di Nadia Boaretto
Sotto un sole finalmente sgombro da dubbi e un cielo estivo smaltato di azzurro, nel cuore della piccola Manhattan di Milano, tra i grattacieli della nuova zona Garibaldi, sono stati intitolati ad Anna Stepanovna Politkovskaja i giardini che fanno da corollario a Corso Como, la via trendy per eccellenza. Sono giunti dalla Russia i familiari della giornalista scomparsa. “Scomparsa” è un termine riduttivo, che blandisce il ricordo cocente di ciò che in realtà fu un assassinio compiuto il 7 ottobre 2006 da sicari ancora impuniti.
foto : I giardini di Anna Politkovskaja.
«Anna Politkovskaja è stata una donna che ha tenuto fede ai suoi ideali. Ideali che purtroppo ha pagato con la vita. È stata una bandiera della libertà di pensiero. E Milano è da sempre terra fertile per l’indipendenza di pensiero. Per questo oggi le dedichiamo questo giardino in un luogo centrale della città». Con queste parole l’Assessore alla Cultura, Filippo Del Corno, ha reso omaggio alla scrittrice e giornalista russa famosa in tutto il mondo per i suoi reportage sugli orrori della guerra in Cecenia e sugli abusi compiuti dalle truppe federali.
L’iniziativa premia un lungo sforzo di AnnaViva, associazione fondata da Andrea Riscassi che promuove la libertà di stampa e la tutela dei diritti umani nell’Est Europa. Nel 2011 l’associazione aveva lanciato la petizione “Vogliamo una via per Anna Politkovskaja”. All’appello risposero oltre 2000 persone, tra le quali il gruppo di Toponomastica femminile, e il 27 febbraio 2012 l’amministrazione comunale approvò all’unanimità questo secondo riconoscimento, dopo la dedica, qualche anno addietro, di un albero nel Giardino dei Giusti di Milano.
Le testimonianze si susseguono accanto alla nuova targa commemorativa e alla gigantografia che ritrae una Anna Politkovskaja seria, con gli occhi che guardano avanti. Viene citato Pasolini, altra voce della verità, e la sua denuncia “IO SO…” suona come un monito contro il silenzio colpevole che diventa complicità. (
foto. Elena, sorella di Anna Politkovskaja, ascolta con interesse le iniziative di Toponomastica Femminile illustrate da Nadia Boaretto, gruppo di Milano
Parlano Giuseppe Russo, sindaco di Tavazzano (LO), Vitali Jaroshevskij, vicedirettore di «Novaja Gazeta», Ilya Politkovsky ed Elena Kudimova, rispettivamente figlio e sorella della Politkovskaja. Proprio quest’ultima ha voluto ringraziare il Comune di Milano aggiungendo di essere orgogliosa di quello che Anna ha fatto durante la sua vita. Infine ha lanciato un messaggio di speranza. «Mi auguro che in un futuro non troppo lontano anche a Mosca venga intitolata una via in ricordo di mia sorella». Ho avuto modo di avvicinarla e di porgerle il “manifesto” di Toponomastica femminile contro il femminicidio, cioè la proposta di piantare un albero da frutto e intitolare una panchina per ogni donna vittima della violenza. La comunicazione è avvenuta in inglese, ma Elena, leggendo il titolo Toponomastica Femminile, ha pronunciato due parole simili nella sua lingua. Evidentemente il suono deve essere affine. Ci siamo sorrise e poi i numerosi giornalisti e fotografi hanno occupato la scena.
Ho presentato la medesima iniziativa a Filippo del Corno, il quale ha sollevato un punto importante: gli alberi piantati andrebbero poi accuditi. Chi baderebbe alla manutenzione? Abbiamo convenuto che potrebbero incaricarsene gli studenti se gli alberi si trovassero entro la cinta scolastica. Qui a Milano non lasceremo cadere l’idea. E nemmeno quella di intitolare un luogo cittadino a Franca Rame, aggiungo, malgrado l’obiezione che devono trascorrere 10 anni dalla morte, secondo le norme istituzionali.
À la prochaine…