Ricercatrice e comunicatrice non ha potuto evitare di entrare nella rete di Internet, anzi ne è rimasta affascinata e incatenata e non si è mai fermata. E crede nella multisciplimarietà dei saperi.
Emma Pietrafesa nata nel ’79 Battipaglia (SA) convive felicemente da 4 anni; figliolanza pelosa: cane e gatto. Laurea in lingue e letterature straniere indirizzo informazione e comunicazione, 2° laurea in scienze politiche; due master post lauream: uno in relazioni internazionali, l’altro in comunicazione e management pubblico; dottorato di ricerca triennale in Storia delle relazioni internazionali. Lavora nel settore comunicazione e ricerca da oltre 10 anni con attenzione alle tematiche di genere, ICT e social media, salute e sicurezza sul lavoro, relazioni internazionali. Parla correntemente 3 lingue oltre l’italiano: inglese, francese e russo. Dal 2008 è ricercatrice non strutturata presso l’INAIL Settore Ricerca (U. F. Comunicazione), dal 2005 è Cultrice della materia presso l’Università LUMSA di Roma. E’ responsabile del coordinamento editoriale della Rivista accademica RES PUBLICA (LUMSA). Collabora con testate giornalistica online di settore come Power&gender diretta da Eva Panitteri. Infine è socia dell’Associazione italiana della comunicazione pubblica e istituzionale e di Stati generali dell’Innovazione. Fa parte della WISTER – Sgi (Women for Intelligent and Smart Teritories). Ho all’attivo (italiano, francese ed inglese) una trentina di pubblicazioni di vario genere: articoli, saggi, monografie e cura redazionale di pubblicazioni scientifiche e accademiche. Docente e relatrice in corsi, convegni e seminari di settore
Da quando sono entrate le tecnologie nella tua vita?
Da quando ne ho ricordo…il mio gioco d’infanzia preferito: il grillo parlante
Fai parte della generazione nata con le nuove tecnologie che ormai nuove non sono più?
Precisamente….il primo sistema operativo con cui ho dovuto cimentarmi è stato MS DOS il mio primo pc è stato l’AMIGA , la prima cinepresa e sistema VHS che ricordo è stato il Video 2000 della Philips; Il mio primo cellulare un SIP insomma no sms, video, chat, social etc etc… ho dovuto aggiornarmi con il passare del tempo soprattutto rispetto all’utilizzo degli strumenti nei contesti lavorativi e non sol
Riesci a tenerti al passo con queste o oggi giorno ti senti superata da una novità?
Più che riuscire devo tenermi al passo! Fare ricerca, in ogni settore scientifico e professionale richiede un aggiornamento continuo, nel settore della comunicazione, nel caso delle ICT e del web è fondamentale, essendo questo uno spazio esteso in continua evoluzione, richiede più di ogni altro settore un costante aggiornamento delle teorie, delle metodologie e delle tecniche per far fronte alle continue sollecitazioni e scenari spalancati dalla nuova net e social society
Le novità le vivi come un aiuto alla tua professionalità, le approcci con curiosità o con ‘’fastidio’’?
Le approccio con curiosità malgrado il ritmo di aggiornamento sia molto frenetico e le applicazioni evolvano in maniera esponenziale sia in termini di utilizzo che direi proprio in relazione alla loro quantità numerica (in questo senso si può tranquillamente parlare di consumismo tecnologico) ho imparato con il tempo, per necessità e virtù, a selezionarle molto e più che farmi attrarre dalla novità cerco di verificarne l’effettiva utilità e sostenibilità con le mie attività lavorative e sociali
La laurea in lingue è considerata una laurea ‘’debole’’ ma tu le hai affiancato molti altri studi. Ce ne parli?
