Processo di Beatificazione per Santa Scorese, vittima di uno stalker, a cui il Comune di Bari intitolerà una strada come “Vittima del femminicidio”.
Santa Scorese è nata il 6 febbraio 1968 a Bari, dove viveva con i genitori e la sorella maggiore Rosamaria. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è iscritta alla facoltà di Pedagogia dell’Università di Bari..
Nel 1987 la famiglia si trasferisce a Palo del Colle, dove Santa ha intensificato il suo impegno sociale e apostolico maturando un rapporto privilegiato con i Focolarini e le missionarie dell’Immacolata, in particolare con Padre Kolbe, pervasa da una Fede sempre più forte..
Consacrata all’Iimmacolata secondo la spiritualità di S. Massimiliano Kolbe, vive con coerenza questo Ideale, che comunica con vivacità a molti altri giovani.
Il Cammino di Fede diventa anche ricerca della volontà di Dio e desiderio di consacrarsi totalmente a Lui. Una ricerca che, tuttavia, si svolge in uno stato di continua tensione, perché dai primi mesi del 1988 un giovane psicopatico la segue dappertutto, sottoponendola ad un ossessivo e preoccupante corteggiamento, iniziato a Bari un giorno che lei si era recata in Curia.
Santa è così costretta a farsi accompagnare ovunque dai familiari o dagli amici. Viene interessata anche la madre del giovane, che però non interviene per far curare in casa protetta il figlio che già in precedenza aveva dato sintomi persecutori analoghi. Le abitudini di tutta la famiglia di Santa vengono stravolte per ben 3 anni. A nulla servirono stratagemmi con cambi di percorsi o di orari continui e malgrado le precauzioni, il 15 marzo del 1991 si compì il tragico epilogo: al riparo della notte, quel giovane l’aspetta sotto il portone di casa e la colpisce mortalmente, stroncando la sua giovane esistenza. Già in precedenza Santa aveva subito un’aggressione da parte del giovane nel tentativo di baciarla, ma era riuscita a divincolarsi. Denunce e richieste di intervento non erano servite a nulla (allora non esisteva ancora la legge contro lo stalking “persecuzione”) ed il padre di Santa, carabiniere, sentendosi abbandonato dal sistema, si era messo in pensione, anche se in maniera volontaristica e fuori servizio, anche diversi colleghi avevano fatto turni di accompagnamento e tentativi di persuasione verso il giovane persecutore.
Una sera piovosa, Santa alla fine di una riunione in Chiesa, con la macchina della sorella torna a casa, non accompagnata perché il tragitto era breve, ma al portone, avendo dimenticato le chiavi , non hanno risposto subito al citofono perché erano tutti presi dai preparativi di una cena particolare, anche se il padre, sino a poco prima era stato sul balcone in attesa di vedere tornare la figlia. L’assassino l’aggredì e buttata per terra iniziò a colpirla ripetutamente con un coltello. Alle grida della giovane donna, il padre uscì sul balcone e vide lo scempio. Si precipitò giù seguito dall’altra figlia…dimenticando (fortunatamente) di prendere la sua pistola di ordinanza .
A fatica riuscirono a togliere la furia del giovane da sopra la ragazza, ancora viva ma agonizzante.
Lungo tutto il tragitto Santa sulla barella e Rosamaria, la sorella, accanto non hanno fatto altro che pregare e rivolgere frasi di conforto verso il Signore. Ma….Santa muore poche ore dopo, il 18 marzo, al policlinico di Bari. Aveva ventitré anni.
Negli anni successivi il Femminicida dal carcere non fa che inviare lettere ai genitori di Santa rinverdendo il dolore ma firmandosi Figlio di Dio e farneticando teorie assurde , giustificative, a suo dire dell’operato. Arriva anche a scrivere una lettera al Corriere della Sera, che la pubblica, firmandosi Santa e parlando dall’aldilà.
La sorella di Santa, Rosamaria, con il marito inizia una azione, sempre più seguita, in memoria dell’accaduto per sensibilizzare la gente sul problema, ora chiamato “stalking”. Viene anche creata una rappresentazione, non commemorativa, ma di grande impatto, sulla drammatica storia di quegli ultimi tre anni di Santa Scorese, scritta dall’attore-regista di Grottaglie (TA), Alfredo Traversa, ed interpretata in vari contesti, sempre più, dallo stesso con Tiziana Risolo (nella parte di Santa) , Tano Chiari e Ciro Lupo. In Puglia quest’ opera ormai gira in diversi luoghi al fine di stimolare l’attenzione della gente sulla problematica che, viene detto, interessa tutti e può colpire chiunque e che spesso viene consumata da persone vicine per un affetto troncato o esageratamente possessivo.
Le istituzioni di Bari e del Municipio di Japiglia l’hanno offerta al pubblico in un anfiteatro aperto a tutti nell’ambito di un Ipermercato , di fronte ad un pubblico sempre più nutrito e attento e variegato sia nell’età che nel genere.
Aldilà di dibattiti e leggi spesso inapplicabili o inefficaci, forse queste manifestazioni , che pongono la gente di fronte ad un caso reale con forza possono creare quel cambio di cultura e di attenzione alla pari dignità che dovrebbero essere alla base di un cambiamento radicale delle consuetudini, atavicamente distorte, della attuale società legata al consumismo ed alla priorità del denaro e non della persona in quanto tale e senza differenze e senza sovrapposizioni di potere.
Ora Santa Scorese è diventato un simbolo ed è stato avviato un processo di Beatificazione dalla Santa Sede. Il Consiglio comunale di Bari ha delibera di intitolare una via a nome di Santa con la dicitura, sotto le date, “Vittima del femminicidio”. Probabilmente è la prima via che viene intitolata a monito e ricordo del Femminicidio, affinché nel tempo ci si ricordi di questa piaga che continua sempre più a colpire le Donne in quanto Donne !
1 commento
A quando intitoleremo una via anche una non “santa” o a una “non vittima” del misogino di turno? Ma semplicemente a una donna che si è ribellata al ruolo di martire.