Il film racconta a storia di un negro libero divenuto accidentalmente ed improvvisamente schiavo e rimastolo per 12 anni
di Luciana Cazzolla
” 12 Anni schiavo” è una pellicola che inquieta per la crudezza delle immagini e la violenza della sopraffazione dell’essere umano sul proprio simile. Una storia di schiavitù ambientata tra New York e la Luisiana nell’epoca pre -guerra di Secessione (1841 ), tratto dal romanzo biografico di Salomon Northrup.
Un film che lascia un profondo senso di tristezza per le nefandezze umane, di svuotamento per il senso di perdita della dignità, libertà ed identità.
Un susseguirsi di persecuzioni e maltrattamenti che ben riescono ad essere resi allo spettatore attraverso inquadrature e sequenze che non evolvono nella storia ma ne restituiscono una sensazione “claustrofobica” richiamando, dunque, quella propria della “schiavitù”.
La perdita della speranza che si concretizza con la frantumazione del violino, strumento attraverso il quale il protagonista ,aveva costruito la sua valente vita professionale. Ma un altro aspetto sembra emergere in questo film: appare più volte evidenziata l’importanza dell’istruzione , dell’essere colto, come ulteriore possibilità di sopravvivenza, di difesa strategica per far fronte non solo alla disperazione interiore per la perdita della propria soggettività ma anche al controllo e al dominio delle proprie emozioni e sentimenti, a dispetto del vissuto collettivo di sottomissione e rassegnazione in quanto privi di qualsiasi strumento di riscatto.
L’ennesima dimostrazione, dunque, che lasciare i popoli nell’ignoranza, avvantaggia qualsiasi sistema che intende governare con la violenza, la sopraffazione e la subalternità.
Ritengo ,infine, che il regista , ben sia riuscito ad interpretare la visione di uguaglianza tra gli esseri umani (bianchi e neri) in quanto comuni detentori di anima e dignità al fine di focalizzare l’essenza del comportamento espressa nell’ assoluta gratuità della violenza distruttiva mascherata da becere motivazioni razziste dove, il desiderio di superiorità collude in una dimensione sado-masochistica con il sentimento di inferiorità.
REGIA: Steve McQueen
SCENEGGIATURA: Steve McQueen, John Ridley
ATTORI: Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Brad Pitt, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Sarah Paulson, Paul Giamatti, Lupita Nyong’o, Garret Dillahunt, Taran Killam, Michael Kenneth Williams, Alfre Woodard, Chris Chalk, Dwight Henry, Scoot McNairy, Adepero Oduye, Ruth Negga, Marc Macaulay, Marcus Lyle Brown, Liza J. Bennett
Curiosa, e desiderosa di conoscenza , da sempre alla ricerca d’integrazione e di armonia sin dalla più tenera età. L’approccio interdisciplinare è ciò che sempre ho privilegiato. Sin da adolescente, l’ha preoccupata ”tenere insieme le cose” , ovvero i due opposti e come il suo essere femminile poteva emergere in modo ego-sintonico , in un mondo declinato al maschile nel quale cresceva . Conseguita la maturità Artistica ha poi proseguito gli studi di Psicologia presso l’Università di Roma; si è specializzata in Psicoterapia con l’A.Ri.Ri una scuola di specializzazione ad orientamento analitico incardinata presso Medicina e Psichiatria dell’Università di Bari. Avviate varie esperienze lavorative in ambito clinico e come consulente in vari enti pubblici a regime libero professionale, ha conseguito altri due Master biennali coniugando, infine , l’essere lavoratrice e madre di due bambini con 18 mesi di differenza….Ha fatto un concorso nel comune di Bari come dirigente di servizi all’Infanzia e ha smesso definitivamente con la libera professione… Da circa 1 anno e mezzo si occupa come dirigente della ripartizione assessorato politiche Educative e Giovanili del comune di Bari.!