Elezioni 25 aggio 2014 : un’opportunità per cambiare l’Europa
Scrive Valeria Fedeli vicepresidente del Senato.
Le elezioni europee, domenica prossima, sono una grande opportunità. Un’opportunità per cambiare l’Europa, che è casa nostra. Un’opportunità per invertire il ciclo culturale ed economico e sociale. Un’opportunità per dare slancio ulteriore alla sfida di cambiare anche in Italia, la sfida per cui il PD è impegnato a tutto campo, dal governo all’azione parlamentare, dai dirigenti ai militanti e ai circoli. Un’opportunità per farci rappresentare in Europa da una classe dirigente anche rinnovata, preparata, appassionata, con le energie e le capacità per essere protagonista del cambiamento. Un’opportunità di scegliere ed eleggere come nostre rappresentanti molte donne, a partire dalle cinque capolista del PD, che sono forza trainante della nostra proposta di innovazione e simbolo dell’investimento che facciamo sull’Europa.
L’Europa riguarda – e per fortuna – la nostra vita di tutti giorni: possibilità, sicurezze, regole, diritti, identità e, soprattutto lavoro, che definiscono in ogni momento i confini larghi in cui abitiamo.
Dobbiamo allora scegliere di partecipare alle nuove decisioni per e dell’Europa, con la testa alta di chi l’Europa l’ha fondata, e non con la testa bassa di chi vuole distruggere tutto.
Il PD è l’unica scelta per chi davvero vuole cambiare. E le donne sono la migliore scelta, nell’espressione delle preferenze, per rendere concreto e vero il cambiamento.
Si vota per eleggere chi ci rappresenterà per cinque anni nel Parlamento europeo, e pur comprendendo le ragioni che possono spingere ad un voto di protesta, si deve sapere che e’ assolutamente mal riposta la speranza di cambiamento se affidata a chi contesta la stessa nostra partecipazione all’Unione Europea.
Sia chiaro, l’Europa per come l’abbiamo conosciuta negli ultimi anni non piace nemmeno a noi. Le scelte dei governi di destra, con le politiche di rigore e austerity, hanno rovesciato la crisi sul lavoro e sulle persone, facendo apparire l’UE come un’Istituzione fredda e spesso nemica.
Noi democratiche e democratici vogliamo quindi cambiare questa Europa, vogliamo l’Europa della crescita e del lavoro, un’Europa non dei tecnocrati, ma una comunità larga, multiforme, solidale, forte.
Noi crediamo nell’Europa, e solo credendoci si possono cambiare le cose.
Si può cambiare solo credendo profondamente che l’essere parte di una comunità più larga ci rende più forti, solo con la consapevolezza che l’Europa è l’unica prospettiva credibile per poter competere nello scenario globale, per poter competere e vincere con un modello di sviluppo etico e sostenibile.
E il capitale femminile, quel capitale inespresso e mortificato, porta con sé, lo dicono anche molte ricerche, una naturale propensione per la dimensione etica, relazionale, sociale e ambientale della po-litica e dell’economia. È un capitale vincente. Un capitale che manca.
Domenica prossima abbiamo allora l’opportunità di liberare questo capitale, di “scatenare” il potenziale femminile. Non è migliore di quello degli uomini, né peggiore. E non è uguale, è semplicemente diverso. Proprio le differenze, le complementari differenze tra donne e uomini, se riconosciute e valo-rizzate, possono rappresentare una forza dirompente. Ma le donne oggi non sono rappresentate, sono solo il 31% del Parlamento europeo, e solo il 21% della delegazione italiana. Aumentare queste percentuali rende la democrazia europea più completa e più autorevole, produce benessere per tutte e tutti.
Ecco perché le donne sono la forza più viva e innovativa che possiamo esprimere.
Scegliendo le donne abbiamo l’opportunità di rilanciare la speranza, una speranza fondata su competenza, merito, motivazione, innovazione. La speranza di e in una nuova generazione che possiamo scegliere come nuova classe dirigente europea.
Domenica prossima abbiamo la straordinaria opportunità di contribuire a cambiare qualcosa che ci riguarda molto da vicino, che incide sulla nostra vita, che può aiutare il nostro presente e il futuro.
Avremo tre preferenze da esprimere, e almeno una su tre deve essere di genere diverso dalle alte. Io semplicemente vi invito a usare tutte le preferenze e a scegliere due donne. Non per loro, ma per quello che potranno fare per tutte e tutti noi.