Sintesi dati rapporto – i fenomeni di molestia on line sono considerati dalla maggior parte dei ragazzi molto più dolorosi di quelli reali
Il 60% dei ragazzi in Italia è online tutti i giorni (o quasi) con una durata di connessione media di 2-3 ore al giorno. Di questi il 57% (età compresa tra i 9 e 16 anni) ha attivo un profilo di social networking, ma la conoscenza e l’’uso di accorgimenti tecnici per le impostazioni di sicurezza e privacy è relativamente basso: solo il 21% dei genitori predispone filtri e blocco ai siti e di questi solo il 15% tiene traccia della cronologia dei siti web visitati.
Gli effetti della mancata consapevolezza circa un uso corretto delle tecnologie diventano dati allarmanti sulle molestie on line. Secondo l’ultimo rapporto Ipsos per Save The Children, 4 minori su 10 sono testimoni di atti di bullismo on line verso coetanei, percepiti “diversi” per aspetto fisico (67%) orientamento sessuale (56%) o perché stranieri (43%). Il cyber bullismo è percepito dal 69% dei minori italiani intervistano come la principale minaccia, più della droga, dell’alcool e della possibilità di subire molestie da un adulto. Particolarmente esposte si sentono le ragazze, che alla domanda se c’è connessione tra alcuni recenti tragici fatti di cronaca e le molestie in Rete rispondono molto (33%) o abbastanza (48%).
I social network rappresentano la modalità d’attacco preferita dal cyber bullo (61%), che di solito colpisce la vittima attraverso la diffusione di foto e immagini denigratorie (59%) o tramite la creazione di gruppi “contro” (57%). C’è poi il fenomeno del “furto” di mail e messaggi privati resi poi pubblici (48%), l’invio di sms, mms e e-mail aggressivi e minacciosi (52% che sale al 61% nel caso di femmine preadolescenti) e la diffusione di notizie false sulla vittima (58%).
Secondo i ragazzi il cyber bullismo arriva a compromettere il rendimento scolastico (38%), mina la capacità di socializzazione della vittima (65%) e porta a conseguenze psicologiche come la depressione (57%, percentuale che sale al 63% nelle ragazze tra i 15 e i 17 anni). Senza considerare che i fenomeni di molestia on line sono considerati dalla maggior parte dei ragazzi (83%) molto più dolorosi di quelli reali perché non ci sarebbero limiti a quello che si può dire e fare (73%), potrebbe avvenire continuamente e in ogni momento della giornata (57%) e non finire mai (55%).
Secondo lo stesso rapporto per “il 50% dei ragazzi la rete rende anonimi e quindi apparentemente non perseguibili. La pericolosità del web inoltre deriva dal fatto che chiunque può avere accesso (32%) e i contenuti o le affermazioni fatte da altri sono più facilmente strumentalizzabili (34%)”.
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