FIDAPA
L’irresistibile ascesa nei CdA
Il Convegno nazionale della Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari (FIDAPA) ha fatto il punto sulla rappresentanza femminile nei board grazie alla legge 120 del 2011
“Appena il 43% delle aziende ha tra il suo management donne che ricoprono posizioni di potere. Tra le 272 società quotate ben 139 non hanno nemmeno una donna in CdA e 86 ne hanno una. Su 333 amministratori delegati le donne sono solamente 11 e su 284 presidenti appena 14. Entro il 2015 le donne che dovranno sedere negli emittenti saranno circa 700 e circa 200 nei collegi sindacali. Nelle 2076 società pubbliche, su circa 13.500 consiglieri di amministrazione, in base ad un’indagine campione, la presenza delle donne non supera il 4%. E dovrà arrivare al 30%, con un passaggio intermedio del 20% entro la primavera prossima”. Per Eufemia Ippolito, Presidente Nazionale della Fidapa Bpw Italy (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari), questa raffica di dati è la prova del grande lavoro che c’è da fare per incrementare la presenza delle donne ai vertici.
L’occasione per fare il punto della situazione è stato il Convegno Nazionale della Fidapa Bpw Italy (Firenze, maggio) dal titolo “Finanza e Corporate Governance. Nuove strategie per lo sviluppo e la crescita economica” e che ha visto al centro del dibattito la legge n. 120/2011 che stabilisce il rinnovo dei CdA delle società quotate con la riserva di una quota pari ad almeno un terzo dei propri membri alle donne. La legge ha già prodotto effetti. “Ad oggi sono già 266 le donne neo-nominate nei Consigli di Amministrazione delle società italiane con oltre i 100 milioni di fatturato – ha continuato la Presidente Nazionale -.
La rappresentanza femminile all’interno dei board era a quota 6% (a fronte di una media europea del 16%). Dopo l’ultima stagione assembleare, secondo le rilevazioni Consob di agosto scorso, è arrivata al 10,6%. Oltre il 10% delle società si sono già adeguate alla normativa e le altre si stanno attrezzando per farlo, in vista dei rinnovi dei Consigli”.
Della legge 120 potrebbero indirettamente beneficiare anche le donne che svolgono lavori retribuiti meno perché vertici più attenti verso i bisogni di entrambi i generi possono contribuire notevolmente al superamento delle ineguaglianze. “Utilizzando l’indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia emerge che il divario retributivo tra uomini e donne è circa del 6% (1995-2008) – ha detto la Magda Bianco, Direttore Dipartimento Economia e Diritto Banca D’Italia -.
A parità di caratteristiche del lavoratore (regione, istruzione, esperienza) è salito da 10,3% nel 1995 a 13,8% nel 2008. A parità anche di caratteristiche del lavoro e del datore di lavoro (qualifica, settore, dimensione aziendale, tipologia di orario, straordinario), da 9,4% nel 1995 al 10,2% nel 2008”.
Confermate, quindi, le stime del Global Gender Gap 2009 che collocava l’Italia al 72° posto per disparità uomo-donna, al 96° per partecipazione e opportunità nell’economia, all’88° per partecipazione al lavoro, al 91° per reddito da lavoro. “È conquista di quest’ultimo periodo poter disporre di statistiche di genere certe, che consentano di capire la situazione sociale e i bilanci di genere, di valutare se le leggi agiscono in modo differente su uomini e donne e in quale misura” ha spiegato Cristina Rossello, Presidente del Progetto Donne e Futuro.
L’appuntamento è stato occasione per la presentazione di start-up create dalle giovani fidapine nell’ambito del protocollo di intesta stipulato tra la Fidapa Bpw Italy e Intesa Sanpaolo che porterà all’assegnazione di una borsa di studio all’idea ritenuta più innovativa. Proprio la Responsabile nazionale delle Young Bpw, Anna Giulia Manno, è stata l’ideatrice di una delle start-up, la MADesign, orientata alle analisi di mercato e allo studio dei materiali per lo sviluppo e il posizionamento dei brand attraverso gli ingredienti dell’innovazione creativa e della comunicazione chiara.