Milano diventa capofila dei Comuni italiani e promuove un percorso con l’obiettivo di definire linee guida e politiche condivise per evitare un utilizzo dell’immagine del corpo delle donne discriminatorio e offensivo.
È quanto è emerso nel corso del convegno ‘Quando comunicazione fa rima con discriminazione‘, che si è svolto in Sala Alessi, a Palazzo Marino, a cui hanno partecipato la vicesindaco Ada Lucia de Cesaris, l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità Francesca Zajczyk, insieme agli assessori di molte città, come Enna, Genova, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Trieste, Venezia. Ha moderato il dibattito la giornalista Ilaria D’Amico. Sono intervenuti molti altri ospiti, tra cui Vincenzo Guggino (IAP – Istituto Autodisciplina Pubblicitaria), Giovanna Maggioni (UPA – Utenti Pubblicità Associati), Alessia Depaulis (ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani), Annamaria Testa (ADCI – Art Directors Club Italiano), Anna Maria Spina (UDI nazionale, Unione Donne in Italia), Tiziana Scalco (CGIL – Camera del Lavoro di Milano).
“Sono sempre più numerosi – ha dichiarato la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità Francesca Zajczyk – i Comuni italiani che si mostrano sensibili di fronte alla questione delle discriminazioni di genere in campo pubblicitario. Il convegno che si è svolto oggi lo dimostra chiaramente. Per questo, in accordo con ANCI, con la delegata alle Pari Opportunità Alessia Depaulis, Milano si impegna a coordinare un percorso condiviso con gli altri enti locali per definire linee guida e politiche comuni per sensibilizzare gli operatori del settore a non abusare nell’uso del corpo femminile”.
“L’impegno di questa Amministrazione – ha detto la vicesindaco Ada Lucia de Cesaris – nel definire regole precise che garantiscano la qualità dei messaggi pubblicitari non ha un fine censorio ma è volto a diffondere tra la cittadinanza una nuova cultura dell’immagine femminile che non la svilisca e non ne sia lesiva. Per questo intendiamo iniziare un opera di sensibilizzazione e persuasione anche verso le società partecipate del Comune di Milano affinché, anch’esse possano considerare con attenzione le linee guida contenute nella nostra delibera”.
“Il contributo del Comune – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – sarà di aprire un luogo, la Casa dei diritti, in cui far vivere il punto di vista di chi si oppone alle discriminazioni di genere. La Casa dei diritti, infatti, ospiterà associazioni e attività volte a prevenire, contrastare e rimuovere ogni forma e causa di discriminazione. In essa troverà spazio anche l’impegno su temi quali l’abuso dell’immagine della donna nei media e la pubblicità sessista”.
La pubblicità riveste un ruolo dominante nella nostra società: costruisce immagini, veicola messaggi, influenza idee. Ancora troppo spesso pubblicità e media tendono ad abusare dell’immagine delle donne, svilendone il ruolo e offendendone la dignità. Proprio per questo motivo il Comune di Milano ha messo al centro dell’attenzione non solo il tema della violenza contro le donne, ma anche quello della pubblicità sessista. Insieme alla sensibilità dell’opinione pubblica, cresce l’esigenza di porre vere e proprie regole normative al fine di evitare un utilizzo dell’immagine discriminatoria e offensiva.
Lo scorso 28 giugno la Giunta Pisapia ha approvato, attraverso la delibera ‘Indirizzi fondamentali in materia di pubblicità discriminatoria e lesiva della dignità della donna’, le regole per la valutazione dei messaggi da affiggere sugli spazi in carico all’Amministrazione comunale. In questo modo la città di Milano rafforza il proprio impegno affinché i cartelloni pubblicitari, a partire da quelli sugli spazi comunali, siano ispirati sempre ai criteri di rispetto delle Pari Opportunità tra donne e uomini e di corretta rappresentazione dell’identità di genere, lontano da stereotipi avvilenti per la dignità delle persone. Questo provvedimento è il risultato di un lavoro comune con le figure istituzionali impegnate in prima fila sui temi della parità e dei diritti, ma è anche il prodotto di un percorso di ascolto e confronto con esperte ed esperti, professioniste e politiche impegnate su questi temi.