…Nell’ambito di Eures, il programma Your first Eures job aiuta anche finanziariamente i ragazzi nel sostenere i primi passi della ricerca di un lavoro all’estero, coprendo in parte le spese per il viaggio e la sistemazione in occasione del colloquio per l’eventuale assunzione.
Esistono consulenti Eures in tutti i Paesi che forniscono le informazioni necessarie.
Per esempio, a Milano si possono contattare Laura Robustini oppure Jessica Spezzano.
Esistono programmi di sostegno, a cui si aggiungono anche aiuti per l’accesso al credito, il riconoscimento delle qualifiche professionali, la portabilità dei diritti a pensione complementare, l’attuazione dei diritti dei lavoratori mobili. Si dirà: sono piccole cose e non risolvono la tragedia del 40,4% dei giovani che sono senza lavoro. E’ vero, non basta. Ma almeno usiamo quello che c’è. Poi certo, lavoriamo perché ci sia di più. Molto di più. Un buon esempio di sensibilizzazione è quello fatto da Fraternité 2020 per la richiesta di potenziamento di tutti i programmi di scambio dell’Unione europea, da Erasmus al servizio volontario europeo. Perché solo crescendo davvero europei possiamo capire i motivi per i quali è importante rimanere uniti. E perché solo diventando più europei, nel confronto e nello scambio, si valorizza anche il nostro essere italiani, spagnoli, inglesi o francesi.
Abbiamo bisogno di più sana e costruttiva identità nazionale e meno provincialismo. E l’Europa può essere il nostro più grande aiuto in questo cammino…