di Caterina Della Torre
Si sentiva fortemente a disagio e, per superare l’imbarazzo che la situazione le creava, chiese la strada del bagno.
Si alzò di scatto come per fuggire, ma le gambe le cedettero e ricadde all’indietro.
L’avvocatessa le si avvicinò in soccorso, ma Carlotta vedeva doppio, luci sfocate e le gambe, le gambe che non reggevano il peso del corpo. ”Sarà l’emozione” – pensò – ” la rabbia, l’umiliazione o la vergogna.”
Riprovò ad alzarsi, ma anche stavolta le gambe le vennero meno e soprattutto continuava a vedere le immagini duplicate, e il braccio destro formicolava e si tendeva nervosamente.
Non capiva cosa le stesse accadendo. Poi sentì tante voci e movimenti intorno a lei, ma non riusciva a muovere nessun muscolo del corpo…
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Si ritrovò al pronto soccorso del Fatebenefratelli, con il braccio di Luigi intorno al corpo che la sorreggeva.
”Ma cos’ho?”
”Non ti preoccupare fra poco ti visiteranno…”
La voce e l’atteggiamento di Luigi le sembravano così nuovi. Voce calda e confortante, postura accuditiva. Ma continuava a vedere doppio.
Ma erano lei e lui da soli.
”Cosa mi è successo?”
”Non lo so. Non riuscivi più a stare in piedi. Cosa hai mangiato o bevuto ieri? O..hai fumato?”
”Ma scherzi? Non fumo niente, nè sigarette, nè altro..e ieri ho mangiato magro…”
”Sta arrivando il medico, adesso ti diranno. Ti devo lasciare, devo tornare in studio, ma chiamami appena hai finito che passo a prenderti e ti accompagno dove vuoi…”
”E tua moglie?”
”Non ti preoccupare di lei….”
I dottori la vennero a prendere con una sedia a rotelle, ma in realtà lei già si sentiva un po’ meglio, anche se il braccio continuava a formicolare. La forza nelle gambe sembrava tornata…
La portarono nello stanzino del pronto soccorso e la interrogarono a lungo, poi le prescrissero una tac ed una risonanza magnetica da fare in ospedale stesso.
Carlotta non aveva mai fatto una tac, ma nemmeno aveva mai sentito parlare di risonanza magnetica. Si sentiva sola e avrebbe voluto avere vicino qualcuno, ma si rendeva conto che a Luigi non poteva chiedere di più….quindi si lasciò condurre dai dottori ed infermieri.
Le sembrava di essere in un film che non proiettava se stessa ma la vita di un altro. Lei non era mai stata male nella sua vita. Al massimo un raffreddore o l’influenza. Ed aveva avuto sempre qualcuno vicino.
Ora avrebbe tanto voluto tornare bambina quando la mamma pensava a tutto.
Ma aveva voluto avere una vita autonoma, indipendente, da grande, pensando sempre di poter bastare a se stessa….Ma ora scopriva che non si può mai pensare di essere autosufficienti