Un Festival a Bari” Relazioni messe a nudo” per aiutare gli uomini a comprendere il danno che producono e le donne ad avere una maggiore autostima.
Nella Sala Stifano del Palazzo Ateneo dell’Università di Bari, 9° appuntamento del “Festival delle Donne e dei Saperi di Genere – Nel segno delle differenze”, organizzato dal Centro Interdipartimentale di Studi sulla Cultura di Genere, dal titolo “RELAZIONI MESSE A NUDO” .
Ne hanno dibattuto SIMONA MARINO (Consigliera Pari Opportunità Comune di Napoli, UniNA) , MARY NICOTRA (Pisicoanalista) – ANNA COPPOLA DE VANNA (responsabile Centro Antiviolenza “La Luna nel pozzo”- Assessorato al Welfare del Comune di Bari.
Ha coordinato e concluso l’incontro l’ideatrice del Festival, FRANCESCA ROMANA RECCHIA LUCIANI (C.I.S. Cultura di Genere UniBA “A.Moro”).
Simona Marino, partendo dai pensieri di Platone, ha ricordato che “non tutto il proprio pensiero è conscio. Il corpo desiderante non potrà sapere l’indicibile. Poi si è soffermata sul concetto che tanto più elevata è la distanza fra i corpi tanta più possibilità c’è che si colmi questa distanza. “Lo spazio vuoto è quello che determina la non appartenenza integrale dell’uno con l’altro. Il corpo dell’altro può essere sfiorato, ma non può essere posseduto.” In tema di violenza “Si diventa autodeterminanti attraverso l’autodipendenza economica. La dipendenza più grave è quella affettiva. Bisognerebbe cominciare ad amare se stessi di più. Quando si viene appellate pesantemente per strada, generalmente si prova vergogna, invece bisogna imparare a prendere in giro il denigrante, evidenziando la loro imbecillità”.
Anna coppola De Vanna, dopo aver evidenziato i dati relativi alla violenza, derivanti dall’esperienza sul campo, nel centro antiviolenza “La Luna nel Pozzo”, rileva che nella violenza entrambi sono in difficoltà (carnefice e vittima). Ci sono due tipologie di rapporto violento nella coppia: relazione simmetrica, in cui entrambi hanno un carattere forte che però consente di riuscire a riconoscere il limite invalicabile e di tornare indietro, (competitività, uguale potere,violenza pubblica); l’altro non equilibrato. Relazione complementare, invece determina la sopraffazione dell’uno sull’altro (rigida definizione dei ruoli, potere diseguale, violenza intima). Quest’ultimo è più difficile risolverlo. Si può proteggere, aiutare, ma la risoluzione dipende dal ravvedimento. L’uomo deve capire il danno che ha fatto, la donna-vittima deve riuscire a riscoprire l’autostima e conquistare l’autodipendenza. “Entrambi sono “responsabili” della violenza in quanto attori”, responsabili delle proprie sicurezze o insicurezze. Bisogna quindi intervenire per restituire ad entrambi la propria dignità.
“Assumersi la responsabilità di cambiare o accettare la condizione in cui si vive (D.Waitley)”.
Mary Nicotra afferma “Non c’è rapporto sessuale che si possa scrivere. Essere uomo o donna è un fatto psicologico non biologico. Si ama chi intercetta la propria domanda: Chi sono io ? Impossibilità di far diventare da due , un Uno. Bisogna essere autori del proprio destino e non subirlo.”
“L’amore si concretizza quando avviene la scissione dal corpo, anche se potrebbe nascere dall’esaltazione del corpo. Il godimento (piacere) non è essenzialmente fisico.”
In conclusione occorre accogliere ed accettare le differenze e considerare l’altro differente da se, non una metà di un tutt’uno. Bisogna andare verso l’altro con le braccia vuote.
Circa la violenza bisognerebbe aiutare anche gli uomini violenti perché scoprano il danno che producono. Ciò lo si può effettuare istituendo i CAM, centri antiviolenza maschili, che esistono ora solo in Toscana e nel Lazio, ma che una recente legge regionale pugliese sull’argomento, li prevede anche in Puglia.