Abbracciata al cuscino Carlotta pensava al dopo. Era davvero diventata l’amante di Luigi, ma cosa volesse dire essere ciò non ne aveva idea. Fino ad allora non le era mai successo. Ma si disse anche che stava a lei decidedere se continuare questa storia appena iniziata o troncarla subito.
Le era piaciuto e molto, quell’uomo non più giovane, era però stato molto attento alle sue esigenze. Aveva prima di tutto pensato a lei, al suo piacere, l’aveva trattata come un oggetto prezioso, un fiore raro. Si era sentita importante, la prima, l’unica, la più bella, la più felice, la più sexy, la più di tutto. Questo voleva dire essere innamorata? No, non voleva e non poteva..no con un uomo sposato….
Mentre rimescolava nella mente questi tortuosi e confusi pensieri Luigi rientrò dal bagno e vedendola aggrappata ai ”cuscini umani” scoppiò in una fragorosa risata. Non c’era niente da ridere, si disse Carlotta. Quel gesto voleva dire tante cose, infine, nascoste ed annidiate in un cuscino. Ma lui non aveva capito.
”Sei bellissima, cara, ti è piaciuto?” – esplorò consapevolmente.
Ma che cosa c’era da indagare, non si era capito che aveva gradito?
E poi perchè dirle che era bella, anzi bellissima, e non che si era trovato bene? Domande, dante domande che correvano nel suo cuore, rimbalzavano nella pancia e nelle viscere, facendo un gran rumore, ma non uscivano dalla sua bocca. Ma doveva rispondere.
”Certo, sono stata bene. Sono felice… ” Appena detta quella frase, si accorse di aver sbaglato a dare all’ uomo l’idea di pieno appagamento.
Intanto lui cominciava a rivestirsi dandole le spalle e replicò semplicemente con un ”Bene”
Cosa avrebbe dato per una carezza aggiuntiva fuori dell’amplesso, un bacio a fior di labbra, privo di desiderio, ma pieno di affetto o almeno gratitudine o complicità. E invece niente. Solo ”bene” ed un frettoloso ”incamiciamento”.
A questo punto toccava a lei rivestirsi. Uscì dal letto per andare in bagno mentre lui si infilava calzini e boxeur. Si sentiva nuda. ”Che strano…” – si disse. Perchè si sentiva spogliata? Non aveva fatto l’amore con l’uomo che aveva davanti fino a pochi minuti prima? Mettendo in comune uomori, sensazioni, pelle, mani, braccia, e molto altro?
Si sentiva a disagio forse perchè intuiva che dal momento in cui sarebbero usciti dalla porta e saliti in auto le cose sarebbero significatamente mutate.
Tornata nella stanza, prese a rivestirsi velocemente, come se qualcuno l’attendesse.
Abbandonata la stanza, procedettero nel lungo lungo corridoio separatamente, come se seguissero strade diverse, non abbracciati o mano nella mano come due inammorati, ma come due anime colpevoli di aver consumato un atto adulterino. Provò una stretta allo stomaco, che nemmeno una pillola di malox le avrebbe sciolto.
Scesi dalla piccola rampa dell’hotel, Carlotta inciampo’ nei suoi stessi passi e rischiò di cadere. Luigi diretto con le chiavi in mano all’autovettura, non si voltò fino a che non sentì il tonfo giù per le scale, ma non si avvicinò per aiutarla, manco ci fossero delle telecamenre puntate su di loro pronte a riprenderli per uno scoop.
No, così non andava bene, dichiarò a se stessa Carlotta.