di Sofía Vega Ocaña
traduzione di Andrea Zennaro
A sud della Spagna, la città trimillenaria di Cadice, uno dei tanti gioielli del Mediterraneo, è da sempre un punto di scambi di culture, grazie alla sua posizione geografica privilegiata: collocata tra due mari e due continenti, è anche un punto importante per la partenza verso le Americhe.
Lo stradario cittadino ha un carattere storiografico, la cui toponimia risuona in questa terra flamenca. Rendendo onore alla sua storia, Cadice ha dato alle proprie strade nomi di uomini illustri e valorosi, nomi che si riferiscono a fatti storici e politici indimenticabili ma anche nomi dalla provenienza sconosciuta, affissi ai muri dopo la crescita urbana sfrenata degli ultimi decenni.
Ma che posto rimane per la toponomastica femminile nella storiografia stradale di Cadice?
Riflettere su questa questione è il principale intento di quest’articolo, in cui si metterà in relazione il prestigio degli spazi della città di Cadice con le diverse tipologie di toponimie femminili che li occupano.
Dal punto di vista quantitativo, la toponimia femminile esistente a Cadice sfiora appena il 10%.
Circa la metà della suddetta toponimia si riferisce a figure legate alla vocazione mariana o a donne della mitologia e della letteratura: personaggi femminili frutto dell’invenzione o del misticismo religioso. L‘altra metà ricorda donne reali, in carne e ossa, che occupano solo il 5% della toponomastica cittadina. Ci riferiamo a donne di rilievo nel panorama locale o nazionale, per la loro professione o per le loro origini nobili e anche per le enormi tracce che hanno lasciato nel mondo della fede.
Se analizziamo la qualità dei luoghi intitolati a donne, notiamo che le intitolazioni femminili religiose occupano aree urbane più significative di quelle non religiose. In altre parole, la toponomastica femminile religiosa è collocata in punti strategici della città, dove le strade, costellate di elementi storici, hanno valore territoriale e importanza urbana. Da questo punto di vista spicca la centrale e rumorosa Plaza Candelaria, o la storica calle Rosario, chiamata così in onore della Cappella del Rosario che la decora; entrambe le strade testimoniano vocazioni mariane.
La toponomastica femminile non religiosa, corrisponde, salvo rare eccezioni, a luoghi periferici, più comunemente conosciuti nella capitale gaditana come “extramuros”, quartieri operai costruiti rapidamente, le cui abitazioni sono in gran parte popolari.
Si può portare l’esempio della calle Clara Campoamor – grande politica femminista spagnola – collocata nel quartiere periferico di La Laguna. Anche la toponomastica femminile gaditana che si riferisce al mondo artistico si trova in strade dove l’attività cittadina è impercettibile, a volte in condizioni disdicevoli, come nel caso della via dedicata alla cantante di flamenco Rosa La Papera. Non dissimile l’ubicazione di strade dedicate a “donne collettive”, coma Plaza Viudas (Piazza delle vedove) e calle Hospital de Mujeres (via dell’ospedale delle donne).
Non mancano vie che richiamano personalità storiche legate al prestigio ereditato per nascita e/o matrimonio. A Cadice sono molto numerose e spesso occupano spazi urbani di rilievo, come nel caso della calle Isabel la Católica, di antica intitolazione, situata in pieno centro storico, o di Plaza Reina, più piccola della precedente, sempre nel centro di Cadice. Quando la toponimia femminile è di recente intitolazione, come per la calle Infanta Leonor o la Plaza Reina Sofia, entrambe risalenti all’ultimo decennio, si torna ai quartieri periferici.
Un altro gruppo toponomastico femminile è dedicato alle mogli di personaggi importanti che occupavano posizioni privilegiate nell’economia, nella politica… ovvero, donne ritenute meritevoli innanzi tutto per la parentela con una qualche figura maschile di spicco e, in secondo luogo, per il loro patrocinio in opere educative, religiose e culturali, portate a termine grazie alla personale posizione economica di cui esse godevano. Generalmente, nella città di Cadice, a queste donne sono intitolati spazi di enorme prestigio sociale. Possiamo citare il caso della avenida Ana de Viya de Cádiz, gaditana vissuta tra il 1839 e il 1919, fondatrice del Collegio salesiano della città.
Inevitabilmente questa riflessione toponomastica porta a generare una coscienza sociale, a rivendicare una diversa visibilità femminile e a chiedere altri punti di riferimento nella città gaditana, basati su nuovi modelli di donne.
Oltre alle donne ricordate per i propri meriti scientifici, culturali e politici nella società, reclamiamo l’intitolazione di strade anche a gaditane che, escluse dai livelli superiori della formazione per motivi economici o di classe, siano comunque riuscite a rompere il tetto di cristallo e di acciaio con cui il patriarcato punisce le donne, tanto più se appartengono agli strati sociali più bassi.