Presentazione del libro ”di che genere sei” in collaborazione con il centro antiviolenza di Bari.
Partiamo dalla scuola. Il non corretto uso delle parole e dei termini è spesso la prima causa di vittimizzazione.
Le edizioni “La Meridiana” e l’Assessorato al Welfare del Comune di Bari, in collaborazione col Centro Antiviolenza di Bari “LaLuna nel pozzo”, il 14 marzo c/o Libreria Laterza (Bari), hanno organizzato la presentazione del libro “Di che genere sei? Prevenire il bullismo sessista e omotransfobico” Edizoni La Meridiana, a cura di Beatrice Gusmano e Tiziana Mangarella.
Sono intervenuti, avendo contribuito alla ricerca, anche, Dario Abrescia, Maria Teresa Bellini, Floriana Bernardi, Giuseppe Burgio, Angela D’Ottavio, Serenella Di Gioia, Fabrice Le Floch
La prefazione alla ricerca è stata scritta da Rosy Paparella, Garante Regionale per i Minori, che è intervenuta al dibattito, presentato da Anna De Vanna, responsabile del Centro Antiviolenza di Bari.
Di che genere sei? Prevenire il bullismo sessista e omotransfobico, interviene partendo dalla base: cioè dagli stereotipi di genere.
Lavora sui pregiudizi legati al maschile e femminile e va oltre ragionando sugli stereotipi legati agli orientamenti sessuali.
Stereotipi apparentemente innocui ma invece fondanti di una discriminazione che genera anche il bullismo.
C’è un dato: più cresce la stereotipizzazione dell’immaginario maschile e femminile, più i fenomeni di bullismo sessista e omofobico si manifestano. A partire dalla scuola, nella scuola.
Alla base c’è lo stereotipo, poi c’è il pregiudizio, che può fermarsi a una battuta, una risata e può andare oltre fino alla vittimizzazione del soggetto.
Il video ’L’omofobia è …’ di Serenella Di Gioia, che accompagna il libro, ne svela solo alcuni. http://www.youtube.com/watch?v=E9_Ccze0GyQ&sns=fb
Questo volume è un vero e proprio manuale che offre un metodo di lavoro, e propone 35 attività, cioè giochi, schede operative, ognuna delle quali lavora su uno degli stereotipi di genere con l’obiettivo di disvelarli e aiutare a superarli.
Un glossario in Appendice mette ordine tra i significati delle parole e nel linguaggio, perchè il non corretto uso delle parole e dei termini è spesso la prima causa di vittimizzazione.
La parola genere, ad esempio, quanta discriminazione crea a causa della nostra ignoranza sul suo significato? A pagina 175 si trova il significato di ’genere’.
Ognuno potrà rispondere alla domanda del libro: ’Di che genere sei?’.
Chi può dire chi si deve amare? Chi ha il diritto di negare l’identità di qualcun altro o qualcun’altra? Chi stabilisce come ci si debba mostrare, come ci si debba vestire, quale tipo di vita e di relazioni desiderare?
Agli insegnanti viene sempre più chiesto di adeguare gli apprendimenti, di formare competenze, di preparare le “risorse umane” da spendere in un futuribile mercato del lavoro, mentre, nel frattempo, rischia di scivolare sullo sfondo la centralità dei ragazzi come persone impegnate a gestire, troppo spesso in solitudine, il proprio sviluppo, elaborare le proprie rappresentazioni di femminilità e maschilità e, attraverso queste, definire la qualità delle relazioni con se stessi e con i coetanei.
La dimensione relazionale resta un terreno irrinunciabile d’impegno per gli educatori, e ancor più la dimensione delle relazioni tra generi, così come l’approccio con i diversi orientamenti sessuali, in un momento nel quale si intensifica la stereotipizzazione dell’immaginario maschile e femminile e i fenomeni di bullismo sessista e omofobico.
Questo denso e ricco manuale intende fornire molto più che una necessaria cornice teorica. Offre anche concreti strumenti di analisi degli stereotipi di genere e, soprattutto, un variegato repertorio di strumenti operativi per agire in contesti educativi con adolescenti.
Incrociando una lettura interdisciplinare, introduce a percorsi d’aula per prevenire e contrastare le discriminazioni sessiste e il bullismo omotransfobico, in tutte le possibili declinazioni.
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