Tinta, una donna fuori delle righe.
Tinta, il personaggio Tinta intendo, perché è uno pseudonimo, nasce per caso nel 2006, da una sfida raccolta. L’uomo che è stato il suo “Muso ispiratore” le propose di partecipare ad un concorso letterario, dopo aver ricevuto un sms un po’… particolare, un po’ erotico. Le disse che da quel giorno l’avrebbe chiamata così: Tinta. Facile fare l’abbinamento con il regista Tinto Brass, anche se l’autrice, con quest’ultimo non ha nulla in comune. Ma questo nome le ha portato fortuna. Infatti, nel 2006 si è classificata al primo posto al concorso di letterature erotica “Carte Segrete”, organizzato dall’Associazione Nuove Produzioni spettacolari di Mimmo Mongelli, che aveva come madrina la scrittrice e giornalista Monica Maggi e come presidente di giuria la recentemente scomparsa scrittrice Maria Marcone, a cui Tinta dice di dovere molto.
” Scambiammo quattro chiacchiere prima della premiazione – mi dice Tinta – io non sapevo nemmeno chi fosse ma scattò una simpatia reciproca. Mi definì <Una donna dallo sguardo sognante> e quando vinsi mi confessò che dal primo momento aveva tifato per me!”
Da allora Tinta ha continuato a scrivere su quel genere. In realtà non aveva mai smesso, dato che le prime ” cose” (come le chiama lei) ha iniziato a buttarle giù a 7 anni : favole, commedie e poi, crescendo poesie.
Nel 2008 il primo vero libro erotico “LETTERA APERTA AD UN AMANTE” (WIP- Edizioni) riscuote un buon successo soprattutto tra le lettrici che si identificano nella protagonista: una donna che parlando della sua passione segreta per un uomo sposato, riscatta l’immagine dell’amante. Non più considerata una rovina famiglie di dubbia moralità, ma una vittima dei sentimenti, così come la moglie tradita è vittima delle convenzioni e luoghi comuni: unico colpevole l’uomo fedifrago incapace di fare delle scelte o puntare su quelle più scontate.
A questo ne fa seguito un altro nel 2009, “L’EROS TANTI COLORI UNA SOLA TINTA” ( WIP Edizioni), antologia di racconti che sondano le varie sfumature dell’erotismo molto prima del caso editoriale che ha infiammato gli animi ( e non solo) negli ultimi due anni. Nel frattempo ha continuato a scrivere poesie, racconti e canzoni sino ad arrivare all’ultimo nato “UNA DONNA (QUASI) SCADUTA”, che sarà presentato l’8marzo presso il Palazzo della Musica Rossini di Busto Arsizio. Un libro diverso, non più nel filone erotico, leggero e divertente che non tralascia, però riflessioni e valutazioni profonde sull’essere donna e sui luoghi comuni che vorrebbero condizionare la nostra vita.
TINTA, quindi nasci come ”scrittrice erotica”che però è una definizione che oggi inizia a starti un pò stretta……vero ?
“C’è un momento nella vita di una scrittrice (o presunta tale) in cui le definizioni iniziano a stare strette. Essere relegata a un genere di scrittura può essere piacevole all’inizio, ma col tempo abbastanza limitante. Ancora di più nel mio caso, poiché la definizione di “scrittrice erotica” si è rivelata talvolta un’arma a doppio taglio. Perché se all’inizio ti sembra di essere glam’ e sexy agli occhi del mondo, oggetto dei desideri trasversale, divina e diversa dalla massa, col tempo le cose cambiano. Può accadere che circostanze della vita ti spingano a modificare la tua visione dell’erotismo e del sesso, o addirittura a considerarli fattori di secondaria importanza, o che l’ispirazione venga meno (e magari non solo lei!), ragion per cui non ti va di parlare delle posizioni dell’amore quando l’unica che ti riesce bene è quella stravaccata sul divano davanti alla tv”.
Ed eccoci a “Una Donna (quasi) scaduta”, edito da David and Matthaus , che segna una svolta nella tua carriera letteraria. Un salto dalla letteratura erotica a quella ironica! E’ un libro dalle diverse sfumature, non di grigio, bensì di tutti i colori di cui può essere ….tinta la vita di una donna , in cui si ride, ci si commuove, si riflette. Raccontaci meglio come nasce e perché:
Nasce per caso e paradossalmente in un momento molto triste per me. Avevo perso da poco mio padre e stavo vivendo un periodo molto complicato sotto molti punti di vista. Persino la salute mi stava dando il benservito! Inizialmente pensavo di scrivere un libro serio, una riflessione sul tempo che passa e come la vita delle donne sia condizionata da ‘sto benedetto orologio biologico, ma soprattutto da quel luoghi comuni, retaggi del passato, secondo cui una donna se non è madre e moglie viene considerata un’anomalia! Poi via via che scrivevo c’è stata una virata e il romanzo ha assunto dei toni più leggeri, ma credo abbia ugualmente centrato l’obiettivo.