Se per debole si intende collocazione e inquadramento lavorativo specifico concordo con l’utilizzo dell’aggettivo se ci si riferisce solo al settore insegnamento o scolastico, sebbene negli ultimi anni e soprattutto in questi tempi di crisi, ad eccezione dei profili tecnici e di alcune professionalità specifiche e relative ad alcuni settori (ingegneria, informatica, catering, logistica ecc), il collocamento sul mercato del lavoro è abbastanza difficile a prescindere dal percorso di studi prescelto. Personalmente la laurea in lingue mi è servita per acquisire metodo e metodologia, mi ha dato modo di continuare a coltivare il mio interesse per la lettura e per la conoscenza di differenti culture, leggere un’opera in lingua originale riuscendo a coglierne sfumature che in fase di traduzione per quanto accurata vengono comunque disperse non ha prezzo. Indubbiamente il mio obbiettivo era quello di approfondire anche altri aspetti per avere un quadro più completo possibile del sistema delle relazioni internazionali quindi ho dovuto necessariamente approfondire anche gli aspetti socio-economici e giuridici. Le mie aree di specializzazione nazionale ed internazionale si sono concentrate in comunicazione e ICT, studi di genere, editoria e pubblicazioni, relazioni internazionali. Nel settore delle attività di comunicazione ho avuto modo di far convergere i vari ambiti di ricerca e studio cercando di trovare una sintesi dei vari aspetti e riuscendo a seguire quel fil rouge che collega i vari ambiti metodologici cercando di passare dalla analisi delle teorie e degli studi all’applicazione e sperimentazione di queste. Mi piace pianificare e monitorare la funzionalità dei processi, team work e interdisciplinarietà
Quanto serve ad un giovane d’oggi conoscere più lingue?
Potrei risponderti con: Tantum possumus quantum scimus malgrado sia considerata lingua morta ma ritengo sia fondamentale ancor di più oggi in un mondo globalizzato in cui si è prima di tutto cittadini d’Europa e del mondo, in cui le relazioni e gli spostamenti lavorativi e di vita sono all’ordine del giorno è sicuramente una dote in più, un valore aggiunto alle proprie conoscenze e competenze che agevola e facilità la multidisciplinarietà dei saperi, lo scambio, il confronto con altre realtà e la possibilità di essere autonomi e non sentirsi isolati in un mondo in cui i confini e le barriere sono sempre più impercettibili. Insomma un buon passaporto per viaggiare ai confini dell’universo.
Cosa ti ha aiutato maggiormente nella ricerca lavorativa, la conoscenza linguistica o quella giuridica?
Francamente direi tutto il background più che un aspetto particolare. Quando ho dovuto cimentarmi in cose nuove mi sono prontamente rimessa in gioco, studiando e approfondendo l’argomento con una viva e sana curiosità che agevola sicuramente la mia indole eclettica. Credo che non si possa essere tuttologi ma si possa fare del proprio meglio e impegnarsi al massimo nelle cose in cui si crede e nelle attività che svolgiamo di qualsiasi carattere esse siano. Tendenzialmente nella mia attività lavorativa e nella mia vita in generale cerco di applicare sempre il metodo suggerito da Eco per l’elaborazione della tesi di laurea (Non si butta via nulla), o meglio un semplice consiglio che mia nonna mi ripeteva sempre impara l’arte e mettila da parte prima o poi ti torna utile, un posticino in valigia lo trovi in qualche modo.
E la tua attività di ricerca su cosa si focalizza?
Attività di ricerca sulle tematiche di genere con particolare riguardo alla salute e sicurezza sul lavoro a livello nazionale e comunitario, nonché su metodologie e strumenti di comunicazione, coordinamento editoriale, redazione e diffusione di documentazione tecnico-scientifica. La nascita e lo sviluppo delle tecnologie dell’Informazione (ICT) hanno imposto cambiamenti non solo in ambito organizzativo gestionale ma anche nei comportamenti sociali: le tecnologie informatiche 2.0 servono per lo più a veicolare questa intrinseca socialità dell’essere umano. Gli elementi del comunicare (triade – uomo, società e cultura) vanno oggi ad intersecarsi sempre più con l’evoluzione tecnologica e con la rivoluzione informatica (ICT), che spalancano smisurate possibilità di rappresentazione, comunicazione, interazione e conoscenza. Questa nuova cultura e relazione mediale si forma e trasforma attraverso un processo di conoscenza che è frutto della comunicazione tra individui: creazione di reti, costruzione del sapere ed esercizio del sapere. In questo senso ritengo che le nuove tecnologie possono essere il punto di svolta epocale non solo per una maggiore democratizzazione dei processi partecipativi della cittadinanza attiva, e quindi strumenti per una “rivoluzione” culturale e di pensiero all’interno della società italiana, ma al tempo stesso posso essere una modalità utilizzata per liberare alcuni tempi di produzione e di lavoro a favore di una migliore redistribuzione dei carichi ed impegni socio-familiari, supportando dunque anche il delicato compito delle organizzazioni complesse nella ridefinizione di nuovi modelli e processi organizzativi, che mira ad un benessere totale dell’individuo in quanto persona.
