Il Feng Shui a scuola!
Cina, il Feng Shui entra in classe
Il comunismo lo aveva proibito come superstizione Oggi il partito lo riabilita: “Farà curriculum”
Il Liceo Salvemini di Bari già dall’anno scorso usa il libro sul Feng Shui di Alba Angiola con i propri alunni…..
PECHINO
Alla seconda ora nel martedì la scuola media numero 13 della città di Xiamen, nella provincia meridionale del Fujian, non si insegna matematica, letteratura, e neppure educazione fisica: c’è lezione di feng shui. Sotto Mao era proibita come forma di superstizione, poi fu riportata in vita mantenendola comunque in un limbo politico-culturale. Ora il feng shui, l’antica geomanzia cinese, è entrata per la prima volta nel curriculum scolastico, il paradiso della cultura di queste parti. Il feng shui è un sistema complesso e molto articolato, che in linea di principio insegna come disporre la casa e l’arredamento per avere fortuna nella vita. I rudimenti basilari sono semplici e ragionevoli: occorre organizzare l’abitazione in modo da ricevere le influenze positive di vento (feng) e di acqua (shui).
Per questo bisogna stare attenti a non avere un ufficio con la finestra alle spalle, cosa che porta sfortuna, anche sotto forma di pericolosi spifferi tra le costole; occorre alzare una soglia davanti alla porta di casa, per fare inciampare gli spiriti cattivi che non sanno saltare, ma anche per evitare correnti maligne nel gelido inverno. Occorre altresì stare lontani da pozze di acqua stagnante, che porta miasmi e, per la superstizione, impoverimento, cercare invece la vicinanza di un fiume, che rinfresca l’aria e porta ricchezza. Bisogna avere una montagna alle spalle, che ripara la casa dalla violenza di venti e tempeste, e garantisce la protezione di un «santo in paradiso».
Insomma, si potrebbe sicuramente seguire le ragionevoli indicazioni di massima, lasciando la parte scaramantica da un canto secondo il celebre motto «al massimo non fa niente». Ma il feng shui tradizionale non si limita a guardare la posizione dei mobili o quella del palazzo, deve pensarla in base all’oroscopo del padrone di casa, alla collocazione della tomba di famiglia, al cambio degli anni astrologici.
La stampa cinese ha riportato che anche funzionari dell’ufficialmente ateo partito comunista credono alle scaramanzie del feng shui. C’è gente che ha organizzato il suo ufficio per evitare il malocchio dei colleghi e favorire una promozione senza ostacoli; altri hanno trasferito le bare dei genitori sotto le montagne sacre di Taishan o Tianshan, oppure ancora più lontano, alle pendici delle vette favorite dalla sorte dell’Himalaya occidentale, nella regione del Xinjiang. In provincia il prezzo delle tombe in zone fortunate è aumentato di cento volte negli ultimi dieci anni. Tutto per colpa del feng shui.
Le autorità di Pechino hanno dunque pensato di inserire l’antica geomanzia nell’elenco delle superstizioni che i funzionari di partito devono evitare. A un anno di distanza dall’applicazione del provvedimento si sono però rese conto di quanto sia difficile farlo rispettare, proprio perché parte integrante della cultura cinese. I maestri di feng shui, tra l’altro, guadagnano milioni solo per dare il loro verdetto sulla posizione della casa e raccomandare qualche modifica.
Il miliardario costruttore di Hong Kong Li Ka-shin deve la sua fortuna alla vendita delle case, tutte con il giusto feng shui. Chi le ha comprate e ci abita giura d’avere avuto fortuna. Persino il partito avrebbe il suo feng shui. Il nuovo teatro dell’opera di Pechino, con una forma semi sferica, sarebbe stato scelto perché porterebbe fortuna al partito, che ha sede lì davanti, nel palazzo di Zhongnanhai. Tienanmen, la piazza principale della Cina, sembra tutta organizzata secondo principi geomantici, con la tomba di Mao al centro a cementare la buona sorte del partito e due steli, quella degli eroi del popolo e il pennone dell’alza bandiera, a scacciare le energie negative. Del resto Mao stesso volle andare a vivere a Zhongnanhai, dopo la presa del potere nel 1949, per ricevere il feng shui dei vecchi imperatori.
«La cultura tradizionale del feng shui ha aspetti positivi e negativi» ha detto Xiong Yongliang, l’insegnante della scuola che ha scritto il libro di testo adottato per le lezioni «Principi geografici del feng shui». I ragazzi si dicono entusiasti del nuovo corso, che trovano «pratico e interessante».
A Xiamen gli insegnanti spiegano gli aspetti di architettura e i principi del vivere sano del feng shui, cose che poi sono utili anche per costruire nella gente una maggiore coscienza ambientale. Inquinare l’aria e l’acqua fa male al pianeta, e l’inquinamento probabilmente è alla radice dell’insorgenza di tumori e malattie. Ma avviare una prevenzione sul lungo termine è più difficile che dare retta al feng shui, secondo cui inquinare, per prima cosa, porta sfortuna subito e a tutti.