Oliviero Toscani. Dice ”il maturo signore” che la colpa se le donne vengono violentate è loro, perchè si vestono in modo accattivante (per essere gentili) con ”tacchi a spillo e rossetto”.
Avrei dovuto scrivere di altro oggi. Forse di tecnologia, di pari opportunità, di imprenditoria, di mamme e papà, di lavoro, di vacanze in arrivo, etc.
Ma c’è qualcosa che urge e che non può passare sotto silenzio, credo, come molti argomenti che si riferiscono alle donne e che spesso vengono liquidati come ”marginali”, oppure con un acido ”ve lo siete voluto voi”
Se gli uomini, cioè esseri umani di sesso maschile uccidono così tante donne che rifiutandosi al loro volere, escono dalla loro orbita di potere, oppure che desiderano, ma non possono avere, di chi sarà la colpa? Degli ormoni che ruggiscono dentro la pelle e le membra virili o di chi li ha educati a volere e distruggere quello che non possono avere? Cioè le famiglie, ma anche la cultura. E se questa cultura viene poi avallata da grandi nomi d risalto?
Facciamo un esempio: Oliviero Toscani. Dice ”il maturo signore” che la colpa se le donne vengono violentate è loro, perchè si vestono in modo accattivante (per essere gentili) con ”tacchi a spillo e rossetto”.
Ma chi è che istiga le donne a vestirsi i maniera così poco acconcia secondo il fotografo (che forse però cerca notorietà con questa sua affermazione). Non è la pubblicità? E dietro la pubblicità non c’è il profitto dell’azienda?
Cosa dire poi di campagne così ”smutandate” come quella linkata, che addirittura la Gazzetta del Mezzogiorno considera ”provinciali”? Provinciali! Direi immature e poco creative.
Insomma, alla fine, si potrebbe legare direttamente la pubblicità (e quindi l’azienda cliente) all’uccisione delle donne così ricorrente ai nostri giorni, o no? E se no, perchè lo si nega, perchè è bello fare profitto ma non attenersi ad un codice etico che nemmeno lo IAP riesce ad imporre alle aziende pubblicitarie?
Di cosa parla Toscani? Le consiglierei di tornare al tuo obiettivo fotografico. E’ da un po’ che non si vedono le sue grandi ”opere fotografiche”