A Siracusa su 1830 aree di circolazione, 474 sono intitolate a uomini e 60 a donne.
Data l’origine greca della città, ovviamente tanti odonimi sono legati alla mitologia e tanti sono pure i personaggi illustri della storia antica come Tucidide, Ierone, Gelone..
Tra i 60 odonimi femminili, 21 sono Sante, Madonne e religiose, 23 sono figure mitologiche come Aretusa, Berenice, Galatea, Tiche, Tersicore..
Tra le vie intitolate alle laiche troviamo la pedagogista Rosa Agazzi e la crocerossina Costanza Bruno.
Rosa Agazzi, insieme alla sorella Carolina, inaugura una corrente pedagogica fondata sull’idea che “al centro dell’apprendimento ci sia l’esperienza e che il bambino non deve essere spettatore ma attore del processo formativo, e deve crescere in un ambiente familiare che stimoli la sua creatività in luoghi semplici e composti da materiali che fanno parte della sua quotidianità”. Questo metodo si chiama “intuitivo”: l’educazione agisce indirettamente rispettando la spontaneità dei bimbi, che devono vivere in scuole materne organizzate come piccole case. Tra il materiale didattico consigliato anche un “museo delle cianfrusaglie” (spaghi, sassolini, rocchetti di filo.); tra le discipline, l’educazione al canto che aiuta il bimbo a liberarsi dalla pesantezza dei lavori manuali rendendolo più sereno.
Costanza Bruno nasce a Siracusa nel 1915. Chi l’ha conosciuta ricorda uno sguardo fermo, deciso che palesava un carattere forte. Figlia di un generale di brigata, la sua breve vita tra le due guerre mondiali trascorre tra i militari e al seguito del padre. La CRI, che è tutto il suo mondo, la vede donna coraggiosa, intraprendente, arguta. una donna di cultura che parla diverse lingue e scrive poesie. Infinitamente generosa, aiuta tutti quelli che non possono permettersi un medico, mettendo a disposizione il suo patrimonio personale.
Il 22 luglio 1943 Costanza corre verso l’ospedale, dove confluiscono i soldati feriti dai bombardamenti, per dare aiuto e donare il sangue. Inizia a lavorare tra quei corpi mutilati senza un minuto di sosta. A un tratto un’incursione aerea. scoppia l’inferno, una mitragliata di colpi la ferisce ma lei imperterrita continua il suo lavoro. Arrivato il padre, a forza la trasporta al posto di medicamento di una divisione, dove le vengono amputate tre dita della mano sinistra. Ci si rende conto che deve essere operata immediatamente e il padre decide di portarla all’ospedale da campo di Mistretta. Costanza sa che sta per morire ma sorride e consola il padre senza lasciarsi sfuggire un lamento. Non trovandosi nessun chirurgo, allora il padre la riporta a Nicosia per farle riabbracciare la sua famiglia. E lì, tra i suoi cari, Costanza esala l’ultimo respiro. Finisce così la sua giovane vita. Fu insignita della medaglia Florence Nightingale, della medaglia d’oro della CRI e della medaglia di bronzo al valor militare. Il suo corpo riposa, unica donna, nella Chiesa del Pantheon a Siracusa a fianco di altri eroi di guerra.
Altro capoluogo di provincia, ma stessi dati per ciò che concerne le intitolazioni al femminile: Caltanissetta. Qui su 827 aree di circolazione, 282 (34,1%) sono legate a toponimi maschili, 37 (4,47%) a toponimi femminili. Tra questi troviamo 15 tra Madonne e Sante, 4 figure mitologiche (Galatea, Aretusa, Scilla e Cariddi), 2 regine (Elena e Margherita), 3 scrittrici (Grazia Deledda, Sibilla Aleramo, Elsa Morante) e 2 benefattrici (Luisa Moncada e Maddalena Calafato). A quest’ultima sono intitolate pure un istituto di beneficenza e una scuola dell’infanzia. Nel capoluogo nisseno troviamo pure la via Anna Kuliscioff.
In provincia di Caltanisetta, a Gela, riscontriamo 1391 odonimi, di cui 396 di luoghi geografici, 276 generici, 87 di cognomi generici.Quelli maschili sono 508 (36,52%), mentre 39 (2,8%) sono i femminili. Tra questi ultimi, 23 sono intitolati a Madonne e Sante, uno alla pittrice Sofonisba Anguissola e uno alla scrittrice Matilde Serao. Una via, una scuola e una fondazione sono intitolate ad Antonietta Aldisio, moglie di Salvatore che nel ricordo ha perso il suo cognome, Cultrone.
Sempre in provincia, a Niscemi, troviamo l’Ospedale intitolato a Suor Cecilia Basarocco.
Tra le intitolazioni curiose, una via Fimmina morta sia a Niscemi che a Marianopoli e una via Le Schette sia a Sutera che a Riesi.
Villalba, invece, vince la maglia nera: nessun toponimo femminile.