Grazia Solazzo, comunicatrice, informatica ed impegnata politicamente nella sua regione, la Puglia.
Nata a Sud, Francavilla Fontana (Br) nel 1969 con un figlio dodicenne, divorziata. Attualmente ha però un magnifico compagno che sopporta la sua perpetua voglia di conoscere e di impegnarmi nel mondo.
Dipendente pubblica di un Ente Locale del brindisino dal 2001 negli ultimi anni anni si è occupata di concessioni economiche agli invalidi civili, politiche giovanili, concessioni per l’ufficio macchine agricole (pure questo, ahimè), trasmissioni telematiche per l’ufficio del personale, servizi sociali, comunicati stampa per l’Amministrazione, gestione di reti delle associazioni locali, foto e riprese di alcuni eventi comunali e da poco è stata destinata all’ufficio elettorale. Ama molto il suo lavoro. Da gennaio 2012 è in semi distacco sindacale per la FP CGIL e segue gli Enti Locali e quindi divide la sua settimana tra ufficio e delegazioni trattanti. Da marzo 2012 e’ coordinatrice della Camera del Lavoro CGIL del suo paese natio.
Tante attività ed impegni, ma come fai a star dietro a tutto?
Vive come una ROM, nel senso buono del termine. La mia famiglia (mamma, papà, nonna, figlio e compagno) è la mia prima rete di sostegno e che io sostengo. E’ solo attraverso il nostro reciproco aiuto che riesco a soddisfare l’organizzazione temporale dei miei impegni. Senza la mia famiglia non avrei alcuna possibilità di potermi dedicare con passione, come mi dedico, al lavoro, al sindacato ed ai miei hobby che riguardano la comunicazione politica, la comunicazione e l’utilizzo della tecnologia in ogni dove.
Queste ultime passioni riesco ad approfondirle mozzicando minuti tra una telefonata, una riunione e la spesa alimentare.
E le nuove tecnologie, come ci sei arrivata? Hai fatto degli studi specifici?
Ho scoperto internet nel 1999 e da allora ne sono stata calamitata. Il web 2.0 lo avevo immaginato e sperato e quando è diventato una modalità sono stata felice, salvo poi riconoscere che ha aumentato si la conoscenza per molti, ma ha creato falsa democrazia.
Mi piace molto osservare il comportamento delle reti e l’influenza sociale che esse determinano.
Per quanto riguarda i miei studi scolastici non ne sono orgogliosa. Mi sono diplomata con fatica perché non amavo andare a scuola. Tre anni fa decisi di recuperare il tempo perso iscrivendomi all’università ma non sono riuscita neanche a seguire una lezione. #tempo
Andrai all’incontro Wister di Padula?
§Andrò all’incontro delle Wister a Padula, certo. Ci tengo talmente tanto che sto abbandonato la mia comitiva per esserci. Purtroppo è capitato in contemporanea con le mie ferie e quindi, nel mezzo della mia vacanza, riparto per esser là, con le wisterine.
Come sei arrivata alle wister? E perchè?
A marzo del 2009 incrociai Flavia Marzano su facebook e mi incuriosì moltissimo quello di cui si occupava. Nella disinformazione che pregna la rete, Flavia, in questi anni, ha costituito un ottimo filtro per quanto riguarda l’innovazione nella PA. Ho circa 5000 contatti su facebook e filtri come Flavia ne ho al massimo una decina e diventano riferimenti nel tempo.
Non mi ricordo come, in che occasione, mi sono ritrovata nel google group delle wister. Se non ricordo come, ricordo benissimo il turbinio di fiducia e di conoscenza che mi ha investito. Un uragano buono. Premetto che provengo dal mondo associativo e che esperienze di confronto ne ho fatte tante, ma molte di queste sono state inficiate dal protagonismo di alcuni per fini personali. Bene, in questo gruppo femminile, ho notato lo sforzo di mettersi a disposizione per l’obiettivo comune sotto una unica lettera, la D o la W se vieni da lontano
Perchè ci andrai? Ti ritieni una donna ‘’informatica’’? O le tecnologie le usi per ciò che ti serve?
Ci vado perché voglio investire in questa rete femminile, perché se le donne vogliono avere davvero pari opportunità, devono investire sulle donne.
Si, sono una donna informatica, forse anche troppo. Uso le tecnologie ovunque, in ufficio, in sindacato, per acquistare, per informarmi, per viaggiare, per scegliere una pizzeria, per non rompere i fili con alcune relazione affettive, per vedere un film, per far ridere qualcuno …
Propongo l’uso delle tecnologie in ogni ambiente e tante volte vengo vista come un’aliena.
Nelle ultime delegazioni trattanti ho chiesto, prima di rivederci in una riunione successiva, di lavorare su un documento comune utilizzando google docs e mi hanno guardato come una perditempo …
Sarai una docente o una partecipante?
Partecipo in duplice funzione. Proporrò un modulo sul blog collettivo e sull’utilizzo dei social network come media tattici e poi approfitterò della conoscenza delle altre per apprendere e approfondire. Abbiamo una bella margherita di donne geek a disposizione, come non approfittarne?
Credi che le donne sappiano usare bene le tecnologie o le usano come una ‘’lavatrice’’?
Troppe donne non usano proprio la tecnologia. Sono poche quelle che ne fanno uso. La maggior parte delle persone che conosco e frequento, sono ignare o addirittura spaventate e ciò deriva dalla loro formazione e dall’età. Le più giovani sono presenti sui social, facebook in particolare, ma lo utilizzano per lo più per socializzare e quando si trovano a dover attivare la PEC per partecipare ad un concorso, sono nelle stesse difficoltà delle più grandi.
Quali workshop frequenterai?
Tutti.
E quali pensi che manchino?
Penso che siano sufficienti come avvio. Questa è una sperimentazione. In precedenza, credo, nessun gruppo femminile si sia organizzato in tal senso. Tranne che per combinazione, la maggior parte di noi, non si è incontrata di persona e, quindi, oltre a mettere a disposizione le nostre conoscenze e a scambiarcele, è la prima occasione per guardarci anche negli occhi.
Che è vero che siamo tecnologiche ma gli abbracci, le strette di mano, gli odori ancora l’hangout non è stato capace di sostituirli (un giorno accadrà anche questo).