Come sei arrivata alle Wister?
Ho conosciuto le Wister lo scorso maggio nel corso del Convegno da loro organizzato a Forum PA PianoD: come liberare le risorse delle donne a cui mi ero iscritta per interesse riguardo alle mie attività di ricerca. Mi sono subito innamorata del progetto e grazie ad alcune #wistersister mi sono sentita subito a mio agio: fare squadra e fare rete per attivare le leve del cambiamento. Da donna a donna (peer to peer) in una sintesi intergenerazionale ed interdisciplinare…dico, come fai a non farti travolgere??! Così mi sono iscritta alla mailing list creata da Flavia Marzano e ho iniziato a conoscerle. Quando Flavia ha proposto il Primo learning meeting di Padula (luglio 2013) mi sono subito resa disponibile per dare qualche suggerimento per qualche argomento da trattare e invece sono stata subito coinvolta nella bellissima esperienza da cui è scaturito anche il primo ebook della Collana WoW (World of Wister). E’ stata un’opportunità nell’opportunità…una sfida nella sfida…una sollecitazione nella sollecitazione…e soprattutto una scoperta nella scoperta: un modo per toccare e conoscere da vicino splendide e competenti compagne del viaggio che ho intrapreso
E cosa fai per essa?
Da maggio ad oggi il tempo è corso veloce e le attività di Casa Wister sono diventante parte integrante della mia quotidianità. Faccio quello che c’è da fare (quando posso compatibilmente alle altre attività ed impegni della mia vita quotidiana) a volte stanca provare a far conciliare tutto perché gli stimoli sono talmente tanti che vorrei poter seguire e fare tutto e soprattutto perché sono un po’ fissata con l’organizzazione e la pianificazione delle cose (mi hanno soprannominato #furiowister, in riferimento al mitico personaggio di Carlo Verdone) cerco insomma di dare supporto oltre che alle singole attività anche proprio negli aspetti di pianificazione e coordinamento di tutte le attività di volontariato che mettiamo in campo (dai corsi formativi gratuiti ovvero i learning meeting in giro per l’Italia, alla pubblicazione dei post sul blog, alla presentazione dell’ebook che sarà organizzata a inizio dicembre, al mantenere i contatti con la rete e cercare di dare a ciascuna che ne abbia necessità o bisogno la giusta attenzione ed il giusto valore, cerco di fluidificare la comunicazione e le relazioni della rete). Fortunatamente mi basta dormire poco e d’abitudine mi sveglio molto presto la mattina e quindi tra un buco, una pausa, un caffè, insomma appena ho 5 minuti incastro qualcosa il più delle volte negli ultimi tempi riguarda le #wister. Ma ne vale la pena perché è bello fare un percorso condiviso e partecipato con allegre, volenterose, impegnate, sorprendenti, straordinarie, sagge, ingenue, innovative, ispirate ed ispiratrici compagne di viaggio e di avventura. Perché l’insieme fa la forza e la diversità di vedute è a mio avviso una ricchezza e non una debolezza, ciascuna a modo suo e per sue competenze, pregi e difetti può arricchire ed essere arricchita dall’altra. Insomma è una straordinaria opportunità di crescita umana personale e professionale, camminando fianco a fianco, magari durante la “salita” si sente anche meno la fatica e ci si può incoraggiare a seconda delle situazioni e dei momenti. I rapporti non sono solo virtuali. Con alcune di loro ci sentiamo quotidianamente insomma sono entrate nella mia vita e nei miei spazi e posso affermare che sono delle splendide e meravigliose persone oltre che Amiche…a loro soprattutto va un mio ringraziamento speciale perché nonostante le tante attività e i tanti impegni quotidiani di vita e di lavoro ci sono