A Bari una due giorni di Campagna di comunicazione e sensibilizzazione contro la violenza di genere e il femminicidio, organizzata dalla Regione Puglia (Presidenza della Giunta, Assessorati alla Cultura ed al Welfare), dalla Consigliera Regionale di Parità e dal Teatro Pubblico Pugliese, nell’ambito del progetto: Troppo amore: sbagliato!
Si è dato inizio con una conferenza stampa il 2 ottobre 2013, presso la presidenza della Regione Puglia, ed il pomeriggio presso il Palazzo ex-poste con le associazioni e la popolazione, per illustrare l’iniziativa di una nuova legge regionale che contempli azioni in ottemperanza alle Direttive della Conferenza di Istanbul, recentemente sottoscritte dal Governo Italiano, e dia linee univoche di comportamento e finanziamento per i Centri antiviolenza regionali (CAV) mettendoli in rete. Alla Conferenza stampa, oltre le Assessore Regionali, Elena Gentile e Silvia Godelli (rispettivamente al Welfare e al Mediterraneo, Cultura e Turismo, erano presenti anche Serena Dandini e Marisa Miaiti, autrici del libro “Ferite a morte” la cui trasposizione teatrale è il momento culmine di questa tre giorni.
In video conferenza il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha asserito che “la conferenza stampa non è soltanto l’annuncio di uno spettacolo importante, ma è anche un momento di riflessione e di impegno politico, anzi direi di riflessione e di impegno culturale, perché il femminicidio attraversa le viscere della società italiana, di svela forme dell’organizzazione simbolica del potere nel rapporto tra le persone, mette in scena la ribellione di una parte del genere maschile alla presa di autonomia di libertà e di parola del genere femminile. Il femminicidio ha a che fare sempre con la volontà di potenza di chi non sopporta che una donna possa decidere con la propria testa, con il proprio corpo, che possa sottrarsi ad una forma di dominio e che possa darsi l’agio di essere libera nelle proprie scelte.”
Ha continuato con “Io credo che il femminicidio non possa essere affrontato in chiave prevalentemente di codice penale o di recrudescenza delle norme penali. Il femminicidio chiede a noi di smontare l’intero vocabolario, di fare a pezzi l’intera sintassi e la grammatica dei rapporti tra i generi, ci chiede una lunga opera di ascolto, di ascolto di ciò che significa e di ciò che ci manda a dire la libertà delle donne”.
Nel ringraziare Serena Dandini di aver portata la sua opera in un Sud che è stato considerato il deposito più ricco di cultura stereotipata e arcaica delle relazioni tra i generi sessuali, segnate dal primato del patriarcato, ma che invece sta cercando di aprire la scena, di portare l’ossigeno dentro il privato di portare un’interrogazione politica dentro le forme dei legami sociali., ha concluso rammentando che “lo credo che sarà una bella occasione, al Petruzzelli, ascoltare parola di donna, parole di donne e, per una volta tanto, dire alla politica di ascoltare, ascoltare, ascoltare.”
L’Assessora Elena Gentile esordisce dicendo: “nessun amore ha a che fare con la violenza, mai”
“Dire no alla violenza di genere è un obbligo che ci impegna come cittadini e cittadine, come amministratori e referenti istituzionali che non può conoscere soste e che non può essere episodico o legato alla fenomenologia degli eventi”. È con queste parole che l’assessore regionale al Welfare e Salute Elena Gentile ha presentato la campagna di comunicazione e sensibilizzazione “Troppo amore: sbagliato!” per il contrasto alla violenza di genere. La campagna ha l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e le cittadine pugliesi ai temi dell’antiviolenza, ma soprattutto di promuovere in maniera capillare una cultura della differenza di genere e la conoscenza dei servizi e degli interventi attivi in Puglia per prevenire, contrastare e contenere il fenomeno della violenza di genere.
I dati, ancora molto parziali e rilevati grazie alla collaborazione di 8 Centri antiviolenza (in sigla CAV) pugliesi (quelli operativi nel 2012) su 18, non sono certo rassicuranti. Secondo un monitoraggio ancora in corso, nel 2012 sono circa 300 le donne che si sono rivolte ai Cav per avere un sostegno o per denunciare casi di violenza. Le donne sono in assoluta maggioranza (88%) di nazionalità italiana e denunciano casi sia di violenza psicologica (30,8%) sia di violenza fisica (28,6%), nella maggior parte dei casi agiti da partner (73,2% tra coniugi, ex, partner, conviventi etc.). “Colpisce il fatto — sottolinea l’assessore Gentile — che le violenze avvengano per la stragrande maggioranza da parte di uomini che hanno avuto una relazione significativa con le donne, vittime poi della loro stessa violenza a testimonianza di un fenomeno tutto culturale: le donne sono nel nostro mondo ancora una proprietà maschile e l’universo maschile fa fatica a fare i conti con donne economicamente e socialmente autonome. Colpisce che vi siano tanti figli in Puglia, di cui il 61% minori, costretti ad assistere a questo disastro”.
E proprio per questo che la campagna “Troppo amore: sbagliato !” vuole incidere sulla falsa e comune credenza che gli atti di violenza possano derivare da un amore eccessivo: “Non esiste mai — continua l’assessore Gentile — la possibilità di accostare la parola amore alla parola violenza, chi viola la sacralità di un altro o di un’altra non ama, ma è affetto da un disagio profondo o forse da un’ossessione patologica; nessun amore ha a che fare con la violenza, mai”.
“Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti non è affatto casuale”. Così Serena Dandini introduce il suo lavoro teatrale “Ferite a morte”, una ‘spoon viver’ delle donne morte per femminicidio. In Italia una donna ogni due/tre giorni muore per mano di un marito, un amante, un fidanzato, un ex compagno. E questo è solo l’aspetto più tragico di un fenomeno pervasivo come quello della violenza sulle donne dentro e fuori la famiglia.
Il taglio scelto nel libro dalla Dandini, riportato anche nella rappresentazione teatrale, è intenso, ficcante, tragico, ma anche ironico a disegnare il profilo di questo melodramma contemporaneo dal sapore odiosamente arcaico. Segue le voci, parole su parole, di tante donne che non hanno più la possibilità di raccontare le loro storie,le incontra come se fossero riunite in un paradiso femminile. Ex mogli e mogli, ex fidanzate e fidanzate, ex amanti ed amanti, ma anche sorelle figlie, domestiche extracomunitarie, donne per caso trovatesi nel dramma, insomma donne in qualche modo ritenute “disobbedienti”, ma tutte accomunate dallo stesso tragico destino: l’uccisione ad opera di un uomo in quanto donna !
Maura Misiti, ricercatrice del CNR ed esperta di studi demografici, coautrice del libro con la Dandini, ha rilevato due punti qualificanti nel progetto di legge regionale contro la violenza alle donne: vengono previste azioni per qualificare e specializzare dal punto di vista lavorativo le donne accolte nelle case rifugio ed accoglienza al fine di c4reare le condizioni per una indipendenza economica , spesso origine della reticenza all’allontanamento dal partner ; il monitoraggio omogeneo dei dati legati al fenomeno al fine di poterlo inquadrare e distinguere nelle diverse forme.
La campagna di comunicazione, in questa fase ha previsto due prime tappe a cui faranno seguito varie iniziative sul territorio regionale che vedranno coinvolti tutti gli attori che a vario titolo si occupano di questo problema: dai Centri antiviolenza, alle associazioni, ai servizi degli enti locali. Infatti al Palazzo ex Poste — Università degli Studi di Bari (Piazza Cesare Battisti), si è tenuto l’incontro dibattito di informazione e sensibilizzazione contro il femminicidio a cui hanno partecipato Serena Dandini e Maura Misiti, autrici di “Ferite a Morte”, Marilù Mastrogiovanni di Giuliagiornaliste, moderate dalla professoressa Calefato. L’incontro è stato particolarmente incentrato sul tema Informazione e femminicidio. Durante l’incontro è stato conferito il Premio “Talento Donna Puglia 2013” alla regista, drammaturga e attrice Teresa Ludovico. Il premio, istituito dalla Consigliera Regionale di Parità Serenella Molendini, giunto alla VI edizione, è stato dedicato quest’anno al mondo delle Arti e dello Spettacolo dal vivo.
L’iniziativa ha preceduto di un giorno lo spettacolo “Ferite a Morte” in scena il 3 ottobre al Teatro Petruzzelli.
Il recital di Serena Dandini, prodotto da Mismaonda, scritto in collaborazione con Maura Misiti, di ritorno da Bruxelles, dove il 26 giugno scorso è andato in scena nella sede del Parlamento europeo, e prossimo a partire per un tour internazionale, ha quindi fatto tappa a Bari al Teatro Petruzzelli, dove il recital sul femminicidio è andato in scena con uno straordinario cast al femminile.
Sul palco del Petruzzelli, assieme a Serena Dandini e Maura Misiti, si sono susseguite con propri monologhi interpretativi di altrettante figure descritte nel libro, Lella Costa, Orsetta de’ Rossi, Rita Pelusio, Giorgia Cardaci, Malika Ayane, Evy Arnesano, Carmela Vincenti, Maria Laterza, Miss Mykela, Mama Marjas, Carmela Serio, Maria Pia Vigilante e Rosaria Renna. La colonna sonora è stata affidata a dj Tuppi, eclettico selector noto al grande pubblico per gli interventi a “Parla con me”. Efficace è stato il voler mescolare donne dello spettacolo sia nazionale che locale con donne pugliesi che si distinguono giornalmente su questa tematica.
Da novembre scorso a oggi, “Ferite a morte” è andato in scena in una quindicina di grandi teatri di altrettante città italiane, registrando ogni volta il sold out e una risposta entusiasta da parte del pubblico. Con questa tappa a Bari il progetto si avvia ad entrare in una nuova fase, in chiave internazionale: il 25 novembre prossimo infatti, giornata dedicata in tutto il mondo ai contrasto della violenza sulle donne, lo spettacolo verrà rappresentato a New York nel quartier generale dell’Onu, in inglese e con un cast internazionale. Pochi giorni prima della Grande Mela, “Ferite a morte ” sarà anche a Washington e subito dopo a Bruxelles e a Londra. Nel frattempo in Italia, dal 25 ottobre, partirà un nuovo tour nazionale che porterà lo spettacolo, con un cast fisso, nei maggiori teatri italiani: in tutto, “Ferite a morte” visiterà quasi quaranta città in meno di sessanta giorni, ma prima girerà in tutti i capoluoghi di provincia della Regione Puglia.
Serenella Molendini, Consigliera Regionale di Parità, con soddisfazione ha dichiarato “Siamo riusciti nell’intento di fare il tutto esaurito al Petruzzelli non solo per il successo dello spettacolo, ma soprattutto perché il ricavato sarà devoluto al Fondo Regionale, in via di istituzione, per il sostegno ai Centri Antiviolenza della Puglia”.