L’avversione maschile al genere femminile sta purtroppo prendendo una consistenza inaspettata.
Lentamente, si sta trasformando in odio. Una forma di odio forse troppo represso e ora improvvisamente dirompente, che mette a rischio le donne proprio in quanto tali.
I media nazionali quasi quotidianamente riportano notizie di cronaca nera in cui le uniche vittime risultano esponenti del sesso femminile: si tratta in prevalenza di delitti d’impeto, azioni di vendetta consumate e vissute come tragiche conseguenze di una gelosia morbosa.
Ora il quadro sociale sta cambiando e le donne stanno loro malgrado trasformandosi in bersagli mobili cui mirare senza un motivo apparente (ammesso che debba esistere).
E’ accaduto recentemente a Roma, quando una 40enne e una 23enne alla guida delle rispettive auto sono state sfiorate dai proiettili sparati volutamente su di loro da alcuni sconosciuti di passaggio. Perchè? Semplicemente per il fatto di essere donne.
E se l’episodio – per il momento isolato – dovesse stimolare l’immaginazione di altri folli accecati dalla frustrazione e dalla misoginia, l’esistenza di metà della popolazione italiana sarebbe messa in serio pericolo.
Certo un livello di insicurezza simile non era mai stato raggiunto prima, in Italia. La preoccupazione è doverosa, anche se c’è da sperare che il buon senso generale riesca sempre a prevalere sulla ferocia e sulla brutalità di una (si spera) minoranza.
Stanno lentamente scomparendo i labili confini tra il razzismo (o xenofobia tout court) e l’intolleranza di genere, tra l’odio per le diversità etniche e quello per la differenza sessuale.
L’atmosfera che incombe sull’attuale contesto sociale è gravida di oscuri presagi che non sfuggono alla sensibilità femminile. Le donne sono consapevoli dei seri pericoli che inevitabilmente incombono su un paese non debitamente governato, o per lo meno retto da un esecutivo “latitante”.
L’insano fenomeno di ingovernabilità (o di incapacità politica) genera automaticamente l‘anarchia, in un paese – qualunque esso sia – . E con l’anarchia, si sa, ogni malsana utopia può trasformarsi in una triste realtà.
Ciascuno si sente tacitamente autorizzato ad agire sconsideratamente a proprio piacimento, nella quasi certezza dell’impunibilità. Così in una determinata tipologia di uomini (generalmente individui di bassa estrazione sociale o di cultura limitata) il risentimento e lo spregio fino a quel momento occultati magari da comportamenti autoritari e sprezzanti trova ampio sfogo nell’accanimento mirato.
Ecco che allora si ritengono liberi di sparare all’impazzata sulle donne come farebbero al poligono di tiro o al luna park su sagome cartonate. Inveiscono contro le donne perchè pretendono troppo, perchè vogliono essere anch’esse protagoniste della vita pubblica, perchè insistono nel rivendicare un’autonomia e una parità che no, non possono accettare. Approfittano delle lacune politiche per auto promuoversi giustizieri della tradizione, quella stessa che impone la sottomissione femminile al dominio maschile.
Una storia tristemente nota questa: che non è più possibile, per nessuno, contemplare e compiangere passivamente.
1 commento
purtroppo non sono tutti di bassa estrazione sociale o cultura limitata