Inseguendo le tracce femminili, è stato da poco completato, grazie agli archivi dell’Agenzia del Territorio, il censimento toponomastico dei comuni della provincia di Cosenza, la quinta in Italia per estensione.
Il suo territorio è piuttosto variegato, caratterizzato da una prevalenza di montagne e colline, come la catena del Pollino, l’Orsomarso e il massiccio della Sila, ma presenta anche ampi tratti di costa, che si affacciano sul Mar Tirreno e sul Mar Ionio. Ne fanno parte 155 comuni, tra i quali alcuni abitati da una minoranza etno-linguistica albanese, qui insediata sin dal Medioevo in fuga dall’Albania, a causa dell’invasione turca.
In tutta la provincia 7619 risultano le strade intitolate a uomini, mentre solo 833 sono quelle dedicate a donne. L’indice di femminilizzazione, che consiste nel numero di strade dedicate alle donne per ogni 100 dedicate agli uomini, pertanto è pari al 10,9%.
Il primo comune a essere censito è stato il capoluogo, per il quale ci ha fornito gentilmente i dati l’ufficio toponomastico dello stesso comune. Recentemente gli addetti alla toponomastica, probabilmente consapevoli della forte disparità nelle intitolazioni tra uomini e donne, hanno cercati di porvi rimedio, e nelle ultime delibere sono state privilegiate le donne, per cui ora Cosenza annovera letterate, sindacaliste, attiviste politiche; Emanuela Setti Carraro, e Francesca Morvillo, vittime della mafia, risultano contitolari di una via e di un viale insieme ai rispettivi mariti, Carlo Alberto Dalla Chiesa, e Giovani Falcone; ancora sono ricordate vittime della strada, vittime della violenza maschile, e Lisa Bilotti, sfortunata figlia dell’imprenditore e mecenate Carlo Bilotti; ma le strade intitolate a donne rimangono sempre quarantasei contro le 506 dedicate agli uomini.
Come era naturale aspettarsi, la grande maggioranza di strade femminili sono dedicate alla Madonna in tutte le sue aggettivazioni, alle Sante, alle religiose, alle benefattrici locali. Tra le sante, oltre a quelle più note e alle varie Madre Teresa di Calcutta, spicca qualche figura locale, come la Beata Angelica Mastroti, titolare di una strada a Papasidero, sua città natale, che mortificò il suo corpo sottoponendosi anche a lunghi digiuni. Nelle sue visioni estatiche parlava con la Madonna e con Cristo, di cui portava le ferite sul costato. C’è poi Santa Maria Giuseppa Rossello a Sangineto, la Beata Teodora a Rossano, la Beata Maria Schininà a Tarsia, mentre a Madre Elena Aiello sono intitolate una strada a Cosenza e una a Carolei. Morano Calabro ricorda Pierina Visentin, nata a Cavarzere, che a Morano si occupò dei bambini della scuola materna. Proprio per difendere loro fece scudo del suo corpo alla furia omicida di un folle e ne portò i segni per tutta la vita. Ci sono poi Santa Litterata a Belvedere, S. Sagaria a Canna e a Verbicaro, Santa Foca e Santa Gada, a Laino Borgo; tutte sante di cui non c’è riscontro nell’Enciclopedia dei Santi, dove addirittura pare che Foca e Sagare appartengano al sesso maschile. Ma per questo invochiamo il beneficio del dubbio.
Tra le letterate la palma, come al solito, va a Grazia Deledda insieme a Maria Montessori, ma non mancano due poetesse cosentine del ‘600, Lucrezia della Valle, cui Cosenza dedica anche un Istituto superiore, ed Elisabetta Beccuti, ricordata a Santa Maria del Cedro e ad Acquaformosa. A Francavilla Marittima la presenza delle Sorelle Agazzi ci ricorda la novità del loro sistema di insegnamento.
La scienziata Marie Curie è presente nella toponomastica di Castrovillari, Acri e Paola.
Tra le figure storiche, oltre alle regine italiane, peraltro poco presenti, e a qualche nobile locale, come donna Irene Castriota, compare talvolta Anna Frank; vie intitolate a Rosa Luxembourg sono a Roggiano Gravina, a Spezzano Albanese e a Mormanno; Roggiano Gravina ricorda anche Teresa Noce; Anna Kuliscioff è ricordata a Mormanno e a Trebisacce. Troviamo Anita Garibaldi a San Giovanni in Fiore e San Marco Argentano. Angelina Mauro e Giuditta Levato, vittime delle rivolte contadine, sono ricordate a Spezzano Albanese; la Levato è ricordata anche a Cosenza.
Degna di menzione è la strada che Altomonte dedica alla prima donna sindaca d’Italia, Caterina Tufarelli Pisani, che rivestì la carica di prima cittadina nel Comune di San Sosti dal 1946 al 1952; a Piane Crati troviamo una piazza intitolata a Virginia Abenante, eroina calabrese, che difese la sua casa dai briganti.
Una sola pittrice in tutta la provincia, Mary Cassat a Roggiano Gravina, una sola donna magistrato, Teresa Benvenuto a Diamante, una sola donna medica, Cusina de Plastino a Cosenza.
Roberta Lanzino, la giovane studentessa vittima di femminicidio nel 1988, è ricordata a Cosenza, Castrolibero, Cariati, Amendolara, Spezzano della Sila e Trebisacce.
Le Sirene, le Muse si sprecano a Belsito, Corigliano Calabro, Roseto Capo Spulico, Rocca Imperiale, Serra Pedace.
Mi piace chiudere con un’intitolazione fresca fresca, di questa estate. Il comune di Longobardi ha dedicato una strada ad Angelina Romano, fucilata a Castellammare del Golfo il 3 gennaio 1862 dai soldati del regio esercito italiano, perché accusata di brigantaggio: Angelina aveva solo nove anni! Una piacevole dedica l’ho trovata infine a Corigliano Calabro: via delle Raccoglitrici, che probabilmente allude alle tante donne impiegate nella raccolta della frutta, soprattutto le famose arance di Corigliano.