosa di più o qualcuno di meglio.
Aveva girato mezza Europa, in Olanda, in Inghilterra, in Spagna negli States (il paradiso per m0lti giovani), favorita dal lavoro che spesso la ”inviava” all’estero, ‘chiamata’ a cui lei era ben felice di rispondere. Ma poi aveva deciso di fermarsi nela sua città o almeno quella che era diventata la sua città, Milano. Sembrava fatta per i single. Famiglie ce ne erano, ma il 50% dei matrimoni finivano in separazione e divorzio. La vita sociale della città tendeva ad aggregare quelli che erano di passaggio o che rimanevano nel capoluogo anche solo per qualche anno. Quindi era facile fare nuove amicizie, ma anche perderle. Come era stato per Carlotta che ad un certo punto si era ritrovata da sola, perchè tutti i conoscenti ed amici erano ritornati a casa o erano partiti per un’altra destinazione. Ed erano diventati ‘amici di penna’:)
Fino a che una giorno non si era imabattuta in un uomo, sposato.
Aveva sempre giurato a se stessa che si sarebbe tenuta lontana da storie ambigue e incerte che implicavano accessi passionali e tanto dolore o malinconia dopo. Lo aveva imparato ascoltando le storie delle sue amiche. Sembrava che ad ogni donna corrispondesse una storia dolorosa, equivoca.
O forse era che le sue amiche non più adolescenti, ma immerse nel mondo del lavoro e della grande città avevano avuto modo di imbattersi in varie specie umane di uomo. E alla fine anche lei aveva conosciuto, nonostante i buoni propositi, una storia extra, come la chamava lei.
Già forse la professione che esercitava, doveva metterla in preavviso. Avvocato, cinquantenne, con moglie e figli, ancora in giovane età.
Si era rivolta a lui per una questione legale che riguardava i rapporti con l’azienda in cui lavorava e glielo avevano raccomandato caldamente degli amici.
Entrando nel suo studio in via Manzoni a Milano, ricco di dipinti e sculture moderne, si rammenta che sentì una forte pressione sul cuore, come una sensazione di disagio…E lei credeva ai segni premonitori. Appena entrò, appoggiando lo spolverino all’attaccapanni, lo fece reclinare e cadere. Si affrettò a tirarlo su in posizione verticale, ma il sordo tonfo aveva fatto accorrere le molte persone che lavoravano nelle varie stanze.
Infine, fu fatta accomodare nello studio dell’ avvocato dopo essere stata annunciata da una giovane donna (una bella ed aitante ragazza, una praticante probabilmente). Questi era momentaneamente occupato al telefono.
Appena la chiamata terminò, l’uomo rivolse il suo sguardo su di lei e Carlotta sentì qualcosa sciogliersi dentro lo stomaco. Era bellissimo, o quantomeno per lei, così le pareva. Lineamenti irregolari, occhi piccoli ma vivaci ed uno sguardo galante ed indagatore…Il mezzo busto che si protendeva dalla sedia non faceva intravedere se vosse alto o basso, ma la circonferenza del polso e la lunghezza della mano lasciavano presumere un corpo longilineo.
”Buona sera, signora …o signorina? Si accomodi pure e mi dica…”
Cominciò così in modo assolutamente formale il loro incontro. Con lei che tirava fuori le carte da mostrare e lui che faceva il giro del tavolo per aprire le tende e fare entrare le ultime luci del giorno…
Carlotta non comprendeva quella gioia interiore che si stava facendo largo tra i suoi pensieri. Lui tutto sommato non era forse un granchè, ma quando la guardava le si illuminava lo sguardo.
Tutto ciò fa presagire una storia d’amore e passione, vero? Ma non sempre è così.