di Giuliana Cacciapuoti e Daniela Sautto
Campania felix, almeno nella toponomastica femminile.
Con la terza riunione della Commissione consultiva per la Toponomastica cittadina di Napoli del 6 febbraio scorso, su proposta di Giuliana Cacciapuoti, si è discusso sull’intitolazione di ventuno rotonde site nel territorio urbano della città di Napoli da dedicare a ciascuna delle ventuno donne che furono protagoniste della Consulta Nazionale e dell’Assemblea Costituente.
La Commissione ha raccolto il suggerimento, ma ha modificato in parte la proposta presentata, osservando che le rotatorie sono poco identificabili nel tessuto cittadino e non restano solitamente impresse nella memoria di chi le attraversa. Si è posto l’accento che, trattandosi di “….donne di grande valore culturale, importante coraggio e impegno di civiltà, il cui contributo fu fondamentale perché senza distinzione di sesso tutti i cittadini fossero ammessi ad alimentare i processi democratici e a tutti fosse consentito di accedere ai più alti livelli delle istituzioni rappresentative “… non ci dovrebbero essere dubbi circa la volontà di migliore collocazione toponomastica possibile.
Per questo si è deciso che il ricordo della nostra storia repubblicana, per avere immediata eco e memoria nei nomi delle strade, deve impegnare la Commissione a individuare strade per ricordare Madri e Padri Costituenti, dedicando loro un’intera area della città di Napoli: ventuno strade dunque per le Madri Costituenti.
Le nuove intitolazioni rispondono agli auspici a suo tempo espressi dal Presidente della Commissione, il Sindaco dott. Luigi De Magistris, che nella riunione d’insediamento della Commissione, invitò l’assemblea consultiva a introdurre nelle valutazioni il punto di vista di femminile (donne “notevoli” e non solo “vittime”).
La Commissione toponomastica di Napoli continua nella direzione del riequilibrio di genere e dal suo insediamento, in tre sole riunioni, ha intitolato ben trentacinque luoghi pubblici a donne di grande valore.
Ci auguriamo che altrettanto accada nel Comune di Caserta, dove il prossimo O.d.G. del Consiglio Comunale, al punto 5, intende segnalare la necessità di riconoscere l’operato femminile nell’odonomastica casertana, dove solo trentasei strade, su un totale di 1008, sono intitolate a donne.
Tra le città importanti per le memorie storiche e artistiche, l’antica Cava dei Tirreni, in provincia di Salerno, illustra i fasti toponomastici in Campania pubblicando il bel libro “Le strade di Cava de’ Tirreni – Toponomastica storica”, che offre, tra l’altro, un percorso femminile tra le vie cittadine. Il taglio dell’opera è celebrativo, come si evince dalla dedica iniziale: Perché sopravviva il ricordo di quanti si sono distinti per il loro ingegno/ sono stati detentori di nobili ideali/ hanno espresso valori di spiritualità, giustizia, senso civico, culto della Patria contribuendo alla formazione del Patrimonio Culturale della nostra Città.
Su 400 vie, Cava de’ Tirreni ne dedica 250 a uomini e tredici a donne. Sono presenti soprattutto figure legate alla sfera religiosa (via e località Santa Maria al Toro, via Annunziata, via santa Maria del Rovo, via e località Sant’Anna, via Santa Lucia, via Maddalena) cui fanno da cornice una letterata (via Paolina Craven), due omonime benefattrici (via Lucia Pastore e piazza Mamma Lucia, alias Lucia Pisapia Apicella), una principessa sacrificata alla follia nazista (via Mafalda di Savoia) che ha condiviso con una donna ebrea (via Settimia Spizzichino) l’esperienza del lager. Settimia, deportata ad Auschwitz e morta nel 2000, aveva un bel legame con la città, di cui era cittadina onoraria e nella quale tornava spesso a narrare le sue vicende.
Il testo elenca anche le frazioni da cui è composta la città di Cava de’ Tirreni e fornisce localizzazioni dettagliate viste con l’occhio del pedone che vi passeggia. Tante biografie, in gran parte maschili, quasi tutte corredate di foto o dipinti accompagnano l’opera.
Originali e interessanti,
per uno studio sulle vicissitudini toponomastiche e sulle scelte amministrative, le sezioni sui nomi approvati dalla Commissione ma non realizzati: pubblicare le proposte dismesse significa anche riportarle alla luce e permettere allora a Maria Casaburi, docente e politica, a Carmela Matoniti, medaglia d’argento al valor civile, a Vittoria Aganoor, poetessa, a Maria Benincasa, maestra operaia e Consigliera comunale, e ad altre donne d’indiscusso valore di trovare visibilità in un’area di circolazione, in una scuola, in un giardino.
La toponomastica così narrata, anche grazie alle pagine di questo libro, ritrova la memoria di se stessa e delle sue operose cittadine.