La protagonista del tuo libro e’ una scrittrice, e’ barese e single; quanto c’e’ di autobiografico in ciò che scrivi:
Diciamo che c’è molto, nel senso che conoscendo bene me stessa, in genere parto da me, anche da situazioni banali che mi ispirano e che poi vengono rielaborate e trasformate in “altro” via via che scrivo. La protagonista è una scrittrice, ma se fosse stata una commessa o un medico la storia non sarebbe cambiata molto. Di fortemente autobiografico c’è l’episodio dell’ospedale, il resto, anche i personaggi sono liberamente ispirati a persone che ho conosciuto nella vita reale, di cui, però ho enfatizzato alcune caratteristiche. Si può dire “ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti non è puramente casuale”. Autobiografia e fantasia si intrecciano in questo mio libro..che per la prima volta si chiude con un lieto fine. Che sia questa la mia vera, ultima trasgressione letteraria ?
Il contraltare della protagonista e’ Dolores, la sua migliore amica: parlaci di lei.
Devo dire che dai commenti raccolti dai lettori, pare che Dolores batta la protagonista in simpatia, riscuote molti consensi. Dolores è l’amica del cuore della protagonista ( anche da adulte ne abbiamo bisogno!) che però è caratterialmente il suo opposto: è leggera, possibilista, poliamorista si direbbe oggi, una donna senza schemi mentali né vincoli di alcun genere, che con le sue “massime” è l’antidoto ideale per tirarsi su il morale nei momenti bui. E di questo la protagonista ha molto bisogno, lei che è così schifosamente monogama, sentimentale e pessimista! Dolores riesce a spingerla a rimettersi in gioco quando la depressione è dietro l’angolo!
A proposito di rimettersi in gioco, ne
i tuoi libri gli uomini non fanno mai una bella figura e in questo non sono da meno:
Beh nei miei libri parlo sempre di uomini sfuggenti, incapaci di sentimenti autentici, un po’ manipolatori perché sono quelli in cui mi sono imbattuta. In questo libro ho enfatizzato altre caratteristiche di alcune tipologie maschili anche perché confrontandomi con altre donne mi sono resa conto di essere in buona compagnia. Tutte più o meno veniamo fuori da esperienze sbagliate, incontri senza storia e passioni assolute. Per la protagonista questa è rappresentata dall’Uomo, che alla fine, se non altro è l’unico coerente nel panorama maschile presentato nel libro.
Le presentazioni dei tuoi libri sono molto diverse dalle solite…statiche a cui siamo abituati. Tu le fai diventare delle vere rappresentazioni teatrali: oltre a rispondere alle domande, canti, reciti…insomma una vera artis
ta a tutto tondo. Poi i testi delle canzoni sono scritti da te. Insomma letture di brani e canti appropriati eseguiti da una inaspettata Tinta, con bella voce e gestualità, in un crescendo di “non noia” e “mai scontata”. In che rapporto tu poni la musica con la letteratura ?
Nel mio caso un rapporto strettissimo. Prima di scrivere libri, la mia via di fuga era la poesia. Nel 2003 ho incontrato un gruppo, la Band ATEMPOPERSO, di cui faceva parte il musicista Gaetano Todaro, che ha avuto la capacità di trasformare le mie poesie in canzoni. Quando sono usciti i miei libri abbiamo pensato di abbinare alle letture le nostre canzoni, anche per farle uscire dalle quattro mura in cui abitualmente suoniamo e devo dire che la cosa ha riscosso molto successo. Gaetano mi accompagna nelle mie presentazioni e stiamo mettendo giù uno spettacolo in cui speriamo di coinvolgere anche la band. Il contatto col pubblico per me è fondamentale e coniugare musica e parole rende tutto più facile per me, la comunicazione è più immediata e coinvolgente.
In occasione dell’evento di Busto però non sarò in veste di performer, ma solo di autrice. Ma non è escluso che possa ritornare da queste parti in altra veste!
Ma in fondo Tinta, Tinta scrittrice (così appari su facebook) chi e’?
E’ una donna di oltre…anta anni che in quell’età in cui tutte mettono la testa a posto ha deciso di fare ciò che voleva. La scrittura e l’arte sono state la mia ancora di salvezza e non mi interessa di quelle persone che storcono il naso perché mi considerano un’autrice di serie B. Si può arrivare al cuore della gente senza salire sul pulpito o recitare il ruolo degli autori impegnati a tutti i costi. Tinta è una donna che ha cose da dire e le dice a modo suo! Il palco, in senso lato, è la dimensione in cui riesce a riscattarsi da una vita di dolori e colpi bassi. Per fortuna che Tinta c’è!
Non ti ritieni una femminista a trecentosessanta gradi ma solo una donna arrabbiata con chi commette ingiustizie e discriminazioni, aldilà del genere, vero ?:
Vorrei dire alle donne di non confondere l’amore con una sua cattiva imitazione: essere innamorate di un uomo e dirgli “ti amo da morire”, non vuol dire morire per mano sua. Ribellatevi, urlate, scappate, chiedete aiuto. Venite allo scoperto. Non accettate situazioni destinate ad arrivare ad un punto di non ritorno. E’ anche vero che quando si grida e si chiede aiuto, dall’altra parte dovrebbe esserci qualcuno capace di ascoltare e intervenire, ma questo non sempre accade. Purtroppo, gli uomini spesso non sanno passare dall’ IO al NOI, e di ciò dovrebbero essere consapevoli le donne.
Direi un’artista, e non solo, che dee farsi conoscere perché di talento e di idee ne ha tante e penso che questo suo modo di presentarsi e presentare le sue variegate opere, sia innovativo e farà proseliti, perché piace al pubblico, che si diverte veramente tanto.