In Italia (ancorché sia in Europa) il timore più o meno generalizzato delle dipendenti in maternità è quello di essere o elegantemente messe alla porta ( nel caso di coloro con contratti a termine) oppure di subire ostilità o avversioni da parte di colleghi e capi (mobbing).
Infatti nonostante si sia nel XXI secolo, di fatto la maternità continua ad essere vista come “un problema”, ovvero in termini di rimessa e perdita in ambito lavorativo.
Infatti vige ancora il mito popolare che la donna gravida sia, “poverina”, una persona psuedo-malata, che funziona peggio e più lentamente del solito, magari acciaccata e poco efficiente, fisicamente meno prestante del solito e mentalmente proiettata e interessata solo al bambino e alla maternità.
Ma siamo davvero così sicuri che gravidanza significhi scarsa efficienza, scarse capacità di funzionamento, rallentamento fisico e cognitivo, calo degli interessi e quindi anche della produttività?
Personalmente non ho mai visto la gravidanza come una malattia o uno stato di incompatibilità con la vita lavorativa, familiare e personale ma solamente dopo aver vissuto in prima persona questa esperienza, ho potuto “toccare con mano” come non solo sia una condizione fisiologica, quando non subentrano chiaramente complicazioni, ma anche e soprattutto come superato il primo trimestre un po’ impegnativo e disagevole (anche se non sempre), la gravidanza possa rappresentare un’epoca della vita molto positiva e di grande vitalità e forza psicofisica.
Kristine Ellison, nel suo libro “Il cervello delle mamme”, afferma chiaramente, con tanto di spiegazioni e prove scientifiche, come il cervello delle mamme sia più efficiente e quindi funzioni meglio dopo il parto, ragion per cui le mamme svi
luppano buone capacità organizzative, sono flessibili, efficienti e brave nella risoluzione di problemi e imprevisti.
La straordinaria e rivoluzionaria teoria della Ellison può essere generalizzata e applicata anche alla gravidanza, in cui, sotto l’influenza vigile e rivoluzionaria degli ormoni, il cervello della donna si avvia ad una reale e importante trasformazione.
Studi interessanti e recenti al riguardo evidenziano, infatti, come la gravidanza abbia un impatto rivoluzionario e positivo sul cervello della donna.
La psicologa Laura Glynn, autrice di uno studio pubblicato su Current Directions in Psycological Science, sostiene che la gravidanza rappresenti una fase critica per il sistema nervoso centrale, in buona parte ancora misteriosa e daapprofondire.
Per quanto sia vero (e comprovato dalle donne che hanno provato in prima persona questa esperienza) che la gravidanza, a causa dell’innalzamento degli ormoni sessuali, determini una riduzione della capacità di memoria soprattutto spaziale (“momnesia”), questo non significa che vi sia un calo della memoria in assoluto e soprattutto che le facoltà cognitive siano compromesse.
Al contrario, da alcuni studi condotti sui roditori, prosegue la Glynn, emerge un miglioramento delle facoltà olfattive, che trovano riscontro nei racconti di molte gravide, come anche le capacità uditive e la sensibilità verso gli stimoli enterocettivi ed esterni, che in seguito rendono la madre pronta a rispondere ai bisogni del bambino.
Tuttavia se allarghiamo il focus e pensiamo alla donna incinta e futura madre come ad una persona non solo relegata al compito di genitrice e accudente ma anche come lavoratrice, ad esempio, queste capacità e facoltà che risultano potenziate e sviluppate fin dal periodo gestazionale, possono risultare molto preziose e con risvolti importanti anche in ambito lavorativo.
Non per ultimo, il progesterone, ormone-chiave per l’incipit e il mantenimento della gravidanza, ha un effetto positivo sull’umore, spiegando così quella condizione di serenità e benessere che molte donne gravide descrivono e che inevitabilmente non può che avere ripercussioni positive anche sul loro comportamento, sul loro modo di relazionarsi e rapportarsi con gli altri se non ché sull’efficienza e sulla creatività mentale e la resa prestazionale.
Se ancora ci fossero dubbi in merito al potenziale delle donne, anche e non per ultimo quando sono in stato interessante, basti guardare qualche esempio nostrano o mondiale.
Risale a poche settimane fa il successo di Chiara Cainero, che agli ultimi Europei ha vinto una medaglia d’oro nello skeet e con un bambino di 5 mesi in grembo. Un bell’esempio della vitalità fisica che è possibile avere in gravidanza, alla faccia di chi continua a vedere le gravide come “acciaccate”.
Merissa Meyer è approdata a capo del colosso yahoo incinta di 8 mesi, e oltreoceano non è il solo ed unico esempio di donna che scala la vetta del successo e continua a far carriera mentre è in dolce attesa, dimostrando come la gravidanza sia assolutamente compatibile con la vita e con la professione e come questa non catalizzi tutte le attenzioni di una donna per cui il resto del mondo e degli interessi e degli impegni non esistono ma anzi, semmai costituisce uno stimolo e una sprone in più.