Quando le città si sono formate, era ancora lontanissimo il riconoscimento dei diritti civili delle donne e questo si manifesta anche nella mancanza di rappresentazione femminile nella toponomastica.
di Chiara Pieretti
Massa (MS)
Ha suscitato notevole interesse e attenzione l’incontro organizzato mercoledì 22 gennaio dalla consigliera comunale Dina Dell’Ertole tra Maria Pia Ercolini, del gruppo Toponomastica femminile, e le due commissioni consiliari del Comune di Massa – cultura e istruzione, sociale e pari opportunità – a cui ha partecipato anche il sindaco Alessandro Volpi. L’incontro è stato l’occasione per portare all’attenzione dell’amministrazione apuana una tematica che a livello nazionale riscuote già la dovuta considerazione e, visto l’apprezzamento per l’iniziativa, c’è da credere che seguirà un impegno concreto per attuare le proposte emerse durante la riunione. Ma procediamo con ordine.
La giornata si è aperta con i saluti e un’introduzione da parte del sindaco Alessandro Volpi: “Quando le città si sono formate, era ancora lontanissimo il riconoscimento dei diritti civili delle donne e questo si manifesta anche nella mancanza di rappresentazione femminile nella toponomastica. Inizialmente le figure femminili che venivano scelte per intitolare strade erano solo sante o religiose. Poi, seguendo il susseguirsi degli eventi storici dall’Unità d’Italia in poi, i protagonisti sono stati i patrioti, uomini, che hanno combattuto durante il Risorgimento. Successivamente, rapporti difficili tra Stato e Chiesa hanno penalizzato di nuovo la scelta di declinazioni al femminile; poi c’è stato il Fascismo. Insomma, si può dire che la partita sulla denominazione femminile si è aperta nel dopoguerra, ma è sempre stata una partita difficile e tutt’oggi siamo in forte ritardo rispetto a questa tematica. Per questo credo che iniziative di questo genere siano molto importanti e che rappresentino uno stimolo anche per gli amministratori, affinché si attivino tutte quelle azioni utili a far rivivere la memoria o a sviluppare la conoscenza di personaggi femminili che hanno dato un contribuito importante alla società”.
Maria Pia Ercolini, insegnante di scuola superiore, ha raccontato come è nato il gruppo Toponomastica femminile e quali sono gli obiettivi. “Durante una gita scolastica per le vie di Roma, osservando i nomi delle strade, una mia alunna se ne uscì con una domanda: professoressa ma sono tutti uomini? Una domanda che nella sua semplicità spalanca le porte su un mondo. Le città sono piene di strade, piazze, giardini, edifici pubblici dedicati a uomini, come se non esistessero figure femminili degne di essere ricordate. Nell’immaginario collettivo, quindi, prevale la percezione di modelli maschili prevalenti su quelli femminili. Questo avviene, incredibilmente, anche osservando la cartellonistica stradale dove, contrariamente a quanto avviene in altri paesi europei, si vedono figure maschili ovunque. Di questo passo quali modelli potranno mai avere i nostri ragazzi se fin da bambini passa il concetto che il genere maschile ha più valore rispetto a quello femminile? Riuscire a cambiare la percezione dell’immaginario collettivo attraverso buone prassi e attraverso un’educazione che passi sia dalla famiglia che dalla scuola – continua Ercolini – può avere un effetto più forte di quanto possa averlo una legge creata ad hoc, ma calata dall’alto e non sentita dalla cittadinanza”.
Nel corso della conferenza la professoressa ha fatto riferimento ad alcuni dati statistici che si possono consultare sul sito internet di toponomastica femminile. I dati relativi alla Toscana e alla provincia di Massa Carrara sono in linea con quelli nazionali: ovvero ogni 100 strade solo 8 sono intitolate a donne. Si consideri poi che la maggior parte delle donne scelte sono figure religiose o letterarie, oppure che in molte città le uniche strade intitolate a donne fanno riferimento ai postriboli del passato, e ancora che le strade con nomi femminili sono sempre quelle meno importanti dal punto di vista urbanistico ( spesso sono strade cieche o di periferia). La cosa che fa riflettere è che questa abitudine a prediligere nomi maschili non è ascrivibile solo al passato, ma è evidente ancora oggi nelle aree cittadine di nuova costituzione. Per fortuna qualcosa si sta muovendo e in alcuni comuni sono stati individuati referenti per la toponomastica femminile.
La fase finale dell’incontro è servita ad avanzare alcune proposte operative che vanno dalla realizzazione di campagne per la memoria a iniziative didattiche tra giovani e istituzioni, dalla promozione di sondaggi e scelte condivise all’adozione di targhe didascaliche con nomi e cognomi estesi che forniscano anche alcune informazioni sul personaggio cui è dedicata la strada o la piazza. Ma il pezzo forte, particolarmente apprezzato dai consiglieri e anche dal sindaco stesso, è stata la proposta di intitolare le rotonde della città alle donne dell’Assemblea Costituente. Sono 21 le donne che hanno contribuito alla scrittura della Costituzione della repubblica Italiana e dedicare a loro le rotonde anonime delle città sarebbe un segnale molto forte. A Massa attualmente le rotonde sono una quindicina, e altre sono in programma. Avere in città una rotonda intitolata ad ogni Madre Costituente sarebbe davvero un bel primato.