Sul JOBS ACT:
Non girano ancora bozze in visione, ma le poche indiscrezioni mi inducono a suggerire attenzione alle tematiche di genere nell’ambito del Jobs Act.
Per quanto riguarda il tema della maternità – pur apprezzando l’idea di una estensione delle garanzie anche a chi ad oggi non è coperta da alcun sostegno economico – mi sento di segnalare come nell’ambito del lavoro dipendente l’introduzione della possibilità di arrivare fino ad 8 rinnovi in 3 anni creerà una complessiva perdita di diritti in tema di:
– tutela del divieto di licenziamento durante il primo anno di vita del/della bambino/a
– rinnovo in caso di gravidanza della lavoratrice
– basso posizionamento nelle graduatorie per l’accesso ai nidi.
Come Consigliera di Parità per l’Emilia Romagna (ruolo tecnico previsto dalla normativa in materia di lavoro ribadito e consolidato con il recepimento della direttiva UE 54/2006 in materia di lavoro ma assolutamente depotenziato in termini di risorse) ho rilevato, durante questi ultimi 2 anni di crisi, un peggioramento generale che ha colpito le condizioni di lavoro delle donne in relazione ai temi della cura: nella crisi, molto spesso le aziende si sono liberate di chi manifestava necessità di flessibilità per cura di familiari minori, disabili e anziani.
Da anni seguo sperimentazioni di welfare aziendale che rappresenta indubbiamente una potenzialità interessante (di Luxottica si parla molto, lo trovo un esempio interessante. La nostra realtà regionale è fatta di aziende dimensionalmente più piccole ed io seguo e studio molte delle realtà locali). Da un lato possono essere la risposta ad alcune necessità, dall’altro un possibile volano per nuova occupazione. Ma il welfare aziendale non può essere la sola soluzione possibile.
A mio parere dovrebbe rappresentare UNO degli strumenti possibili da mettere in campo e qualche idea interessante, a partire dallo studio che sto effettuando, mi riservo di presentarla.
Augurando buon lavoro a coloro che stanno lavorando a questa riforma del lavoro, chiudo con un invito ed una preghiera a non sottovalutare gli impatti di genere. — con Serenella Molendini e altre 19 persone.