Le app sono dei nuovi mezzi, bisogna conoscerli e saperli integrare con i mezzi che già possediamo. Lo afferma Paola Ambrosecchia ideatrice di app, sito e libro per bambini e genitori.
Paola Ambrosecchia nata a Milano dove vive e lavora, dopo il diploma alla Scuola del Fumetto decide di affinare le sua conoscenze informatiche lavorando e studiando. Oggi lavoro come Art director per una società milanese, è sposata ho un bambino e con passione segue diversi progetti digitali, uno tra questi è la Labalenapanciapiena.it
Ci parli della Balenapanciapiena?
Labalenapanciapiena.it realizza libri digitali che aiutano i genitori e gli educatori nel difficile percorso dell’educazione. Il progetto è nato quando, dopo la nascita di mio figlio, mia sorella Jessica, che è un educatrice, decise d’ inviarmi delle storie scritte da lei. Leggendole pensai che quelle parole andassero condivise, comprai il dominio e progettai un sito che potesse contenerle, iniziai a illustrare le storie e così pubblicammo il nostro primo libro digitale Morena la balena pancia piena.
E’ un libro, sito o app per bambini?
Il progetto è nato online e permette la consultazione gratuita di tre libri digitali: Morena la balena pancia piena , Pippo l’elefante dispettoso e Gina la giraffina.
Con il tempo il primo dei nostri libri Morena la balena pancia piena è diventato un libro cartaceo, un ebook e oggi è anche un’ app per iPad disponibile in più di 10 lingue.
Perchè hai creato un’app? La usano i bambini o i genitori?
Il genitore è un vero e proprio educatore ed ha il compito di stimolare nei figli la voglia di leggere, anche attraverso mezzi nuovi ed alternativi.
Nell’app la storia è disponibile in tre modalità: Leggi, Ascolta e Gioca. E’ possibile leggere la stessa storia in diverse lingue, oppure ascoltarla dalla voce preregistrata del papà o della mamma.
Consigliamo sia ai genitori che agli educatori di leggere e giocare insieme ai loro piccoli, anche la registrazione vocale della voce, se fatta insieme, può essere un momento di condivisione che rafforza il legame tra adulto e bambino.
A cosa servono le app? Più funzionali dei siti/blog internet?
Sempre parlando del nostro caso, l’ app può servire ad una famiglia, a un educatore o a uno studente che studia una nuova lingua. Le app possono essere questo o anche giochi d’intrattenimento, dizionari interattivi, agende, riviste digitali, strumenti per conoscere la musica o la fotografia.
Per citare solo un altro esempio Alessandro la Rocca, lo sviluppatore che si è occupato dello sviluppo della nostra app ha creato delle applicazioni per consentire a sua figlia, autistica e non verbale, di comunicare in modo efficace ed è nato così il progetto Niki talk.
Le app sono dei nuovi mezzi, bisogna conoscerli e saperli integrare con i mezzi che già possediamo.
Cosa bisogna fare per creare una app? Quali figure professionali sono necessarie?
Si parte da un’idea, noi siamo partiti dal primo dei nostri libri digitali.
Si crea un team di sviluppo, la nostra è stata una collaborazione tra professionisti:
io ho curato l’ interfaccia grafica e illustrato i personaggi, Jessica, ha scritto la storia e Alessandro, ne ha curato lo sviluppo. Abbiamo poi trovato tanti amici che ci hanno aiutato con le traduzioni e la musica.
L’app è stata sviluppata in un paio di mesi, Alessandro, Jessica ed io abitiamo in tre diverse città italiane (Siracusa, Matera e Milano) ma non è stato difficile tramite la rete collaborare e far nascere la nostra prima app.
Chi può fare una app e quanto costa?
L’app può essere fatta da un’azienda o da un privato che può registrarsi a pagamento al programma sviluppatori di Apple o di Google. Questo da diritto alla pubblicazione annuale sui relativi store, di tutte le app sviluppate. Ci sono poi da sostenere i costi dei professionisti che saranno coinvolti nello sviluppo della vostra app, di solito un designer d’interfacce grafiche e uno sviluppatore. Potreste però aver bisogno di un consulente musicale se l’app che avete in mente serve a insegnare come suonare uno strumento. I costi quindi variano a seconda del progetto.
Le app sono le killing application di internet?
Non penso. Abbiamo un nuovo mezzo per conoscere usiamolo, la conoscenza non è più fissa-stabile ma in continua evoluzione.
PER SAPERNE DI PIU’
www.labalenapanciapiena.it
www.paola.ambrosecchia.it
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