dal Blog di Laura Cima
Verso quale assestamento politico?
Manca solo il turno di ballottaggio nei comuni perché il quadro dei convulsi cambiamenti politici e della campagna elettorale continua a cui abbiamo assistito dalla fine di Monti finisca.
Abbiamo assistito a protagonismi e contorsioni di vecchi e nuovi leader mentre le statistiche dell’Istat cadenzavano inesorabilmente il declino del nostro paese, sopraffatto da tasse insopportabili e incapace di tenere testa alla concorrenza dei mercati emergenti. Abbiamo sperato che un Parlamento rinnovato da tanti giovani e donne desse vita anche a un governo nuovo, capace di fare le riforme necessarie a riportare all’onor del mondo il paese in cui viviamo e alla dignità necessaria, che comincia dall’avere un lavoro e un reddito sufficiente, cittadine i cittadini, giovani e vecchi. Ci siamo riappassionati alla politica e siamo diventati tutti esperti di economia, usando astrusi termini tecnici in inglese che sono passati rapidamente di moda. Chi parla più di spread oggi ci chiedeva qualche giorno fa Crozza nel suo ultimo spettacolo. Chi spera ancora che il M5S superi rapidamente la crisi di crescita, che Grillo la smetta di urlare e insultare e cominci ad ascoltare, che divenga un interlocutore politico, ma soprattutto una forza che spinge verso il rinnovamento di questa classe politica che tanto guasti ha fatto?
Un governo di larghe intese che si muove con il bilancino e si paralizza di fronte alle urgenze degli esodati, dei senza casa e dei senza lavoro, delle donne che non possono più fare figli, lavorare, vivere e amare, libere senza il rischio di essere uccise quando non assecondano compagni violenti. Che rimanda il processo di riforma dello Stato e delle sue istituzioni, dell’indegna legge elettorale condannata dalla Corte per la cooptazione e il premio di maggioranza assurdo ma non per la mancata applicazione dell’art.51 della Costituzione. Che rappresenta l’ultimo blocco del vecchio potere unito per salvarsi promettendo di risolvere i gravissimi problemi che ci stanno soffocando e non riesce neppure a farci immaginare verso dove si va.
Non stupiamoci per l’astensionismo che anche nell’eleggere l’istituzione più vicina sia ulteriormente aumentato.
Auguri ai nuovi sindaci che saranno eletti tra poco, mi pare tutti maschi: non avranno un compito facile.
Le donne stanno a guardare o, nella migliore delle ipotesi lavorano nelle commissioni, come quelle lavoro in Parlamento per cercare di rappezzare i guasti. Auguri quindi anche alle neoelette nei consigli comunali, grazie alla doppia preferenza, che sono molte di più e che faranno la stessa cosa. Vorremmo sapere quante guideranno le commissioni chiave, diventeranno capigruppo, saranno nominate negli assessorati che gestiscono soldi e sapranno easprimere un protagonismo che ci dia speranza.
Che ci prefiguri un quadro chiaro in cui muoverci verso una società vivibile.
Hanno una grossa responsabilità: che si adoperino anche per guadagnarsi una maggiore credibilità dei loro colleghi maschi.