per me, come io ci sono per loro, ed insieme siamo unite e presenti per Casa Wister…la cui porta è aperta a tutte e tutti. La mailing list Wister di cui Flavia è genitrice ispiratrice e animatrice è una rete di donne all’interno di Stati Generali dell’innovazione SGI 🙂 quindi l’iscrizione alla list è legata a questo aspetto. Tuttavia le attività e soprattutto le tematiche di genere sono secondo noi altamente inclusive. L’idea di avere dei #wistermister supporter alle attività delle wister che abbiano voglia di collaborare confrontarsi e fare percorsi insieme ci anima da sempre ed è una cosa di cui vorremmo poter beneficiare infatti sono i mister sono benvenuti intanto sulla pagina facebook di Wister-sgi e all’interno dell’Associazione Stati generali dell’innovazione (SGI). E posso dire che abbiamo già avuto qualche testimonial d’eccezione #wistermister che ha aderito alla rete poiché condivide il progetto e la consapevolezza che bisogna porre e sensibilizzare una maggiore attenzione a questi temi affinché nessuna risorsa della società venga più esclusa o si autoescludi perché la completezza di vedute risiede nella sintesi della diversità di esperienze e punti di vista. Sicuramente c’è bisogno di promuovere l’incontro ed il confronto, su vari livelli, per sensibilizzare sempre di più l’inclusione delle tematiche di genere anche nel settore delle nuove tecnologie come nei vari settori produttivi, lavorativi e sociali al fine di recuperare il gap generazionale e al femminile per liberare all’interno della società italiana le risorse aggiuntive di cui le donne sono portatrici e che nonostante i grandi progressi e le grandi battaglie dell’ultimo ventennio ancora non hanno raggiunto i risultati sperati ed immaginati o non sono riuscite ad esprimersi appieno. Purtroppo ancora oggi a dispetto di dati statistici e autorevoli studi internazionali sulla positiva inclusione delle donne nel mercato del lavoro e nell’economia globale, vi è ancora una resistenza/persistenza diffusa e non valorizzare ed incentivare la presenza delle donne all’interno dei settori produttivi e decisionali, particolarmente in alcuni ambienti di tipo corporativistico, tanto nazionali quanto internazionali (in questo senso “ogni mondo è paese”) che privano però tutti noi della possibilità di dar vita a meccanismi virtuosi partendo dal confronto di diversi punti di vista, dalla condivisione di diverse o complementari esperienze per giungere ad una sintesi positiva dei vari fattori e della varie professionalità e grandezze messe in campo da tutte le risorse umane della società
Programmi futuri di formazione permanente?
Formazione permanente mia o organizzati da Wister? In entrambi i casi ti rispondo si…credo che ci sia così tanto da imparare e condividere e così poco tempo per farlo 24h al dì sono veramente poche anche per chi come me cerca di sistemare le proprie giornate come se stesse giocando a tetris ;). Uno degli obiettivi della rete Wister è aiutare le donne (ma non solo) ad avvicinarsi alle nuove tecnologie attraverso iniziative di formazione e informazione gratuite. Per farlo nella maniera migliore, è stato predisposto un questionario utile alla rilevazione delle esigenze formative per poter proporre nei diversi territori i corsi dei quali si sente maggiormente il bisogno. Inoltre i corsi di base wister sono completamente gratuiti come tutte le attività della rete che vengono svolte in base alla disponibilità gratuita di tempo e competenza di ogni singola wister che si fa carico di un pezzo del puzzle oltre che attraverso una adesione o una donazione per finanziare e sostenere le attività.