di Cinzia Ficco da Tipitosti.it
Da ragazza, quando studiava per diventare architetto, non avrebbe immaginato di guidare trenta uomini in divisa e diventare scrittrice. Ma tant’è.
Oggi Palma Lavecchia, nata nel 74 a Barletta, dirige la caserma dei carabinieri di Gaeta, dopo alcuni incarichi assunti tra Roma, Cassino e Lanciano, è sposata,mamma di due bambini e ha scoperto di saper usare bene l’emisfero creativo del suo cervello. Da poco la casa editrice C’era una volta le ha pubblicato Parliamone Ancora, un libro che ha ottenuto i gratuiti patrocini morali del Comune di Gaeta (LT) e di quello di Montella (AV).
Palma non lo nasconde. “Tanti sono i sacrifici che devo fare per conciliare l’hobby della scrittura, le esigenze della famiglia e gli imprevisti del lavoro. ma vi assicuro che ne vale la pena”.
Insomma, una tipa tosta. Come ha fatto a studiare per diventare architetto e a darsi poi all’Arma?
Mi sono laureata in Architettura, dopo aver conseguito un diploma nel settore della Moda: Ho sempre dato libero sfogo alla mia creatività. compensata da un certo rigore, su cui, credo, abbia attecchito il desiderio di arruolarmi. Ero quasi divisa a metà. L’Arma, poi, da una parte mi ha dato e da qualche altra, mi ha tolto: mi ha dato l’opportunità di vivere in prima persona moltissime esperienze, per cui, negli anni, sono diventata più forte. Al contrario, mi ha tolto la possibilità di coltivare la parte più estrosa, evidentemente l’altra metà del mio emisfero cerebrale, quella che poi ha avvertito l’esigenza di scrivere un libro. Oggi, posso dire che i miei sogni sono stati tutti abbondantemente realizzati, e aspetto tempi migliori per esaudirne di nuovi..
Il lavoro in caserma l’assorbe molto? Riesce a fare tutto bene?
Nell’ordinario, non lavoro mai meno di 8 ore, ma è chiaro che nel nostro mestiere tanti sono gli imprevisti. Spesso l’orologio non esiste!
Poi torna a casa e c’è la famiglia. Due bambini
Per fortuna, quando torno a casa c’è la famiglia:. mio marito, i miei due bambini e la loro allegria. Ma anche, parlo da architetto, la casa che è quasi sempre, “destrutturata”, tutta da ricostruire. L’altro giorno, mio figlio aveva spalmato un vasetto di gel balsamico sulla parete della camera da letto, oltre che sui suoi vestiti. Se vissute d’impatto con la stanchezza di una giornata di lavoro, queste cose possono addirittura risultare traumatiche, condurti alla pazzia. Cosa oso fare? Mi rimbocco le maniche e quel che si deve fare, si fa. Di rinunce, è ovvio, una famiglia ne impone tante. Finché ero sola, o al massimo eravamo in due, si viaggiava, si aveva più tempo per prendersi cura di sé e dell’altro, scegliersi un vestito, uscire e divertirsi, oltre che per lavorare e rassettare. Oggi, invece, i ritmi li segnano loro Certe mattine mi sveglio con la stessa stanchezza con cui sono andata a letto, perché magari i bambini si svegliano a turno di notte, oppure sono costretta a svegliarmi prestissimo per fare ciò che non sono riuscita a fare il giorno prima. Però, alla fine, è tutto sostenibile. Basta organizzarsi. Ho la fortuna di avere un marito che una buona mano me la dà, Poi qualche volta ci sono anche i nonni.
Come nasce la passione per la scrittura? Merito della divisa?
La passione per la scrittura l’ho sempre avuta, ma prima scrivevo solo poesie. Poi, forse anche per via del lavoro, ho imparato a scrivere storie. Fare il carabiniere mi permette di conoscere un repertorio variegato di persone. Di qui il romanzo che ho scritto.Di solito mi capita così: mi metta letto, la sera, e in quei pochissimi istanti prima del “trapasso”, metto a fuoco la storia per capitoli. E’ come se vedessi un film ad episodi. E questo mi piace..