Mi porto a casa, dal Lazio, una storia di amicizia.
E di molto di più.
E’ il 6 marzo 2013.
Lucia, 47 anni, non si sente bene.
Ha un’infezione polmonare, entra in coma, e dopo venti giorni muore.
In quella casa rimangono Luciano, il suo compagno, Sofia ed Edoardo, di 19 e 11 anni.
Vivono in una casa di campagna, tra le colline, scomoda per raggiungere la scuola.
Luciano pensa che dovrebbe chiedere un part-time per due anni, fino a che Edoardo non cominci le superiori. Due anni per accompagnarlo alla fermata dell’autobus al mattino, per rientrare ad un’ora decente e seguirlo un po’ nei compiti, per fare insomma quello che faceva Lucia.
Per non saperlo solo.
Anche per insegnargli a spadellarsi una pasta, per renderlo autonomo, come Luciano dice in una delle sue bellissime e-mail piene di commozione per l’umanità che respira intorno a sé.
Un part-time significa però stipendio più basso, e non se lo può permettere.
Ecco che ad alcuni amici e amiche viene in mente che autotassandosi mensilmente potrebbero coprire quel mancato stipendio che per due anni aiuterebbe Luciano a prendersi cura della famiglia.
Due anni però sono lunghi, e gli stipendi sono quello che sono per tutti.
Ma che succede?
Succede che ognuno di questi amici e amiche parla di questo a qualcun altro/a, nei borghi e nei paesi limitrofi, ad amici e amiche, a conoscenti.
Se si è in tanti/e, con versamenti di 5 o 10 euro mensili si può raggiungere una buona cifra.
Ed ecco che nascono gruppi spontanei che si aggregano, dal mondo della scuola, tra insegnanti e genitori, dalle associazioni e i gruppi che Lucia frequentava, come il Coro o il gruppo di acquisto solidale, o semplicemente da amici/che di amici/che.
Ed ecco che anche chi conosceva soltanto di vista Lucia, e anche chi non la conosceva affatto, entra a far parte di questo progetto.
Parte un giro di e-mail per coordinare il tutto con serietà e trasparenza. Ho avuto modo di leggerne alcune, dove le adesioni aumentavano giorno dopo giorno, 31, e poi 55 e poi 97 e poi 128 e ad oggi sono a 160!
Nel frattempo l’azienda dove Luciano lavora accoglie la sua richiesta e il primo giugno inizia a lavorare part-time. Nonostante la crisi, nonostante tutto, c’è ancora chi ascolta.
Si mette poi in piedi l’organizzazione della raccolta e su un foglio excel tutto viene steso nero su bianco, con precisione e impegno.
Per Luciano significa circa 1000 euro al mese garantiti per un anno e con l’intento di tutti di rinnovare nel 2014.
Un aiuto concreto, una carezza, un conforto che nei fatti e nelle parole ammorbidisce i contorni di un dolore da lenire.
Che restituisce anche il tempo per lenire.
E’ Luciano che scrive “Mi/ci state concedendo di poter vivere il tempo.”
Ho conosciuto Lucia a novembre, tra quelle colline, dove ero ospite della comune amica Laura. L’ho rincontrata tra le parole di quei messaggi pieni di dolore e di amicizia, di un’umanità densa di energia e fortemente contagiosa. Sì, contagiosa.
Ed è per questo vorrei che anche voi, come me, vi portaste questa storia –d’amore – nel cuore.
6 commenti
Grazie Cristina, una storia che parla al nostro cuore, intensamente, ma che ci riporta anche alla vita. Il donare, nel vero senso della parola, senza aspettarsi nulla in cambio, è un atto che nel maggior numero dei casi non esiste più. Tutto ciò che tu hai descritto mi ha fatto immaginare la trama di un grande arazzo colorato dove i fili rappresentano le persone impegnate in questa maestrale creazione. La creatività è anche questa, ogni cosa che nasce dal cuore e si manifesta nel compimento di un atto concreto di una certa portata. Mi piace però anche pensare che la donna che tu descrivi e che per una sua storia personale ha dovuto lasciare questa esistenza aveva già creato un terreno fertile…dove ogni momento della giornata era imbevuto di amore.
Un mirabile esempio.
Paola
certamente, il terreno era fertile.
e lei un mirabile esempio.
commento di Guido via mail:
A volte basta veramente poco per far sentire meglio le persone e stare meglio noi stessi. Si può rinunciare a essere protagonisti per lasciare spazio ad altri, si può ascoltare e non parlare, accarezzare e non farsi accarezzare, lavorare un pò meno tutti per far lavorare un pò tutti. Insomma essere e fare moltoi di più
Bella storia Cristima e grazie per averla pubblicata su dols.
Un grandissimo esempio di solidarietà in un momento così individualista! vorremmo partecipare anche noi, come????
amore e solidarietà sono merce rara, ma sapere che esistono abbellisce la vita